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Il calendario della Polizia di Stato protagonista di Rimini Comix

13 lug 2019

Il calendario 2019 della Polizia di Stato è stato realizzato da 12 grandi artisti del fumetto, i quali hanno ideato 12 tavole - una per ogni mese dell’anno - nelle quali hanno trasposto la loro idea della Polizia e del servizio che le donne e gli uomini che la compongono svolgono quotidianamente.- Lo hanno fatto talmente bene che il calendario è stato scelto quale “protagonista” della mostra che ogni anno gli organizzatori di Rimini - Comix, uno dei più grandi eventi estivi del panorama nazionale dedicato al fumetto ed alla graphic novel, allestiscono presso il foyer della palazzina Roma a piazzale Fellini in occasione dell’evento.- Dal 15 al 21 luglio le tavole originali disegnate dai fumettisti saranno parte di un percorso espositivo che, oltre ad esaltare le qualità artistiche dei disegnatori, porteranno i visitatori all’interno del mondo della Polizia di Stato, un mondo che grazie al fumetto - strumento amplificatore dell’immaginazione - viene amplificato permettendo allo spettatore di “calarsi” nei panni del poliziotto e del servizio che svolge.- Il 2019 è un anno speciale per tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato anche perché quest’anno - esattamente da ieri 12 luglio - sono stati introdotti i nuovi distintivi di qualifica, che tutto il personale da ieri ha appuntato sulle proprie divise.- Il giorno precedente, l’11 luglio, nel quale ricorre l'anniversario dell'istituzione della Polizia di Stato, prima forza di Polizia, si è tenuta a Roma, presso il Palazzo della Consulta alla presenza delle più alte cariche istituzionali la cerimonia ufficiale di presentazione dei nuovi distintivi di qualifica. Un giorno atteso con grande trepidazione. Dopo 38 anni, in modo tangibile si riafferma nella forma e nella sostanza l'identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto "sub lege libertas". Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare. Con tale riforma la Polizia di Stato, in estrema sintesi, si apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Un'epocale conquista che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa, e fortemente voluta. Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l'uniforme di oltre 98.000 poliziotti dal 12 luglio ha cambiato aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall'esperto di araldica professor Michele D'Andrea. Ad accomunare passato e presente l'immagine, rivisitata stilisticamente, dell'aquila, emblema dell'Istituzione, che quest'anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919. Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L'aquila continua ad esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà. Compaiono invece per la prima volta, a caratterizzare le diverse qualifiche: il plinto araldico, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio, per gli agenti ed assistenti; il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall'esperienza, per i sovrintendenti; la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all'eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese, per i funzionari. I distintivi uguali per tutti i ruoli differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature.


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