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Gli imprenditori scrivono al governo alla luce del nuovo decreto

29 apr 2020
Gli imprenditori scrivono al governo alla luce del nuovo decreto

Ill.mi Segretari di Stato, a seguito entrata in vigore del decreto legge n. 63-2020 ci vediamo purtroppo costretti a replicare che le misure a sostegno delle imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti varate nei giorni scorsi sono assolutamente insufficienti. Come anticipato agli Ecc.mi Capitani Reggenti, la nostra categoria è stata quella più colpita dall’emergenza sanitaria; ne pagherà ingenti conseguenze sia nell’immediato che nel lungo periodo. Vogliamo sottolineare e ribadire con fermezza che le piccole e medie imprese rappresentano una parte importante del tessuto economico del Paese: l’artigiano, il commerciante, gli operatori del settore turistico, le piccole e medie imprese rappresentano una quota importante delle poste attive del bilancio dello Stato. Ecco perché riteniamo che sarebbe stato più equo, ed anche più efficace, diversificare le misure di sostegno economico tra tipologie di PMI, per lo meno per macro settori, rendendo, quindi, il supporto alle imprese più mirato.

Dopo un confronto costruttivo con gran parte delle 400 aziende firmatarie della precedente lettera, riteniamo opportuno sottoporVi le seguenti modifiche:
- Tassa licenza al 30/04/2020: soppressione del pagamento per tutte le società, non solo quelle chiuse per decreto legge ai sensi delle misure covid-19.
 - Minimum tax: soppressione, per l’anno 2020, anche per le società rimaste in attività.
 - Adeguamento DPI: possibilità di ottenere il 60% di credito d’imposta pari al valore che l’azienda dovrà sostenere per mettere in “sicurezza” i locali ed i dipendenti.
 - Art.7 (dilazione di pagamento per debiti iscritti a ruolo): riteniamo insufficiente spostare la scadenza delle cartelle esattoriali emesse dopo il 1 aprile ed il 30 giugno di soli 30 giorni (31/07/2020). Chiediamo Possibilità di dilazionamento dei debiti iscritti a ruolo per almeno 60 mesi (non 36) a tasso zero, senza garanzie e senza limiti di importi.
 - Art.8 (Affitti passivi): come già richiesto, chiediamo che il credito d’imposta, nella misura del 60% degli affitti di marzo e aprile (per chi è dovuto restare chiuso da decreto), sia spendibile per il pagamento di qualsiasi tipo di imposta e tassa da subito.
 - Art.20 (Misure temporanee per il sostegno alla liquidità degli operatori economici): apprezziamo lo sforzo di emettere una garanzia statale pari al 70% sull’importo finanziato ma riteniamo improponibili le modalità di calcolo dell’importo. Quest’ultimo, tenendo conto di quanto sopra, è totalmente iniquo in quanto privilegia aziende con molti dipendenti e penalizza chi ha meno dipendenti, aziende dove il costo della materia prima è più rilevante rispetto al costo del personale.

Non si può mettere sullo stesso piano un’azienda di servizi ed un’azienda di commercio al dettaglio che per mandare avanti il suo business ha bisogno di fare forti investimenti per l’acquisto delle materie prime. Pertanto proponiamo una integrazione alla modalità di individuazione dell’importo erogabile mediante, per esempio, calcolo del 25% (importo massimo richiedibile) del fatturato dell’anno 2019. È inoltre fondamentale fissare un tempo massimo per la valutazione/erogazione del finanziamento richiesto all’istituto di credito, in massimo 10 giorni lavorativi, la libertà di impiegare il credito, fatto salvo che lo stesso sarà impiegato nell’interesse esclusivo del buon andamento della azienda. Alla data di oggi, nessuna banca, non ha direttive per procedere con il perfezionamento delle richieste! - Cassa Integrazione Straordinaria e Cassa Integrazione Guadagni erogata direttamente dallo Stato al dipendente. - Stabilire regole certe e ben descritte per il “non contagio” (distanziamenti, sanificazioni etc) che ogni tipologia di impresa dovrà attuare dalla data di ripartenza. Queste sono solo alcune delle modifiche, per noi fondamentali, necessarie a garantire il sostentamento immediato delle PMI, da implementare con le richieste, già esposte nella comunicazione del 18 u.s., non appena San Marino potrà beneficiare di finanziamenti esterni. Noi imprenditori, consci dello stato attuale del bilancio pubblico, non siamo qui per chiedere soldi a fondo perduto o moratorie di debiti passati; stiamo piuttosto chiedendo aiuti concreti ed attuabili con un minimo di buona volontà in favore di chi ha dato, nel tempo, un reale contributo alla crescita di questo Paese. Comprendiamo che questi siano grossi oneri per il Paese ma, uno Stato deve dimostrare di essere un buon padre di famiglia: nel momento in cui un figlio ha bisogno ci si può anche indebitare sapendo, che presto, questi debiti potranno venire ripianati... Pertanto, sottolineiamo che i “furbetti del passato” debbano star fuori da tutti questi possibili aiuti e che le aziende debbano dimostrare di essere state danneggiate dall’emergenza sanitaria, con ad esempio un semplice confronto del fatturato fatto tra marzo e maggio 2020. Alla luce del nuovo decreto italiano del 26 aprile 2020, chiediamo che il 04/05/2020 sia dato il via a tutte le tipologie di attività, con le dovute disposizioni sanitarie (vedi sopra), e che sia stipulato accordo con le regioni limitrofe (Emilia-Romagna e Marche) per la libera circolazione delle persone italiane/sammarinesi senza blocchi ai confini. Tutto ciò sarebbe di grande aiuto per la ripresa del commercio interno, che rischia di morire. Richiediamo un incontro urgente con gli Ill.mi Segretari di Stato agli Affari Politici, alle Finanze, al Lavoro, all’Industria, Artigianato e Commercio e al Turismo per un confronto costruttivo volto al miglioramento degli strumenti messi in atto mediante il decreto n. 63. Purtroppo in mancanza di aiuti concreti immediati e di strumenti finanziari certi, ci vedremo costretti, nostro malgrado, a continuare la sospensione di ogni pagamento verso l’Amministrazione Pubblica, dando precedenza alle spese necessarie al sostentamento delle nostre famiglie. Aggiungiamo che il costo dei dipendenti, vista la crisi economica, diventerà insostenibile e, pertanto, saremo costretti a riduzioni di personale che andranno a gravare, ancora più negativamente, sul bilancio dello Stato. Vi facciamo peraltro presente che il numero dei dipendenti che fanno capo alle nostre attività è di oltre 1.000 dipendenti. 

 Movimento Imprenditori Sammarinesi


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