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MIS: "Socialismo ed ecologia"

31 mar 2019
MIS: "Socialismo ed ecologia"

Il crollo del Muro di Berlino e la rivoluzione liberista sembravano avere cancellato la parola socialismo dal lessico politico. Oggi, questa parola torna prepotentemente alla ribalta, a partire da paesi dove non aveva mai goduto diritto di cittadinanza, come ad esempio negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove leader come Sanders e Corbyn non temono di farla propria; riacquista legittimità grazie ai movimenti populisti di sinistra: dalle rivoluzioni bolivariane, a Podemos, a France lnsoumise, ad Aufstehen, e così via. Certo, il socialismo del XXI secolo non è il socialismo novecentesco, di cui peraltro non si è finora effettuato un bilancio critico, scevro di pregiudizi. È un socialismo che nel nostro Paese può e soprattutto deve ispirarsi ai principi costituzionali sopra richiamati, senza nostalgie per esperienze passate - e recenti - che non sono riuscite a metterli seriamente in atto. I principi di uguaglianza, equità, solidarietà e giustizia sociale che in passato si sarebbero definiti "riformisti", oggi, nel contesto dei disastri generati dal sistema liberista, assumono valenza obiettivamente "rivoluzionaria". Il socialismo del XXI secolo deve prendere atto che la questione ecologista è diventata un fattore determinante nella lotta di classe. Nessuno può restare indifferente di fronte alla catastrofe ambientale generata dal sistema capitalistico deregolamentato, che minaccia la sopravvivenza stessa dell’umanità. La crescita economica a danno dell’ambiente, orientata esclusivamente alla remunerazione del capitale investito - che riguarda in particolar modo le grandi multinazionali petrolifere ad esempio - ha come primaria conseguenza lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali dei paesi in via sviluppo; questi paesi, con la compiacenza dei governi locali, spesso corrotti, vengono depredati di ogni loro ricchezza. L’opinione pubblica deve, quindi, comprendere che il “mercato globale” applicato senza etica è distruttivo ed innesca un circolo vizioso che finisce con il distruggere le identità locali attraverso guerre, povertà, e spesso anche catastrofi naturali. Tutto ciò condizionerà all’infinito lo stato di miseria e di arretratezza delle nazioni sfruttate, generando una massa di disperati, costretti a partire alla ricerca di un futuro migliore verso le “ricche” economie occidentali. Questa moltitudine di persone sta andando a creare un nuovo sottoproletariato disponibile ad accettare condizioni di lavoro e di vita degradanti, le quali spesso trovano il culmine in situazioni di vera e propria schiavitù; basti pensare al fenomeno del caporalato nel sud Italia. In questa maniera non può che aumentare la disgregazione sociale e, di conseguenza, la creazione di forti tensioni che portano alla nascita di pericolose pulsioni xenofobe. Oggi lo slogan "socialismo o barbarie" deve essere modificato irrimediabilmente in "socialismo o collasso ecologico del pianeta". La responsabilità umana nei confronti dell'ambiente come insostituibile patrimonio intergenerazionale, come eredità da preservare e consegnare alle generazioni future, è anche il terreno su cui devono trovare feconda contaminazione l'umanesimo laico della tradizione socialista e l'umanesimo cristiano, nel quale l’uomo è promosso al ruolo di custode del creato.


Comunicato stampa

Movimento Ideali Socialisti


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