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Lunedì al Concordia “Mouchette” il secondo omaggio a Robert Bresson

6 mag 2016
Lunedì al Concordia “Mouchette” il secondo omaggio a Robert Bresson
Lunedì al Concordia “Mouchette” il secondo omaggio a Robert Bresson
Lunedì 2 maggio alle ore 21, al Cinema Concordia di Borgo Maggiore (Repubblica di San Marino) verrà proiettato MOUCHETTE, il  film più terso, più limpido, più tragico di Robert Bresson, di nuovo in sala nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e secondo dei due appuntamenti del “Cinema ritrovato” dedicati al grande regista francese, realizzati in collaborazione con Alliance Française San Marino.
Mouchette, tratto da un romanzo di Georges Bernanos, narra la tragica vicenda di una ragazzina, usata e ingannata dalle persone che incontra e dal destino, in un piccolo villaggio della campagna francese “Mouchette è un film che lascia lo spettatore ammutolito. Realizzato in co-produzione con l'ORTF, ha una struttura più compatta e lineare rispetto agli altri film di Bresson. (…) Il dualismo parola-immagine (realtà muta-realtà che parla) così evidente negli altri film risulta qui attutito e quasi assorbito dall'aspetto disadorno delle cose che occupano per intero lo schermo e si impongono allo spettatore con la forza ineluttabile del loro esserci. Eppure, anche se nascosto, il dualismo c'è. Assomiglia a quello di Balthazar (si riferisce al film Au hasard Balthazar, proiettato la scorsa settimana n.d.r). Da una parte, l'asino, dall'altra, il mondo degli umani. Qui il raffronto procede alla stessa maniera. Solo che al posto dell'asino, che non reagisce, c'è una ragazzina che, in qualche modo reagisce. A differenza dell'asino, che arriva alla fine dei suoi giorni restando perfettamente uguale a se stesso nonostante le disavventure nelle quali si imbatte, Mouchette, non più bambina e non ancora donna, non può restare quella che è. Deve cambiare. Trasformarsi. Evolversi. Adattarsi alle regole della vita. Imparare ad attaccare e difendersi, a dissimulare e a nascondersi. I casi sono due: o si adatta a vivere in questo mondo, dominato dall'astuzia e dalla menzogna, o se ne va. Conserva la vita a prezzo di ciò che ha di più prezioso, la propria integrità personale, oppure lascia la vita per restare fedele a se stessa”.( Virgilio Fantuzzi, L'anima nella prigione. Osservazioni sul cinema di Bresson)
Il film ha conseguito il Premio OCIC al 20° Festival di Cannes nel 1967, Il Premio Pasetti come miglior film alla XXVIII Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia nel 1967, e Il Nastro d’argento a Bresson come miglior regista straniero.

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