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Libera: "La non riforma del mercato del lavoro, ma non doveva essere una riforma?"

27 ott 2022
Libera: "La non riforma del mercato del lavoro, ma non doveva essere una riforma?"

Non possiamo che condividere le considerazioni svolte dal Segretario al Lavoro Lonfernini quando in Commissione Finanze ha affermato con franchezza che i suoi interventi legislativi in materia di lavoro non possono essere definiti riforma, ma riordino di norme già esistenti. È proprio così! Anzi su tanti temi Lonfernini ha fatto un vero e proprio dietrofront! Sapete cosa cambia con la “nuova” legge sul lavoro a tempo determinato? Sul lavoro occasionale? Sulla riorganizzazione degli uffici competenti, dei controlli, dell’inclusione lavorativa, della formazione? Assolutamente nulla! Perché la legge proposta dal Segretario è semplicemente un sommario di argomenti, un elenco, un indice che demanda a tutta una serie di decreti delegati che saranno emessi successivamente, non si sa quando e talvolta anche senza degli indirizzi precisi. Libera sperava in interventi strutturali che non ci sono. Abbiamo proposto il tempo determinato a 12 mesi, abbiamo proposto una riflessione sulla riduzione dell’orario di lavoro settimanale, un potenziamento dell’ufficio pubblico, un rilancio del Centro di Formazione Professionale e un ammortizzatore sociale di ultima istanza definito come Lavoro Minimo di Cittadinanza specialmente per i disoccupati in forte difficoltà economica. Nessun nostro emendamento è stato accolto e nessuna riforma è stata fatta. Libera è convinta, nonostante il plauso dei sindacati ai dietrofront di Lonfernini, che solo con interventi strutturali, coraggiosi, si possa uscire dal pantano della crisi economica, sociale e culturale che il Paese sta affrontando, aggravato dal vortice del debito in cui il Governo ci ha portato. Le chiacchiere stanno a zero: continuiamo ad avere un Esecutivo composto da una ampia maggioranza che però oltre al debito estero e all’azione drastica sulla giustizia non porta a casa nessun risultato. Politicamente invece la lettura è molto chiara. Il Segretario Lonfernini, e con lui il Partito Democratico Cristiano Sammarinese, non ha avuto il coraggio di portare fino in fondo le proprie proposte preoccupato di finire nel mirino del probabile sciopero generale annunciato dalle Forze Sindacali. Così facendo, nella migliore tradizione democristiana, si manda al macero il principale alleato di governo e in particolare il Segretario Ciavatta. Niente di nuovo sotto il sole. Non verrà fatta nessuna riforma del lavoro, di quella sull’IGR non si vede nemmeno l’ombra, vedremo quale sarà l’approccio in seconda lettura di quella previdenziale.

c.s. Libera – San Marino




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