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Enaitollah Akbari: impegno e speranza per realizzare i propri sogni

2 dic 2016
Enaitollah Akbari
Enaitollah Akbari
Abbiamo conosciuto Enaiatollah Akbari nel novembre 2010, in occasione degli incontri organizzati dalla Commissione nazionale sammarinese UNESCO per ricordare l’anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
La storia di Enaiatollah, arrivato in Italia giovanissimo come profugo, era stata narrata da Fabio Geda in un libro, “Nel mare ci sono i coccodrilli”, letto dagli studenti e dalle studentesse delle scuole sammarinesi e da numerosi adulti. Tuttora il testo è adottato in molte classi anche della nostra Repubblica.
Enaiatollah è nato in Afganistan, a Nava, un piccolo villaggio in una valle della provincia di Ghazni; giovanissimo è stato improvvisamente costretto ad abbandonare i luoghi in cui era cresciuto e ad affrontare un viaggio lungo e difficile che all’età di dieci anni lo ha portato ad attraversare da solo l’Iran, la Turchia, la Grecia, fino ad arrivare in Italia. Enaiatollah ha dovuto diventare grande rapidamente ed ha affrontato con coraggio e grande forza situazioni pericolose e dolorose, testimoniando una profonda fiducia nella vita. Enaiatollah ha custodito i valori di onestà e correttezza della sua famiglia e l’amore generoso con cui sua madre lo ha sottratto al rischio di una morte precoce e gli ha donato una nuova possibilità di vita, con la speranza che potesse raggiungere un Paese in cui la sua dignità fosse pienamente tutelata.
I Capitani Reggenti, nell’Udienza del 29 novembre 2010, avevano espresso ad Enaitollah “l’augurio più affettuoso affinché, con il coraggio che ha dimostrato nell’affrontare vicende dolorose, possa riprendere il giusto possesso della sua vita. Auspichiamo che il carico di sofferenza che egli ha dovuto sopportare sia per tutti noi, insieme ad un motivo di riflessione, anche un monito ed un insegnamento. In bocca al lupo, ragazzo, e grazie per la testimonianza e per la formidabile lezione di vita che hai saputo impartire.”
Una settimana fa, il 24 novembre, Enaiatollah ha raggiunto una tappa importante del suo cammino di formazione ed ha conseguito la Laurea triennale in Scienze internazionali con una tesi sull’istruzione in Afganistan. Ha scelto come tema l’istruzione perché – come ha detto in un’intervista al quotidiano “La Stampa” – “per me la scuola è come una religione. Nella tesi ho parlato del fatto che nel mio Paese la guerra ha lasciato un tasso di analfabetismo quasi totale.». In questi anni Enaiatollah ha seguito i consigli che sua madre gli aveva dato quando lo portò al confine col Pakistan perché potesse sfuggire al reclutamento dei talebani: «Non drogarti, non rubare, non usare le armi». Ha vissuto a Torino, accolto da una famiglia italiana, riuscendo a riprendere i contatti con la sua famiglia d’origine, in particolare con la sorella e le nipotine che vivono in Pakistan. “Virtulamente vivo anche in Afganistan – racconta – Leggo i giornali afgani, continuo a parlare la lingua afgana, ma considero la cultura italiana come se fosse la mia cultura”. Il suo pensiero va spesso alle attuali migrazioni nel Mediterraneo: ”Penso che sia un momento difficile non tanto per i politici, ma per le persone che fuggono. Sappiamo da dove arrivano e perché cercano di arrivare in Europa, ma si trovano davanti un muro, un rifiuto che ostacola le loro vite. Sono bambini, uomini e donne che dovrebbero avere la possibilità e il diritto di vivere con dignità. Il luogo di nascita non dipende da noi, non dipende da nessuno. Hanno i nostri stessi sogni, ma noi li possiamo coltivare e loro no. Sarebbe bello, sarebbe fantastico che tutti avessero una possibilità di salvezza.”

Comunicato stampa
Patrizia Di Luca
Responsabile Centro di ricerca sull’emigrazione – Museo dell’Emigrante
già Presidente della Commissione nazionale sammarinese UNESCO 2007 - 2012

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