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Da una economia che uccide a un'economia per la vita

15 gen 2016
Da una economia che uccide a un'economia per la vita
Dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco è tra i più lucidi critici dei profondi limiti del sistema economico e finanziario mondiale. “Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro”, secondo Bergoglio, “uomini e donne non sono più persone, ma strumenti di una logica ‘dello scarto’ che genera profondi squilibri. I mercati e la speculazione finanziaria non possono più godere di autonomia assoluta” (dal Libro ‘Questa economia uccide’ di Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi, a cui si ispira il titolo dell’incontro).
Francesco ha parlato più volte di un’idolatria del denaro che “riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo”. Tale riduzione ha effetti drammatici non solo per i milioni di “esclusi” ed emarginati, vittime di una globalizzazione dell’indifferenza, ma per tutti noi che, “quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri”, e diventiamo noi stessi vittime di una “cultura del benessere che ci anestetizza” e ci fa perdere “la calma se il mercato offre qualcosa che non abbiamo ancora comprato”. (EG 54)

Ne parleremo con Andrea Tornielli, giornalista e scrittore, vaticanista tra i più accreditati che, proprio in questi giorni, ha presentato “Il nome di Dio è misericordia”, il libro-intervista nato da una sua conversazione con Papa Francesco nel luglio scorso che, in quaranta domande, propone il cuore del pensiero di Bergoglio sul tema del Giubileo da poco iniziato.

L’appuntamento è per lunedì 18 gennaio alle ore 21 all'Oratorio degli Artisti, in via dei Cavalieri 12 a Rimini. A proporre l’incontro sono alcuni soggetti del Progetto culturale Diocesano: l’Azione Cattolica Diocesana, il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, il Centro Culturale Il Portico del Vasaio e il Meeting per l’amicizia fra i popoli.

La serata prevede, anche se ‘virtualmente’, un secondo ospite: Padre Charly Olivero, uno dei ‘curas villeros’, quei sacerdoti che lo stesso Bergoglio ha inviato e accompagnato a vivere nelle baraccopoli che ne costituiscono la periferia: “ricevete tutta la vita e tutte le vite così come vengono”, questo il mandato dell’allora arcivescovo di Buenos Aires.
Le “villas” sono 23 insediamenti che è riduttivo definire precari, perché privi di qualsiasi, pur elementare, infrastruttura, come strade, fogne, presidi di qualunque tipo, dove è impossibile entrare anche ai veicoli di emergenza sanitaria o di polizia.
In un’intervista e in un breve spezzone del suo incontro allo scorso Meeting per l’amicizia fra i popoli, Padre Charly racconta come vive nella villa 21-24 e cosa rende affascinante e lieta la sua esperienza in quei luoghi.
Azione Cattolica Diocesana
Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale
Centro Culturale Il Portico del Vasaio
Meeting per l’amicizia fra i popoli

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