Francesca Michelotti (SU): Nuovo caso di privatizzazione strisciante dell’ISS
L’iniziativa rientra nel processo di riorganizzazione della medicina di base, anche se non è esplicitamente prevista nella proposta recentemente portata dal Segretario di Stato alla Sanità Francesco Mussoni all’approvazione del Consiglio Grande e Generale.
Ho già avuto modo di esprimere pubblicamente la disapprovazione e lo sconcerto per la riforma prospettata che sembra mancare tutti i suoi nobili propositi, generando invece un serio peggioramento del servizio che va ad inasprire ingiustificatamente il lavoro di chi opera nei centri sanitari senza conseguire alcun vantaggio. Sono soprattutto i pazienti ad essere penalizzati, a cominciare dalla riduzione delle ore per le viste domiciliari e dalla necessità di dover prendere permessi infrasettimanali dal lavoro per farsi visitare dal proprio medico.
Uno dei punti meno convincenti della proposta è l’idea di realizzare un non meglio precisato servizio di front-office per il quale si prevede quasi il raddoppio del personale amministrativo attualmente in forza presso i centri sanitari. Per quanto mi consta, almeno come paziente e assistita ISS, sono sempre stata soddisfatta dal servizio di accoglienza e di informazione telefonica svolto dalle infermiere allo sportello, e dunque l’idea di cambiare qualcosa che funziona bene appare quantomeno bislacca.
La questione però non è chiusa e dalla bizzarria si passa direttamente all’inquietudine per colpa di questa nuova iniziativa dell’ineffabile Segretario Mussoni, il quale sembra procedere testardamente, e a quanto pare senza nessuna obiezione da parte dei suoi colleghi di governo e di coalizione, sulla strada della privatizzazione strisciante del nostro Istituto per la Sicurezza Sociale.
Il nuovo call-center sarà situato a Dogana presso l’Atlante e lì confluirà tutto il traffico telefonico diretto ai centri sanitari. Quindi i pazienti e gli assistiti che chiameranno per prenotare una visita, parlare con il medico, chiedere informazioni, segnalare una necessità di carattere sanitario o assistenziale, non avranno più come interlocutore la voce di una delle infermiere conosciute e professionalmente competenti, ma la voce anonima di un centralinista che non svolge attività sanitaria e che è preparato solo per passare la tua comunicazione a qualcun altro, oppure per offrire risposte, adempimenti e informazioni di carattere generico.
Vi pare che una realtà di 31.000 abitanti come quella sammarinese possa aver bisogno di questa centralizzazione che spersonalizza la relazione fra gli assistiti e la medicina di base? Nella percezione dei nostri cittadini l’ente erogatore dei servizi sanitari ha il volto umano del proprio medico, delle infermiere e degli operatori sanitari del centro. Che ragione c’è per snaturare tutto questo? Certamente non l’organizzazione che si appesantisce di un’altra struttura. E neppure la spending review sembra la risposta giusta. Infatti chi sta pensando che il call-center sarà gestito dal personale amministrativo pubblico del front-office si sbaglia di grosso. Sarà invece gestito da una società privata che non è sammarinese e che pare neppure disponga di personale sammarinese.
Il quesito è a cosa e a chi serve creare un ulteriore livello burocratico di accesso ai servizi sanitari pubblici e soprattutto perché privatizzarlo, con l’aggravio di costi supplementari che potrebbero essere meglio spesi rafforzando le tutele di quello stato sociale di cui l’ISS è stato per decenni un presidio granitico.
Da tempo stiamo assistendo a un’aggressione continua nei confronti dell’Istituto per la Sicurezza Sociale che sembra diventato il territorio di conquista del nuovo business della salute: l’ISS è un bene comune di tutti i cittadini sammarinesi e il compito del Segretario Mussoni è difenderlo, non sostenere entusiasticamente l’assalto alla diligenza.
Francesca Michelotti
Sinistra Unita