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Libera. Il Governo contro le piccole imprese

16 mar 2023
Libera. Il Governo contro le piccole imprese

Le micro e piccole imprese sammarinesi escono con le ossa rotte dalla seduta del Consiglio del 15 marzo. L’incapacità di capire come funziona il mondo del lavoro, pare essere il vero motivo che ha portato il Governo a sostenere posizioni assurde che strozzano l’economia, soprattutto quella nascente e comunque quella gestita a livello uninominale o familiare. La legge sul lavoro recentemente riformata, nonostante abbia il pregio di riconoscere ai familiari, ai soci e agli amministratori, la possibilità di lavorare nelle proprie imprese (il contrario era oggettivamente insensato), lo fa introducendo una serie di aggravi che renderanno la vita difficile per molte imprese, soprattutto quelle che ancora non maturano utili sufficienti a sostenere costi aggiuntivi.

Mentre i familiari che intendono dare una mano nelle attività dei propri congiunti, dovranno ora pagare una tassa doppia rispetto al passato (circa 200 euro), il problema si farà molto più serio per gli amministratori che, diventando obbligatoriamente ‘operativi’, dovranno pagare contributi previdenziali più che raddoppiati, passando dagli attuali 4.500 a 9.100 euro. Tale situazione è ancor più tristemente grave per gli amministratori pensionati che ieri versavano al fondo di solidarietà della gestione separata, circa 750 euro ed ora si troveranno a pagare più di 9000 euro, non potendo usufruire di quanto versato, ma come un’iniqua tassa a fondo perduto. Ma le sorprese non sono finite: per cercare di correggere l’evidente iniquità che la riforma produce, il Governo ha inserito una norma che dà alla Commissione del Lavoro, presieduta e di fatto gestita dal Segretario di Stato al Lavoro, il potere discrezionale di decidere se un amministratore deve essere considerato operativo oppure no, più chiaramente se dovrà pagare i 9000 euro oppure potrà godere di una riduzione, generando rischi indicibili di favoritismo che ci auguravamo ormai definitivamente allontanati.

Il gruppo consiliare di Libera ha tentato di far ragionare il Governo presentando due emendamenti che avrebbero portato equità negli interventi, ma inutilmente perché bocciati da una maggioranza che non sa neppure quale danno sta producendo a tutti coloro, soprattutto giovani, che coraggiosamente intendono affrontare un’attività propria piuttosto che chiedere un comodo posto sotto lo Stato. Il mondo della piccola impresa non può venire così pesantemente penalizzato, ogni impresa, anche se piccola, è generatrice di reddito e di opportunità, se non per i dipendenti (qualora l’impresa non se li possa permettere) di certo per i fornitori, i clienti e lo Stato stesso. E’ arrivato il momento di rendere competitivo il nostro sistema, ormai non più attrattivo, sburocratizzando e rendendo agevole economicamente l’avvio delle piccole attività e delle società individuali, di chi rischia. Il substrato generato dalla piccola impresa rappresenta l’humus su cui può svilupparsi anche la media e grande impresa; strozzarla, come sta facendo il Governo è un errore che Libera contrasta con tutte le sue forze, per questo motivo si pone al fianco dei tanti micro imprenditori che pur versando in difficoltà, continuano a mandare avanti la propria attività.

Libera





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