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Rete: "Fatta la norma, trovato l’inganno".

8 nov 2015
Fatta la norma, trovato l’inganno.
Fatta la norma, trovato l’inganno.
Durante la trasmissione di approfondimento del TG1 della Rai, ossia TV7, è riportato un servizio con interviste a persone con visi e volti censurati in cui grossisti sammarinesi indicano ai clienti le metodologie da mettere in atto per eludere la voluntary disclosure (la cui scadenza sarà il 30 novembre) investendo in diamanti, oro, sterline e preziosi. “Le persone brave si fanno il loro tesoretto segreto” afferma uno degli intervistati che considera questo periodo (la voluntary disclosure serve per fare emergere la provenienza di capitali illeciti) come una “caccia alle streghe”. Secondo lui investire in lingotti dovrebbe essere considerata come una tradizione di famiglia, l’importante è che si paghi in contanti e rigorosamente in nero. In un periodo in cui l’Italia pretende che questi tesoretti sottratti al proprio erario emergano, chi intende continuare a nasconderne la provenienza cerca aiuto in professionisti che si prestano al gioco fornendogli delle soluzioni facili. A farlo sono dei sammarinesi: ed ecco che “un cliente compra i diamanti perché non può portare fuori i soldi da san marino”. Che il sistema sia già ben collaudato lo si capisce dal fatto che esiste persino una parola d’ordine da utilizzare: "riparazione". La San Marino che emerge dalle interviste ai grossisti di preziosi sammarinesi è ancora quella dei pagamenti in contanti e in nero, dell’ evasione, dei clienti trattati come produttori con prezzi all’ingrosso, di una dogana esistente solo “in teoria", delle bolle di consegna fittizie..tanto poi “chi può dimostrare il contrario? Arrivati a casa si strappa e via..”. Il problema era stato ampiamente preannunciato e a più riprese lo abbiamo sottoposto all’aula e direttamente al Segretario alle Finanze Capicchioni: tra le forme indicate per eludere la disclosure, e su cui da tempo richiediamo l’introduzione di misure straordinarie di controllo, vi è l’investimento immobiliare o di quote societarie, (magari attraverso il salvataggio di imprese sammarinesi, assieme al rilascio di residenza sammarinese), oppure in preziosi (oro, diamanti, sterline ecc..). Purtroppo le risposte ricevute hanno sinora solo minimizzato. Anzi, queste furono le parole del segretario Capicchioni in seduta segreta qualche mese fa: “Ho il sentore che coloro eventualmente interessati alla voluntary disclosure non l’attueranno, ma preferiranno investire i soldi qui depositati, in auto o immobili”. Probabilmente anche qualche orefice ha preso per buone le sue dichiarazioni.
Il Segretario all’Industria Arzilli poco tempo fa, sollecitato sulla possibilità di eludere la disclosure attraverso il comparto sammarinese dell’oro e dei preziosi e sulla necessità di strumenti straordinari di controllo, ha risposto che le leggi esistano già: la legge antiriciclaggio c’è e deve funzionare! Ci pare invece evidente come, a fianco delle leggi fatte, vi sia da parte di alcuni personaggi una certa capacità di adattarsi ai cambiamenti e alle nuove regole, trovando nuovi escamotage ed espedienti per raggirarle. Ora non si può spostare l’attenzione su una San Marino vittima di una attacco mediatico: l’attacco mediatico da parte dell’Italia esiste anche perché dei sammarinesi ancora si prestano alle logiche dell’evasione e della mancata trasparenza, forti di una politica che si accontenta di dire che le leggi esistono e vanno rispettate senza però assicurarsi che vi siano tutti gli strumenti per farlo. Se davvero si intende tutelare San Marino rispetto ai continui attacchi mediatici l’unico modo per farlo è richiedere di ottenere il filmato originale e non censurato dell’intervista, per intervenire subito nei confronti di chi si presta all’evasione e alla copertura di somme illecite presenti a San Marino, affinché non la passino liscia. Occorre dimostrare che San Marino ha davvero gli anticorpi per combattere un sistema che ci è già costato troppo. Diversamente parlare di trasparenza, fare l’elenco delle norme esistenti o relegare tutto al passato non serve ad altro che a costruire quell’apparenza che fa il gioco di chi sa ben adattarsi alle nuove leggi: non per rispettarle, ma per eluderle.

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