Il Comitato sammarinese di Bioetica ha presentato agli Eccellentissimi Capitani Reggenti e alla cittadinanza il documento “Umanizzazione delle cure e accompagnamento alla morte in scenari pandemici”

Il Comitato sammarinese di Bioetica ha presentato agli Eccellentissimi Capitani Reggenti e alla cittadinanza il documento “Umanizzazione delle cure e accompagnamento alla morte in scenari pandemici”.

L’occasione è stata propizia per premiare con l’onorificenza dell’Ordine di Sant’Agata la Presidente del CBS, Dottoressa Maria Luisa Borgia. Nella mattinata odierna, all’interno della Sala del Consiglio Grande e Generale, è stata conferita dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti Giancarlo Venturini e Marco Nicolini, insieme al Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta e al Segretario di Stato agli Affari Esteri Luca Beccari, l’onorificenza dell’Ordine Equestre di Sant’Agata alla Presidente del Comitato Sammarinese di Bioetica Dottoressa Maria Luisa Borgia.

L’occasione è stata propizia per presentare alle più alte cariche dello Stato il documento approvato lo scorso 12 maggio dall’organismo stesso: “Umanizzazione delle cure e accompagnamento alla morte in scenari pandemici”, poi presentato anche alla stampa e a tutti i cittadini nel pomeriggio. Il Comitato Sammarinese infatti, sin dall’esordio della pandemia di Covid-19, ha monitorato costantemente lo scenario inedito che si stava disvelando: una risposta globale data dalle società e dai sistemi sanitari che è stata talmente impattante da aver introdotto una nuova forma di “deumanizzazione”, e che, sotto il manto di una “legittimazione” dettata dall’emergenza, ha spazzato via princìpi e diritti considerati patrimonio indiscutibile della scienza, della medicina, del diritto, travolgendo proprio quelle categorie di persone che avrebbero dovuto avere una maggiore tutela. Pertanto, il Comitato è intervenuto emanando pareri e documenti nei quali, con una posizione ferma e coerente, ha riaffermato come unico criterio di scelta, in caso di scarsità di risorse, la corretta applicazione del triage sulla base dell’appropriatezza clinica e della proporzionalità delle cure, rigettando qualsiasi altro criterio che introdurrebbe una graduatoria tra vite solo in apparenza più o meno degne di essere vissute. Un documento che rimarca come nessuna situazione, neppure in un contesto emergenziale e pandemico, possa giustificare l’espropriazione dell’umanità, in nessuna fase della vita e della morte, e in special modo per le persone che subiscono più di altre i pesanti effetti delle situazioni di grande criticità come è stata quella pandemica, tra cui i bambini, le persone con disabilità di ogni età e gli operatori sanitari. Il documento, inoltre, si arricchisce di un argomento spesso solo appena sfiorato nel dibattito scientifico e bioetico: l’impedimento in tutti i Paesi di effettuare le indagini post-mortali fin dagli esordi della pandemia che ha, di fatto, impedito la comprensione dell’eziopatogenesi e il conseguente approccio terapeutico ad una patologia sconosciuta. Per questi motivi, il CSB ritiene doveroso che tutti i decisori, sia in ambito politico, sia in ambito scientifico, traggano da questa drammatica esperienza preziose indicazioni per affrontare una possibile, futura, emergenza, senza improvvisare nulla, ma seguendo le linee-guida che provengono dalla medicina delle catastrofi: programmazione e formazione preventiva di tutti gli attori in gioco. In particolare, nelle raccomandazioni finali del documento, il CSB ha auspicato: la programmazione dell’intero impianto del Servizio Sanitario alla luce di nuovi criteri organizzativi, auspicabilmente improntati a inderogabili valori di umanizzazione e rispetto della vita umana, in qualunque fase ed in qualunque condizione questa versi, a favore di un welfare di inclusione e partecipazione, in cui le persone rimangano nella propria comunità di appartenenza, sostenute da appropriati sostegni; la predisposizione di spazi che garantiscano la prossimità di un familiare o assistente personale e le relazioni con i congiunti, per garantire livelli essenziali sia di assistenza sia di comunicazione e relazione, attraverso adeguate soluzioni tecniche e informatiche; la garanzia di una doverosa gestione del dolore e dell’accompagnamento verso la fine della vita attraverso le cure palliative anche nelle situazioni di emergenza sanitaria; una gestione integrata tra ospedale e territorio che ne garantisca la continuità; un supporto psicologico costante per i professionisti sanitari che lavorano in situazioni di stress psico-fisico. Ad introdurre la presentazione del documento è stato il Segretario di Stato per la Sanità Roberto Ciavatta, che ha ricordato e elogiato l’enorme lavoro del Comitato Sammarinese di Bioetica fin dagli esordi dell’emergenza pandemica. In particolare, sia attraverso pareri e documenti, sia attraverso la valutazione e l’autorizzazione di farmaci off/label e sperimentazioni cliniche, oltre che fornendo il proprio supporto scientifico e bioetico alla Repubblica attraverso documenti e pareri riguardo alla copertura vaccinale contro il COVID-19 e riguardo allo stato dell’arte dei vaccini disponibili nel mondo. Gli 8 documenti elaborati dal Comitato in questi due anni, sono stati pubblicati in lingua inglese sul sito del Consiglio d’Europa dedicato al COVID-19. Alcuni degli stessi, per l’immediatezza e l’incisività dei contenuti, in particolare sulla tutela delle persone con disabilità, hanno ricevuto il riconoscimento come “Best practice” da organizzazioni mondiali come l’OMS, l’UNESCO, l’European Disability Forum. In virtù di tali documenti, la Repubblica di San Marino è stata invitata, quale voce più rappresentativa, a rappresentare la Macro-area europea al Global Summit dei Comitati Nazionali di Bioetica organizzato dall’OMS – NEC FORUM (aprile 2020), per illustrare le migliori scelte adottate a tutela dei diritti umani durante la pandemia. Con la partecipazione alle conferenze mondiali organizzate dagli organismi internazionali, anche in qualità di relatore, e con la pubblicazione di articoli scientifici su riviste internazionali, la Repubblica di San Marino si è inserita a pieno titolo nel dibattito bioetico internazionale, confermandosi un punto di riferimento nella tutela dei diritti umani e un capofila per l’attenzione alle persone con disabilità.

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