Imprenditoria giovanile, uno spot elettorale

Imprenditoria giovanile, uno spot elettorale.
In un periodo di crisi di sistema, come si riattiva l’economia e si favorisce la nascita di nuove imprese?
Innanzitutto se lo scopo è quello di sostenere le attività nei centri storici aiutando i giovani imprenditori allora si deve decidere quale modello si intende sostenere: quello del grande centro commerciale dislocato verso i confini oppure l’economia concentrata nei centri storici? Ad esempio, come si intende far convivere da una parte l’economia locale e dall’altra il mega polo di Rovereta? Continuando con l’idea che possa bastare la rincorsa a sempre più ingenti sgravi, defiscalizzazioni e decontribuzioni, quando il problema alla base è che manca il potere di acquisto, non si fa che rincorrere un’economia destinata a non essere sostenibile.
Per questo a nostro avviso occorre una scelta dei settori strategici che favoriscano un'economia sostenibile nel medio - lungo periodo, indirizzando precisamente incentivi e disincentivi, ma anche altri elementi fondamentali alla competitività, come formazione e ricerca.
A nostro avviso si devono aumentare le presenze e la capacità di spesa, magari anche attraverso l’utilizzo di monete complementari, per creare un mercato interno: se non c’è gente che spende le attività chiudono, è semplice. Non è aumentando all’infinito contributi a pioggia e prestiti d’onore che si risolve la situazione, anzi si rischia di complicarla, mettendo anche in crisi la liquidità dello Stato (quasi ce ne fosse bisogno).
Prima di ogni piano di rilancio si devono ottenere risultati efficaci nel favorire la trasparenza e l’autonomia della pubblica amministrazione rispetto alla politica, nonché lo snellimento normativo.
L’unico elemento positivo della legge a sostegno dei giovani imprenditori, è quello di essere riuscita ad unire per una volta tutte le associazioni datoriali: infatti tutte insieme sono contro questa legge fatta dal gruppo giovanile DC.
È innegabile il pericolo, a più voci sottolineato, di una normativa che trasforma le distorsioni in legge: in primis la possibilità di accedere ad enormi benefici da parte di realtà già esistenti (altroché nuova imprenditoria) semplicemente facendo rilevare l’attività ai propri famigliari fino al secondo grado di parentela.
La gioventù in questo caso è solo un escamotage: basta cambiare l’assetto societario per avere quegli sgravi contributivi a cui diversamente non si avrebbe diritto!
Anche membri di maggioranza hanno criticato questi aspetti della legge, ma anziché pretendere di usare il buon senso e prendersi più tempo, come da noi proposto ed auspicato, cosa è stato proposto per prevenire tali distorsioni? La maggioranza ha deciso di incaricare un comitato valutatore (l’ennesimo) a predisporre un regolamento (l’ennesimo) per cercare di far fronte e mettere una pezza a tutte le problematiche emerse dalla legge, tra cui quello del fenomeno del “prestanomismo”. Altrochè snellezza normativa: come farà un giovane a districarsi tra una legge che non funziona ed un regolamento che cerca di darne attuazione?
Un Comitato Valutatore che è fortemente discrezionale: 2 dei suoi 4 componenti sono Segretari di Stato. Questo organismo deve esprimersi su ogni progetto, dare il proprio parere, decidere quale sia un progetto innovativo (vedendosi cosi triplicare il finanziamento tramite prestito d’onore) e quale possa accedere ai benefici “nella misura e proporzione che ritiene più congrua”.
E’ dunque di nuovo la politica a determinare il destino delle aziende, obbligando di fatto anche i cosiddetti giovani a prostarsi al politico di turno per ottenerne la benevolenza.
Anche fare ricorso sarà difficile dal momento che nessun riferimento normativo è stato inserito.
Insomma inutile fare una normativa sapendo che poi dovrà essere modificata in un secondo momento, solo per fare uno spot elettorale e garantire un momento di visibilità a un giovane della DC che evidentemente ha imparato bene la vecchia politica.


Movimento RETE

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