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Interreg: Il progetto SOUNDSCAPE per 15 mesi ha registrato il rumore in Alto Adriatico

6 dic 2021
Foto di Elisabetta Zavoli
Foto di Elisabetta Zavoli


Si è concluso il 30 novembre 2021 il progetto Italia-Croazia “SOUNDSCAPE. Paesaggi sonori nel mare Adriatico settentrionale e il loro impatto sulle risorse biologiche marine”, cooperazione tecnica, scientifica e istituzionale transnazionale co-finanziata dalla Commissione Europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (European Regional Development Fund), che per la prima volta ha misurato l’inquinamento acustico sottomarino in alto Adriatico con il coinvolgimento di partner di altissimo livello: capofila l’Istituto di Oceanografia e Pesca di Spalato e come partner il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Blue World Institute di Lošinj, Arpa Friuli Venezia Giulia,  Fondazione Cetacea, la Regione Marche, il Ministero Croato dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile e l’Istituto per la Salute Pubblica di Rijeka. Iniziato a gennaio 2019 SOUNDSCAPE è primo progetto ad aver monitorato, registrato e misurato il rumore sottomarino in questa area del Mediterraneo per un periodo continuativo: 9 idrofoni situati da Ancona a Trieste , lungo le coste croate e in acque internazionali hanno registrato per 15 mesi, riportando una gran mole di dati che ora il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto delle Scienze Marine di Venezia sta traducendo in mappe per evidenziare quanto i punti di campionamento siano esposti al rumore antropico, in che quantità e con quale stagionalità. L’obiettivo del progetto è stato sì valutare la presenza e le sorgenti dei rumori antropici in alto Adriatico ma anche le loro conseguenze sull’ecosistema marino. Infatti i suoni e i rumori causati dalle attività dell’uomo in mare interferiscono con tutti quei suoni e rumori prodotti dagli organismi viventi acquatici, utilizzati come forma di comunicazione intraspecifica e interspecifica e indispensabili in altre funzioni vitali, quali la ricerca di cibo e la riproduzione, ostacolandole, mascherandole e alterando il comportamento delle specie. Inoltre possono causare a questi organismi la perdita della capacità uditiva e alterazioni fisiologiche. L’insieme di questi rumori produce una vera e propria “nuova” forma di inquinamento ancora poco studiata e conosciuta: l’inquinamento acustico sottomarino.
Il coordinatore del progetto Istituto di Oceanografia e Pesca di Split in Dalmazia lo scorso 27 ottobre ha ospitato presso il Golden Gate Cinema lo spettacolo prodotto dal partner di progetto e coordinatore della comunicazione Fondazione Cetacea utilizzando proprio i suoni registrati al largo di Rimini da uno dei 9 idrofoni del progetto (e gestito appunto da Cetacea con il prezioso supporto tecnico della Sub Gian Neri). La performance andata in scena a Split, dopo 4 repliche in 1 anno (Rimini, Ancona, Venezia e Udine, quest’ultima dove è diventata una vera e propria istallazione sonora all’interno del festival “Il Suono in Mostra”), è stata creata partendo da questo interrogativo: come comunicare l’impatto devastante dell’inquinamento sonoro di origine antropica in mare, tanto nocivo per le specie marine ma non percepibile dall’orecchio umano? Diverse ore di registrazioni sono state messe a disposizione del collettivo artistico Ground-to-sea Sound Collective formato da Emiliano Battistini (sound-artist, elettronica) e Fabio Mina (flauto, effetti e synth), che attraverso elettronica e strumenti a fiato hanno creato una vera e propria performance immersiva con lo scopo di trascinare lo spettatore nelle profondità marine, dove le biofonie prodotte dalle specie marine si incontrano e si scontrano coi i rumori dei motori delle imbarcazioni che percorrono il Nord del Mare Adriatico: due tipologie di “onde sonore differenti”, protagoniste entrambe delle sfide ecologiche che investono oggigiorno il nostro mare.
La performance comprende anche una suggestiva installazione visiva a cura di Mattia Fornaciari dello studio Noroof • Visual Communication, che attraverso le tracce prodotte dalle onde sonore dei musicisti e quelle campionate dagli idrofoni, ha permesso al pubblico di visualizzare in diretta come queste possano propagarsi e gli effetti che possono generare in elementi come l’acqua.
Nelle settimane precedenti i risultati del progetto sono stati presentati a Zagabria e a Roma ai rispettivi ministeri coinvolti e i partner si sono incontrati in un evento finale “scientifico” a Rijeka.
Un finale intenso per un progetto importante che volge al termine, ma con l’auspicio che le partnership e le metodologie sperimentate in questi anni possano continuare ed essere messe a punto, il monitoraggio proseguire e che dai risultati raggiunti possa partire l’adozione di politiche, leggi e strumenti volte alla mitigazione del problema dell’inquinamento acustico sottomarino.

Comunicato stampa
Interreg


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