Il governo deve essere veramente capace di mettere in campo quella condivisione tanto sbandierata

Il governo deve essere veramente capace di mettere in campo quella condivisione tanto sbandierata.

Visto l’anno 2022 da poco iniziato è giunto il momento di fare un primo bilancio provvisorio. Doveroso sottolineare come tante erano le aspettative sui nodi da sciogliere nel Paese: ricordiamo le dichiarazioni rilasciate in CGG al momento dell’insediamento del Governo con le quali si fornivano ampie assicurazioni sulla partecipazione e condivisione delle scelte fondamentali, sull’ascolto e comprensione di tutte le istanze della società civile. Dopo due anni il dato certo che rileviamo è che queste dichiarazioni sono state spesso solo mere enunciazioni. Se è pur vero che la gestione della pandemia ha costretto la Politica a sforzi eccezionali ed imprevisti non possiamo esimerci dall’osservare come oramai si stia perdendo il controllo della situazione. Non ci riferiamo solamente al campo sanitario dove da tempo si sono perse le fila di una vera organizzazione, dove in questi due anni il sistema ha tenuto quasi esclusivamente grazie alla preparazione e impegno dei nostri professionisti ed operatori.

Sul piano generale sono state prese decisioni che inevitabilmente condizioneranno il futuro dei cittadini e del mondo del lavoro senza un minimo di condivisione; circostanze impattanti, come per esempio l’accessione di debito pubblico verso l’esterno dove le decisioni sono state prese senza condivisione, senza dati/prospetti chiari e senza un, a nostro avviso doveroso, accurato passaggio di informazioni nemmeno alle parti sociali ed economiche. Non siamo a conoscenza nemmeno di un piano economico a medio/lungo termine e delle scelte di indirizzo e sviluppo per il futuro del Paese, su cui vorremmo dare il nostro contributo, come il percorso di adesione all’UE o la lotta all’evasione fiscale: risposte che invece la popolazione ed i lavoratori meritano di ottenere.

Sentiamo ribadire che il 2022 sarà l’anno delle riforme ma sinceramente i presupposti al momento non sono dei migliori: il Governo preferisce spesso la strada della decretazione anche su materie di stretta competenza sindacale dimostrando una pochissima capacità di mediare e ascoltare le legittime istanze del mondo del lavoro (ne sono stati purtroppo brutti esempi i decreti n° 213 e 214 del 2021 tutti calati dall’alto). Solo recentissimamente in riferimento al Programma di lavoro sulla Riforma dell’Imposta Generale sui Redditi cogliamo con favore l’intenzione della Segreteria alle Finanze di affrontare la discussione in un ottica di partecipazione e confronto con le parti sociali. Speriamo che non rimanga un azione isolata. Non riteniamo più ammissibile che la politica continui a relegare il Sindacato ad un mero raccoglitore di grida d’aiuto dei lavoratori e cittadini per decidere troppo spesso unilateralmente. Confronto non significa semplice presentazione ma ci aspettiamo una reale concertazione, il rispetto dei tempi e che vengano recepite le istanze che porteremo ai tavoli di lavoro. Come Sindacato, vivendo giornalmente le problematiche dei lavoratori che in questa pandemia stanno passando un periodo incerto e complesso, se veramente il 2022 sarà l’anno delle riforme non ci esimeremo dal dare il nostro contributo ma solo se chi ci governa sarà capace veramente di mettere in campo quella contrattazione e condivisione tanto sbandierata.

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