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Frontalieri: bruciati 1600 posti di lavoro; Cdls, ora serve lo statuto dei diritti

26 gen 2018
Frontalieri: bruciati 1600 posti di lavoro; Cdls, ora serve lo statuto dei diritti
“Vinta la battaglia storica della stabilizzazione contrattuale e riconosciuta per legge la franchigia fiscale, ora per i lavoratori frontalieri va definito un quadro di garanzie, tutele e certezze giuridiche e assistenziali”. E’ quanto afferma il CSIR, il collegio sindacale che riunisce la CSU di San Marino e CGIL-CISL-UIL dell’Emilia Romagna-Marche, nel documento programmatico presentato dopo il recente rinnovo dei vertici.

Il CSIR ricorda i numeri drammatici di questi otto anni di recessione: “Con 1.600 posti di lavoro bruciati, sono stati i lavoratori frontalieri a pagare il prezzo più alto alla crisi economica, anche se restano numericamente e professionalmente una componente fondamentale del mercato occupazionale sammarinese”.

Ora se l’emorragia occupazionale sembra lentamente fermarsi, restano aperti molti i problemi sul fronte dei diritti . A partire dalla Legge Sviluppo varata lo scorso dicembre dal governo di San Marino. Legge che se con la parificazione delle condizioni di assunzione tra lavoratori residenti e non residenti, e quindi con l’uscita dal precariato di alcune migliaia di lavoratori frontalieri, riconosce una battaglia storica del sindacato, nello stesso tempo presenta punti controversi come un maggiore costo contributivo per le aziende che assumono fuori confine.

“Non va sottovalutato il rischio - afferma il CSIR - che questo costo aggiuntivo finisca per essere scaricato dalle imprese direttamente sui lavoratori frontalieri, dando corso ad un vero e proprio processo di dumping nel campo delle retribuzioni. Naturalmente, trattandosi di norme recentemente introdotte, si tratterà, già a partire dai prossimi mesi, di monitorarne gli effetti sul campo per valutare meglio i punti più critici”.

Resta ancora irrisolto l’annoso problema del mancato riconoscimento delle tutele legislative previste per i lavoratori non residenti con figli disabili: “Problema che colpisce sia i lavoratori italiani occupati a San Marino, sia i lavoratori sammarinesi occupati in Italia e per questo va promosso un accordo tra i due istituti di sicurezza sociale, italiano e sammarinese, affinché si arrivi al reciproco riconoscimento dei certificati di invalidità. Analogamente, occorre chiarire tutte le problematiche relative agli infortuni in itinere dei lavoratori frontalieri”.

Sul piano fiscale, dopo il riconoscimento in via definitiva della franchigia per i lavoratori attivi, per il Collegio sindacale “occorre chiarire una volta per tutte anche il giusto regime di tassazione delle pensioni: continua infatti a permanere una inaccettabile incertezza e ambiguità applicativa, con addirittura differenti interpretazioni della norma da parte delle diverse articolazioni dell'Agenzia delle Entrate italiana”.

Nuovo terreno d’impegno sindacale è inoltre la recente apertura a Roma del tavolo per la predisposizione di uno Statuto dei lavoratori frontalieri: “Finalmente dopo molti anni, presso il Ministero degli Esteri, si sono tenuti i primi incontri per presentare i principi sui quali costruire una legge sui lavoratori frontalieri. I diritti devono seguire il lavoro, non la residenza: è su questa base che, con un documento unitario, le tre Confederazioni italiane hanno avviato il confronto, purtroppo attualmente interrotto per le imminenti scadenze elettorali”. Salutato infine con favore il percorso di associazione aperto dalla Repubblica di San Marino con l’Unione Europea.

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