Libera: non prevalgano logiche politiche nella fase 2 dell’ISS

Libera: non prevalgano logiche politiche nella fase 2 dell’ISS.

Il continuo confronto con operatori sanitari in questo periodo di emergenza ci ha permesso di acquisire maggiore consapevolezza con la problematica Covid-19 e con la capacità del nostro sistema sanitario pubblico di rispondere con professionalità ed efficacia. Efficacia che è migliorata con il passare del tempo come dimostrato dalla riduzione dei casi acuti e ad una minore ospedalizzazione dei pazienti. Possiamo ora pensare a riaprire ed a sperimentare una nuova normalità di convivenza con il Covid-19, attivando gradualmente tutte le attività dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, con il maggiore grado di sicurezza per tutti. In questa fase è assolutamente necessario arrivare a una riapertura dei servizi di concerto con tutte le figure che operano all’interno: professionisti, direttori, collaboratori, coordinatori. Questo è ciò che chiedono gli operatori sanitari: impostare la ripartenza, la fase due. Il Comitato Esecutivo dell’ISS in data 6 maggio ha emesso la delibera n.1 avente ad oggetto “Istituzione di gruppo di lavoro per il rientro dell’ISS”. Essa affida il compito a due differenti gruppi di lavoro di riattivare le attività dei tre Dipartimenti, Ospedaliero, Prevenzione e Socio Sanitario. Abbiamo già chiesto spiegazioni di questa scelta al Governo durante la commissione 4 di venerdì scorso, ma sono mancate risposte convincenti. In particolare non si capisce perché, visto che il mandato è quello di riattivare i servizi garantendo la sicurezza imposta dalla presenza del Covid-19, non ci si sia affidati o comunque non siano stati inseriti o coinvolti i direttori di dipartimento del settore Socio Sanitario, Prevenzione ed Ospedaliero e i dirigenti delle Unità Organizzative Complesse. Inoltre si va in contrasto con le normative vigenti, come l’atto organizzativo 1/2010, e con i compiti previsti nei contratti di riferimento dei dirigenti medici, dei direttori di dipartimenti e delle specifiche unità organizzative. Questo lascia pensare più ad una sorta di commissariamento che ad una azione di supporto necessaria ad affrontare al meglio la cosiddetta fase 2. Inoltre ci chiediamo perché non siano stati coinvolti altri professionisti quali caposala, psicologi, altre figure sanitarie non mediche e con quali criteri sia stato individuato il coordinatore del gruppo del Socio Sanitario e i membri del gruppo del settore ospedaliero, visto che, per esempio, mancano i responsabili nel dipartimento Prevenzione e tra le altre cose, la delibera non indica i componenti del gruppo relativo al Socio Sanitario, ma nomina il solo coordinatore. Speriamo non siano prevalse logiche politiche ma si sia guardato attentamente alla competenza in questo momento davvero delicato per il nostro Istituto che ha bisogno di fiducia, preparazione, professionalità ed esperienza. Politica che, a nostro parere, dovrebbe, dopo 5 mesi dall’avvio della nuova Legislatura, provvedere finalmente alla nomina del nuovo Comitato Esecutivo, affidando ad esso il compito di portare a compimento le tante importanti attività rimaste in sospeso a causa del passaggio di legislatura, con l’augurio che possa farlo rimanendo alla larga da logiche di spartizione che graverebbero sul ritorno alla normalità del nostro Istituto che tanto ha brillato, proprio per equilibrio e grazie alla componente tecnica, nei momenti più difficili del Covid-19.

Libera

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