Giovani senza slanci?

Giovani senza slanci?.

Soprattutto nei social network è ricorrente l’imbattersi in quarantenni nostalgici, i quali, malinconici, esprimono disprezzo per la giovinezza odierna con frasi del tipo: “Ai miei tempi era tutto più bello, vivevamo spensierati come se non ci fosse un domani, senza tablet e computer!”. O ancora: “Vorrei tanto tornare diciottenne, ma non in questi anni”. Sinceramente, di fronte ai suddetti commenti, preferisco lasciare i loro autori col biberon e rimboccarmi le maniche. Non è possibile che ci si lamenti del progresso. Da quello che so, trent’anni fa era tutto più entusiasmante, per svariate ragioni: più voglia di divertirsi, meno paranoie, un forte senso di comunità e l’economia non dava la parvenza di fare la fine del Titanic . Da un lato oggigiorno può sembrare facile scoraggiarsi, di fronte a bambini ed adolescenti con le sembianze di esseri viventi nati stanchi. Dall’altro sarebbe incredibile assumersi le responsabilità che comportano certe consapevolezze e diventare “pionieri” di un cambiamento, che trascini le persone verso quella bellezza vitale che hanno smarrito lungo il loro percorso. Io credo che l’indisposizione ad una vita di soddisfazioni, ma anche di fatiche, derivi dall’impreparazione morale e dalla fievolezza della forza di volontà. Immaginatela come una piccola crepa in una diga, apparentemente insignificante, eppure sufficiente per distruggere l’intero impianto. Allo stesso modo l’eccessiva opulenza degli ultimi anni si è infiltrata nella società portando al crollo di persone e personalità. Andrebbe combattuta, come i nostalgici lamentosi fanno notare, dalla loro vita ormai omologata a quelle che prendono di mira, cioè quelle dei loro simili di qualche anno in meno. Chissà cosa credono di poter fare così… e soprattutto chissà se sono consapevoli del senso di colpa (inesistente) che perpetrano a degli innocenti. “Viviamo in tempi concitati, pieni di “vita”, ma più che vita direi attività, e in questo modo rischiamo di perdere quello che vale. L’omologazione ormai universale rischia di tralasciare ciò che conta e certi concetti, certi valori si son persi.” Recita così la prefazione di Don Luca Bernardi di “Rigenerati!”, una raccolta di brevi testi da me redatti con cui ho tentato di condividere delle riflessioni da cui ripartire per tornare a brillare. Dati gli arresti domiciliari a cui siamo sottoposti, questa potrebbe essere l’occasione giusta per immergersi nella lettura (“Rigenerati!” è disponibile al link towardshappiness.altervista.org/rigenerati )

Elia Bianchi

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