Libera: "Bevere è un pesce fuor d’acqua: non sa neppure dove si trova San Marino e l’ospedale di Stato"

Libera: "Bevere è un pesce fuor d’acqua: non sa neppure dove si trova San Marino e l’ospedale di Stato".

Mai come in questo periodo di pandemia, semmai ce ne fosse bisogno, i sammarinesi hanno compreso appieno l’importanza e la necessità di un sanità che funzioni. A quanto pare il Segretario Ciavatta per accorgersi delle numerosissime criticità della sua gestione ha dovuto prendere e pagare profumatamente il dottor Bevere. In sostanza il titolare della Sanità si è auto commissariato. E se le cose andassero bene, qualcuno potrebbe anche (forse) passare sopra a tutto questo. Il problema però è che si è partiti col piede sbagliato. Perché se è vero che il primo passo per risolvere le cose è fare un disegno fedele dello stato dell’arte, allora ci attende un futuro poco roseo. Ad analizzare la relazione del super manager balza subito agli occhi come chi voglia mettere mano all’Iss non sappia neppure dove stia di casa San Marino e tantomeno l’ospedale, visto che immediatamente alla pagina 4 le informazioni fornite non sono né reali, né rispondenti alle norme. Andiamo a pagina 5: si parla di pandemia e di “stress test” che avrebbe messo in luce vari problemi. Ora, detto che si poteva certamente fare di più e meglio, va anche constatato come probabilmente una delle poche cose che abbiano funzionato sia stato il cosiddetto covid team. L’approccio di Bevere inoltre – hai voglia ad affermare il contrario – continua a farci pensare ad una sanità sempre più privatizzata. Non a caso si parla, a sproposito, di “azienda Iss”. Ebbene l’Iss non è una azienda, non ha scopo di lucro, né i sammarinesi vogliono che diventi tale in quanto deve rimanere un bene della collettività, di tutti e per tutti. Senza contare che l’Iss è un ente statale e come tale deve anche sottostare alle regole del pubblico. Piaccia oppure no. A meno che, appunto, qualcuno non abbia ben altro in mente. Sempre a questo proposito, a leggere la relazione, pare proprio che Bevere non abbia ben compreso in quale realtà stia operando. Pensa infatti di modificare tutta l’organizzazione interna con dei regolamenti – peraltro discutibili -, in realtà sistema, organizzazioni e ruoli devono passare al vaglio del Consiglio. Troppo burocrazia? Questo sistema non piace? Dispiace, ma vale come sopra: non siamo nel privato, ma nel pubblico. Il che significa, lo si ribadisce con forza, maggiori tutele per i nostri concittadini. Secondo quanto comincia già a circolare nei corridoi dell’istituto – con buona pace dell’ufficio stampa governativo che tutto vede e tutto sente – c’è già una certa insofferenza nel personale a cominciare dai toni utilizzati. Nella relazione infatti non è passato inosservato l’utilizzo un po’ dappertutto di quello che viene pomposamente definito “controllo direzionale”: come se fino a ieri ciascuno facesse il proprio comodo, il che apparirebbe mortificante agli operatori. Senza contare il fatto che esistono già delle norme precise alle quali ognuno si deve attenere. Proprio perché siamo nel pubblico, nessuno può fare i propri comodi. A cominciare chiaramente dal direttore generale. Quest’ultimo, sempre a leggere la relazione, appare catapultato in una realtà a lui avulsa. Lo si comprende proprio dal fatto che vengono scritte banalità e cose sbagliate. Nonostante il lauto stipendio. Prendiamo pagina 17 della relazione dove si parla di cambiare impostazione del bilancio: ciò è scritto chiaramente da chi non sa come è organizzato oggi il nostro bilancio al netto di parole e frasi scontatissime. Ancora a pag. 41 dove si parla di funzioni di organizzazione, amministrazione: tutto già attuato da almeno 10 anni. Area risorse umane: uffici giuridici ed economici sono sotto la medesima direzione da almeno 15 anni proprio per eliminare duplicazioni di documenti. C'è già l'interscambiabilità tra impiegati di medesimo PDR. Pag. 42: l'ufficio di coordinamento è già in staff alla direzione sanitaria e socio sanitaria. Si tratta chiaramente di esempi, forse un po’ tecnici per i nostri lettori, ma che mettono in luce pochissima conoscenza dell’Iss: come si può pensare in questo contesto di cambiare in meglio le cose? D’altra parte ne abbiamo avuti a bizzeffe di esempi di personaggi che vengono da fuori e pensano di insegnare agli “sprovveduti” sammarinesi come stare al mondo. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti perché entrati nelle cronache. Un altro esempio? La legittimità degli atti amministrativi che avviene per legge n.68/89, e che Bevere nella sua relazione sostiene spetti ai sindaci revisori le cui funzioni sono definite dalla legge 165/2004! Un altro gravissimo errore che la dice lunga. Insomma funzioni mischiate, gerarchie delle fonti ribaltate, miscugli di competenze... e chi più ne ha, più ne metta. Se chi ben comincia è a metà dell’opera, qui la sensazione è che si sia parti malissimo e che si finirà persino peggio. Al solito ci sarà chi cadrà in piedi prendendo i suoi soldi e chi resterà col cerino in mano: spesso e volentieri in quest’ultima veste ricadono i sammarinesi. Nessuno se la prenda ma no, non ci sentiamo in buone mani: anzi dalla “padella” di Ciavatta, siamo finiti nella “brace” di Bevere.

c.s. Libera
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