Il Comitato Correntisti Sammarinesi presenta ricorso a Strasburgo presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo

Il Comitato Correntisti Sammarinesi presenta ricorso a Strasburgo presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo.

Come rappresentante del comitato di ex correntisti di Banca CIS a più riprese sono stato costretto a manifestare il nostro disagio per quanto siamo stati costretti a subire. Come noto sia nel programma di risoluzione dell’istituto bancario finito in dissesto che successivamente, attraverso le norme approvate dal Congresso di Stato e dal Consiglio Grande e Generale, ci era sempre stata garantita la restituzione, in base a criteri di progressività e proporzionalità fondati sull’entità di risparmi effettivamente detenuti, delle obbligazioni aventi scadenza al 22.07.2022. Su questa promessa e garanzia dello STATO i risparmiatori e correntisti avevano fondato le loro aspettative e avevano pianificato le loro scelte di vita. Con un intervento legislativo deliberato a soli 20 giorni dalla scadenza di quegli strumenti finanziari i nostri risparmi sono stati, in un colpo solo, congelati per i prossimi 10 anni a mezzo dell’intervenuta conversione in Titoli di Stato.

Alcune persone avevano stipulato contratti preliminari di acquisto di immobili versando la caparra in attesa di rientrare delle altre disponibilità, altri avevano progettato altri investimenti per sé e per i propri familiari (ancor più gravi sono le diverse situazioni in cui queste somme servono per figli disabili a carico!) ingenuamente convinti che le istituzioni avrebbero rispettato le loro promesse e le garanzie prestate. Tutto finito in fumo o, meglio, in carta. Quei titoli, anche volendo cederli, nessuna banca o soggetto privato è interessato ad acquistarli anche a fronte della consistente svalutazione che oggi è stimata al 36,40%. Ciò a tutto dire della possibilità di poterli veicolare sul - più mitologico che reale – “mercato secondario” più volte invocato. Dinanzi al silenzio assordante delle istituzioni governative con le quali, a più riprese, abbiamo tentato – purtroppo vanamente – di instaurare un dialogo per individuare soluzioni che potessero conciliare le ragioni di tenuta delle finanze pubbliche con le normali e pratiche esigenze di vita di comuni cittadini, vistisi privati, a poche settimane dall’ambito e promesso rimborso, dei risparmi di una vita ci siamo visti costretti, nostro malgrado, ad agire.

Lo abbiamo fatto dinanzi all’unico organo giurisdizionale esterno – cui qualsiasi comune cittadino può autonomamente rivolgersi - in grado di giudicare la condotta delle istituzioni sammarinesi, ossia la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a cui è stato tempestivamente inviato un ricorso di gruppo sottoscritto da diverse decine di cittadini, sammarinesi ed italiani per violazione dell’art. 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione EDU. Confidiamo che quest’iniziativa possa portare chi deve decidere sulla sorte della vita delle persone ad ascoltare finalmente quel grido di dolore che fino ad oggi è rimasto, inspiegabilmente, inascoltato. Diversamente noi non ci fermeremo – ed io personalmente non mi fermerò – nel rivendicare i nostri diritti ed il rispetto delle promesse che ci erano state fatte.

Thomas Biagi

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