Intervento sul “Caso Badanti” –parte seconda-

Intervento sul “Caso Badanti” –parte seconda-.

Se nella prima parte ci siamo soffermati molto brevemente sull’ incertezza della legittimità dell’ autorevolezza del “Comitato Mauriello” , la nostra attenzione la vogliamo rivolgere, in questa seconda parte, all’operato dell’ ormai ex Segretario Santi. E vogliamo farlo prendendo spunto dalle sue dichiarazioni durante la trasmissione (Khorakhanè 24/10/19), quando egli ha affermato, senza NESSUNA REPLICA da parte di chicchessia, che le accuse che vengono mosse sono sotto il vaglio della magistratura ed in attesa della quale, lui non si sente, in uno stato di diritto, di giudicare. E questo già basterebbe a far rilevare come, in due anni e mezzo dal suo insediamento, si sia dovuti ricorrere alla Magistratura, per tentare di sanare una situazione che lui stesso ha sempre avuto sotto gli occhi, passeggiando tranquillamente per i corridoi dell’ospedale, o magari raccogliendo input da chi, fra le stesse mura, costantemente per anni gli segnalava la cosa. Ma in qualità di Segretario alla Sanità, segreteria tra le più importanti, se non la più importante visto che riguarda la salute dei cittadini, davvero non si è sentito investito della responsabilità di arginare il fenomeno, avendo l’autorità e la possibilità di farlo, senza nascondersi dietro il salvifico e auspicato intervento della Magistratura? Eppure le azioni che avrebbe potuto mettere in campo sarebbero potute essere molteplici. Sarebbe bastato ad esempio perseguire l’obiettivo imposto dal CGG (giugno 2017), che obbligava l’ISS ad attivarsi per eliminare il lavoro nero. E invece, nel luglio 2017, il C.A. ha emesso un regolamento ( APINS Assistenza privata non sanitaria), che andava esattamente nel segno opposto, perché la cosiddetta “persona di fiducia”, presente nei documenti di “regolarizzazione” delle badanti, rende difficoltosa la tracciabilità e la trasparenza del rapporto tra la famiglia e la badante stessa. Inoltre, avrebbe potuto istruire il personale di corsia, sulla necessità di allontanare e segnalare ogni attività illecita inerente al fenomeno. Invece, a dispetto di tutto ciò, è stata perseguita la logica del sempre maggiore coinvolgimento di quel personale di corsia ed amministrativo, interessati a situazioni ben poco trasparenti. Stendiamo poi un pietoso velo, sulla assoluta discrezionalità e mancanza totale di trasparenza, nella scelta della visibilità mediatica, accordata “a divinis” a persone ed associazioni ideologicamente vicine ed anche interessate materialmente , in una totale mancanza di contraddittorio pubblico ed utilizzando i mezzi di informazione pro domo sua. Rammentiamo, perché ci sembra il caso, che la Sanità è un bene di tutti e che un Segretario degno di tal nome, se ne sarebbe dovuto ricordare e farsene carico durante tutto il suo mandato, e non solo magari all’avvicinarsi delle elezioni, trasformando un problema di rispetto e dignità in un spot elettorale, per giunta fuori dai termini consentiti.

Il Comitato Rispetto & Dignità

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