La lettura dei versi dell’Inferno latino di Giovanni Bertoldi dà l’avvio alla prima parte di conferenze e letture dell’Anno Dantesco a San Marino.

La lettura dei versi dell’Inferno latino di Giovanni Bertoldi dà l’avvio alla prima parte di conferenze e letture dell’Anno Dantesco a San Marino..

Ieri sera presso il Teatro Titano, nell’atteso giorno delle riaperture a San Marino dei luoghi della cultura, ha inaugurato la prima parte di conferenze e letture dell’Anno Dantesco 2021 che, assieme alle altre iniziative in programma, celebreranno sul Titano il 700° anno dalla scomparsa del Sommo Poeta. Promotore e organizzatore degli appuntamenti, il Comitato sammarinese per le celebrazioni del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri che, costituitosi sotto l’egida della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, annovera tra i suoi membri, l’Ambasciata d’Italia a San Marino, gli Istituti Culturali, l’Università degli Studi, la Scuola Secondaria Superiore, la Commissione Nazionale Sammarinese per l’Unesco e l’Associazione Dante Alighieri. Ad aprire quindi la rassegna, nell’affascinante cornice del Teatro Titano, la lettura intitolata ‘GIOVANNI BERTOLDI’. Traduttore e commentatore di Dante in latino. Protagonisti della serata sono stati gli studenti della terza classe del Liceo Classico che, sotto la guida dalla professoressa Lucia Crescentini, accompagnati dalle musiche di Marco Ercolani al pianoforte, hanno recitato alcuni versi dell’Inferno della Divina Commedia appartenenti alla traduzione in latino del Bertoldi. Discendente da una nobile famiglia originaria di San Marino, Bertoldi nasce intorno al 1355 a Serravalle, territorio ai tempi ancora sotto il dominio dei Malatesta di Rimini. A 16 anni entra nella Scuola dei P.P. Minori Conventuali di San Marino, professa la regola francescana e nel 1383 si laurea a Bologna presso il Convento di San Francesco. Prima a Pavia poi a Roma insegna teologia. Nel 1410 Papa Gregorio XII lo nomina Vescovo e Principe di Fermo, otto anni più tardi Papa Martino V lo elegge Vescovo di Fano, città in cui svolge la sua azione pastorale fino alla morte il 3 febbraio 1445. Il contesto nel quale si colloca la traduzione dell’opera di Dante in latino fu quello del Concilio di Costanza che ebbe luogo tra il 1414 e il 1418 e al quale Bertoldi partecipò in qualità di Vescovo di Fermo. Alcuni dei prelati presenti che, non conoscendo l’italiano, non erano in grado di apprezzare il contenuto della Divina Commedia, rivolsero a Bertoldi l’invito a tradurre le tre Cantiche in una lingua che fosse accessibile a tutti. L’invito fu subito accolto e il lavoro venne eseguito con straordinaria rapidità: la versione latina dei versi danteschi fu realizzata da gennaio a maggio del 1416 mentre il commento dal primo febbraio dello stesso anno al 16 gennaio del 1417. Bertoldi si servì di un latino facile e corrente e abbandonò la poesia a favore della prosa. Lo scopo non era di creare un prodotto di pregevole fattura ma di farsi mediatore tra Dante e un pubblico curioso di scoprirne il capolavoro. Il lavoro del Bertoldi - figura che l’occasione del Settecentesimo anniversario dalla scomparsa di Alighieri ci da l’opportunità di riscoprire e apprezzare - offre una testimonianza tangibile della sua ampia e indiscutibile cultura. Tutto il Comitato Sammarinese Dantesco si complimenta del successo della serata, confermato dai lunghi applausi tributati dal pubblico all’insegnante, agli allievi e al pianista.

c.s. Comitato Sammarinese Dantesco
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