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IUS. Smac: la lunga guerra di trincea

10 giu 2016
IUS. Smac: la lunga guerra di trincea
IUS. Smac: la lunga guerra di trincea
La Smac purtroppo è stata fatta diventare strumento di una folle guerra: da una parte c’è un regime catto-comunista che impone rigide regole macchinose e strampalate e dall’altra l’alleanza tra gli operatori economici e la parte più coscienziosa del popolo che è costretta a difendersi. Si assiste ad una drammatica guerra di trincea, come quella del ’15 - ’18 dello scorso secolo, caratterizzata da tempi lunghi e da posizioni di stazionamento, dove diventa pericoloso esporsi troppo, perché si rischia di diventare vittime di improvvise fucilate, consistenti in un accanimento di controlli che spesso non colpiscono solo gli operatori economici, ma anche incolpevoli civili, come i nostri turisti. Questa guerra gli operatori economici e la parte del popolo che li difende non l’hanno mai voluta, ma dal 1 gennaio 2015 gli è stata frettolosamente dichiarata dal regime, che spinto dal grido di battaglia “smac obbligatoria adesso” della CSU, ha imposto illogiche angherie, nonostante che gli alleati da tempo ne evidenziassero i pericoli. Da quando però la folle guerra ha colpito anche le fasce più deboli della popolazione, cioè pensionati e diversamente abili, anche la CSU si è accorta della inadeguatezza dello strumento Smac, ha chiesto correttivi, ma non può ormai fermare il conflitto in cui essa stessa ha spinto il regime. Nel periodo estivo nel campo di battaglia scendono anche ragionieri e commercialisti che dovendo provvedere alle dichiarazioni dei redditi, come neutrali reporter di guerra contano morti e feriti, cercando di comprendere le ragioni di questa disgrazia e trasmettono i loro dispacci ad incolpevoli funzionari dell’Ufficio Tributario, che, disperati, lanciano richieste di aiuto, ma, come tutti, rimangono inascoltati. Il conflitto continua a mietere vittime, tante attività chiudono, però il regime non si ferma, bensì testardamente avanza. Addirittura compie vili atti di propaganda cercando di indottrinare le future generazioni, vendendo gli strumenti di morte Smac Card anche ad innocenti bambini di 11 anni, introdotti in guerra per annullare le loro coscienze ed il loro futuro spirito critico, costringendoli ad essere oggetto silenzioso ed indifeso di un ossessivo controllo di massa. La guerra prima o poi finirà, qualcuno prima o poi avrà il coraggio di dichiarare la Smac Card fiscale un crimine contro l’umanità, non ci saranno né vinti né vincitori, ma solo sconfitti, come in tutte le guerre e magari si scoprirà che ad aver ottenuto un vantaggio saranno stati soltanto gli istituti di credito, sempre come in tutte le guerre, che dal 1 gennaio 2017 avranno anche goduto, almeno loro, di commissioni economiche su ogni singolo colpo sparato dalle transazioni del borsellino elettronico Smac. Speriamo solo che tra le parti il conflitto finisca prima che diventi un’odiosa guerra civile, perché come recita una vecchia canzone: la storia lo ha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion!
Lo IUS ha voluto fare una caricaturale parodia della storia della Smac per spingere qualcuno a sorridere, visto che ormai, purtroppo, a chi vive la Smac quotidianamente non resta che piangere.

IMPRENDITORI UNITI SAMMARINESI
OSLA USC USOT

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