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Meeting 2018: Le forze giovani che muovono il Meeting

14 ago 2018
Meeting 2018: Le forze giovani che muovono il Meeting
La presenza dei giovani è da sempre una peculiarità del Meeting di Rimini. Centinaia di ragazzi, studenti e giovani lavoratori, ogni anno rispondono all’invito e popolano la Fiera di Rimini come volontari. Il 2018 però è l’anno di un salto di qualità nel coinvolgimento delle nuove generazioni anche per quanto riguarda l’ideazione e la realizzazione del programma.

Mai come quest’anno i giovani hanno partecipato anche alla realizzazione delle mostre, proponendo tematiche e mettendosi in gioco in prima persona. Un esempio evidente è Enjoy the Game. Quando lo sport muove la storia, esposizione nata «dalla passione di un gruppo di amici che si sono domandati cosa il mondo sportivo avesse da dire riguardo al desiderio di felicità di ciascuno di noi», racconta Alessandra Vitez, responsabile del dipartimento Mostre, «e dal loro lavoro e dalla voglia di rispondere a questa domanda è nato un percorso affascinante che coinvolgerà tutti i visitatori».

Anche la mostra su Giobbe è opera di un’equipe spagnola, in larga parte composta da universitari, così come gli argentini che hanno dato vita dall’esposizione sugli anni giovanili di Bergoglio. Dalla Siria proviene la mostra “I millenni per l’oggi”, capitanata da due archeologi di chiara fama come i coniugi Giorgio e Marilyn Buccellati, ma che ha coinvolto anche in maniera drammatica i giovani di una nazione martoriata dalla guerra. E dal dialogo tra un giovane, per quanto affermatissimo, disegnatore, e un professore appassionato di Dante nasce “Gabriele dell’Otto”, mostra che spazia da Virgilio e Beatrice fino a Spiderman, Hulk, Iron Man e Capitan America.

«Del resto quando il Meeting è iniziato era fatto da giovani» sottolinea Marco Aluigi, vice direttore e congress manager della Fondazione «e allora perché non valorizzarli ancora, facendo confluire queste loro proposte nei contenuti dell’edizione 2018?» Anche nei nuovi spazi tematici, che al loro interno comprendono momenti di incontro e zone espositive, sono moltissimi i giovani protagonisti: «È il caso di Exoplanets. Nuove terre inesplorate, l’antico mistero della vita, dove al fianco di esperti del mondo scientifico, come l’astrofisico Marco Bersanelli, saranno coinvolti giovani e brillanti ricercatori che quotidianamente studiano gli esopianeti in varie università del mondo, e saranno proprio loro a raccontare nei vari incontri in programma cosa ci si aspetta per il futuro», commenta Vitez. Pure lo spazio dedicato al Sessantotto è nato da un folto gruppo di studenti guidati da insegnanti e docenti universitari, «al punto che grazie al contributo dei ragazzi», è la conclusione, «lo stesso percorso espositivo è stato ridefinito e ampliato, con l’obiettivo di evidenziare i punti di contatto tra generazioni diverse».

A queste proposte si aggiungono poi le tre grandi aree tematiche su lavoro, salute e mobilità. È il caso per esempio della MeshArea, coordinata dal 28enne Marco Saporiti, laurea in Design della comunicazione al Politecnico di Milano. «MeshArea prende le mosse dalle mie, dalle nostre domande», spiega Marco. «Perché se un giovane ha questioni aperte sul proprio lavoro, la prima cosa da fare è domandare e incontrare altre persone che vivono l’esperienza lavorativa e che possono accompagnarlo in questo percorso». Anche nell’area Meeting Salute i giovani ha dato il loro contributo. La mostra La prima carità al malato è la scienza. Giancarlo Rastelli, un cardiochirurgo appassionato all’uomo ad esempio nasce da alcuni studenti della facoltà di Medicina dell’Università di Bologna che si sono imbattuti nella vicenda umana e professionale di questa figura eccezionale di ricercatore e di uomo». Laureandi e neolaureati del Politecnico di Milano fanno poi parte dell’advisory board di Move to Meet, l’area Meeting dedicata alla mobilità, ma hanno anche deciso buona parte dei contenuti e coordineranno le tavole rotonde.

Non dimentichiamo infine che martedì 21 agosto alle ore 15 in Salone Intesa Sanpaolo A3, in uno degli incontri più attesi dell’edizione di quest’anno, sarà protagonista Veronica Cantero Burroni, scrittrice argentina di 16 anni, nata con un grave problema neurologico che ha provocato la sua disabilità motoria, ma già autrice di cinque romanzi e vincitrice del Premio Elsa Morante ragazzi del 2016. Probabilmente la più giovane relatrice della storia del Meeting.

«Le novità di quest’anno non saranno quindi solo strutturali», è il commento di Sandro Ricci, direttore della Fondazione Meeting, «c’è un rinnovamento generazionale che attraversa la manifestazione. Non a caso anche le ricerche sul nostro pubblico testimoniano che la fascia di età maggioritaria di partecipanti è quella dei giovani fino a 25 anni, segno che il Meeting è una manifestazione che, dentro una continuità di proposta, sa rinnovarsi a tutti i livelli».

Comunicato stampa
Meeting Rimini

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