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Libertà di espressione, Franco Santi: "Ciavatta ha agito con l’obiettivo di intimorire l’avversario politico"

1 mar 2022
Libertà di espressione, Franco Santi: "Ciavatta ha agito con l’obiettivo di intimorire l’avversario politico"

Ho letto con attenzione l’interessante contributo di Laura Rossi e Patrizia Busignani in merito all’applicazione dell’Art. 385 del nostro codice penale da parte del Tribunale. Penso che entri a far parte a pieno titolo alle tantissime reazioni di indignazione che si sono registrate nell’opinione pubblica. Condivido e sottoscrivo ogni parola. Tuttavia vorrei approfondire un ulteriore tema che non viene preso in considerazione e che ritengo sia di assoluto rilievo per fornire ulteriori elementi di riflessione rispetto agli avvenimenti in corso. Tema che è stato sollevato proprio ieri da parte di Lorenzo Bugli, Presidente dei Giovani DC, che ha aspramente criticato la politica che, invece di misurarsi nel merito e di rispondere argomentando, ricorre ad ingerenze esterne, come appunto il Tribunale. È evidente a tutti che l’esposto presentato in Tribunale dal Segretario di Stato Ciavatta contro un organo di informazione va inserito a pieno titolo tra coloro che cita Bugli. Tra coloro che non hanno rispettato i loro ruoli, tra coloro che hanno fornito un ulteriore duro colpo alla democrazia. È proprio questo il punto più delicato e nello stesso tempo drammatico di quanto avvenuto. Ciavatta, con l’intento di perseguire il rispetto delle regole, ha messo in discussione una delle regole fondamentali della nostra democrazia che è quella della libertà di espressione e lo ha fatto scientemente, con l’obiettivo di intimorire e mettere in difficoltà l’avversario politico. Un modo di fare che mi ha fatto ritornare in mente ricordi e situazioni che mai avrei creduto di dover rivivere, quando a San Marino era ben chiaro chi comandava e chi aveva la capacità di mettere il bavaglio a coloro che uscivano dal seminato, che erano capaci di distruggere l’avversario non solo politicamente, ma anche moralmente, economicamente e civilmente. Tempi nei quali la relazione tra i poteri dello Stato era molto più semplice, molto più chiara: bastava non dar fastidio e tutto andava bene, tutto si sistemava in un modo o nell’altro. Era la San Marino del principe che governava con mano ferma e gentile sui suoi sudditi, quella del 5%, quella delle informate in PA, quella del clientelismo dei lotti e delle licenze. Personalmente ho dedicato tutto il mio impegno politico per lottare contro questa politica che ritengo assolutamente sbagliata e incapace di offrire speranza e futuro. Lungo questo percorso ho avuto la fortuna di incontrarne tante altri come me e insieme a loro ho accarezzato l’idea che finalmente si poteva iniziare a pensare ad una San Marino diversa, più moderna, più “normale”. Gli avvisi di garanzia pervenuti a tanti cittadini per aver espresso la loro legittima opinione su un organo di informazione mi hanno improvvisamente lanciato nel passato, provocandomi indignazione e sconforto. Mi auguro che tali sentimenti possano essere stati vissuti da tanti e che possano servire da pungolo per non abbassare mai la guardia nei confronti di coloro che vivono e intendono la politica come puro esercizio del potere e come luogo privilegiato dove far crescere a dismisura il proprio ego.

c.s. Franco Santi (Libera)




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