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Messaggio per il mondo della scuola del Vescovo Mons. Andrea Turazzi

22 ott 2020
Messaggio per il mondo della scuola del Vescovo Mons. Andrea Turazzi


Cari amici,
a voi un augurio ed un messaggio per l’inizio di quest’anno scolastico, piuttosto difficile.
Ho di fronte un’immagine bizzarra della Terra: un globo pieno di bernoccoli e cerotti. Col linguaggio del fumetto ecco la denuncia della drammatica situazione del pianeta. Che fare?
Per fortuna c’è la scuola! A scuola si impara ad abitare la Terra come casa comune, si approfondiscono le leggi della natura che la governano e, con l’aiuto degli insegnanti, si apprendono i linguaggi indispensabili per comunicare.
Anche nella vostra scuola è certamente suonata la campanella: non quella della merenda, ma quella che dà la sveglia. Piccoli e grandi siamo chiamati ad essere più consapevoli di quanto sta accadendo attorno a noi. Solo qualche esempio. Il ghiacciaio del Morteratsch – non lontano dalla baita svizzera nella quale vado d’estate – si è ritirato di svariati chilometri in pochi anni, mentre i deserti avanzano infuocati. Grandi foreste, polmoni del pianeta, vengono sventrate. La Terra, come un’astronave sospesa nello spazio, è ormai intasata di rifiuti e nell’abitacolo ci si muove a fatica. Poi ci si è messo pure il Coronavirus!
Non vogliamo sia devastata la Terra: sarebbe la fine per chi viene dopo di noi. Non vogliamo sia deturpata la sua bellezza: le albe sull’Adriatico, i tramonti nel Montefeltro… Chiediamo sia protetta ogni forma di esistenza. Che meraviglia lo sbocciare di una nuova vita e il formarsi di un cucciolo d’uomo nel grembo della mamma!
Succede anche a noi, sospesi fra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, di provare quello che scrive il poeta: «Tra questa immensità s’annega il pensier mio» (Giacomo Leopardi).
Torno con i piedi per terra, anzi… a scuola. «Creato: participio passato del verbo creare». Perfino la lingua dei nostri padri afferma che solo un Dio buono e amante della vita può trarre dal nulla tutte le cose. Dio ha affidato a noi, come custodi e collaboratori, questo immenso giardino sul quale ha seminato a piene mani i germi della creazione.
Ogni uomo può dire in verità: sono stato pensato, desiderato, creato e amato da un Dio! Non c’è nessuno che non sia degno di esistere. Nella produzione degli oggetti può accadere che un pezzo venga scartato perché non venuto bene, ma chi esce dalle mani del Creatore è un capolavoro. Sempre.
Se è così grande la stima del Creatore per noi – torna la domanda – che cosa possiamo fare? Da dove incominciare? Suggerisco tre strade: studio, contemplazione, nuovi stili di vita.
Studiare è lasciarsi condurre nell’esplorazione e nelle conoscenze, e poi confrontare, aprirsi, acquisire abilità…
Contemplare: per alcuni la contemplazione è diventata musica, canto, poesia, per altri è diventata colori e forme, per tanti preghiera, come è accaduto a san Francesco d’Assisi. Ricordate il suo Cantico? Praticare nuovi stili di vita: alimentazione naturale e sana, sobrietà, custodia dell’acqua, riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata…
Infine, un’avvertenza per questi giorni. Ci difendiamo, e giustamente, dal Covid-19, ma ci sono altri virus da neutralizzare:
- il virus dell’individualismo, che colpisce chi è convinto che, se sta bene lui, stanno bene tutti;
- il virus dell’egoismo, che contagia chi vuole tutto per sé, subito e ad ogni costo;
- il virus della prepotenza, una sorta di bullismo che si manifesta in chi impone i propri interessi senza curarsi delle conseguenze, fino a pensare che i poveri siano una categoria inevitabile.
Come possiamo collaborare col Creatore, se è tanto lontano da noi?
Lontano? No. Non è lontano, a meno che tu non lo costringa ad allontanarsi da te.
«Ama e lo sentirai vicino. Ama ed egli verrà ad abitare in te» (Sant’Agostino).
Auguro a tutti un anno scolastico ricco di nuove scoperte e soprattutto di tante amicizie




Comunicato stampa
+ Andrea Turazzi Vescovo di San Marino-Montefeltro


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