Esprimo alcune riflessioni in relazione al dibattito in Consiglio e alle polemiche sollevate dal documento dei medici ospedalieri relativo allo stato della sanità e alla condizione del precariato. Sulla denuncia della precarietà come una condizione non tollerabile, se non per un periodo di tempo molto limitato, come sindacato ci siamo più volte pronunciati pubblicamente, ricordando anche una recente sentenza della Corte Europea in merito che ha dichiarato illegittima la possibilità per uno Stato di mantenere in condizioni di precariato i propri dipendenti se non per periodi atti ad implementare procedure concorsuali.
Il fatto che una categoria storicamente forte come quella dei medici avanzi delle richieste relative alla propria categoria, non deve stupire; del resto lo spirito con le quali queste vengono espresse mi pare sia sempre quello di garantire un servizio elevato da offrire alla cittadinanza. Mi interessa sottolineare che chi ha l'onere e l'onore di gestire la cosa pubblica, ovvero la politica, a monte deve avere la capacità di ricondurre tutto ad una visione complessiva di sistema. Un paese non è un insieme di sottosistemi (tanto più una micro realtà come la nostra), e il suo livello di civiltà si misura anche dalla capacità di ricondurre ad unità le tante realtà che lo compongono.
La stessa politica deve avere da una parte capacità di gestione della cosa pubblica, e dall'altra deve saper progettare nuovi scenari; se invece si limita a rincorrere volta per volta le varie tendenze presenti, allora non si avrà mai un progetto complessivo, e non si avrà mai non solo una società coesa, ma nemmeno una società. Prevarrà, invece, l’interesse particolare del momento, e la politica sarà sempre considerata l'ambito sul quale esercitare la propria influenza e forza intrinseca.
Auspichiamo che i problemi legati alla sanità pubblica vengano affrontati nel modo più organico possibile per dare servizi sempre migliori. Questo è il fine vero dei medici estensori del documento; è un peccato, in tal senso, che essi vengano invece presentati come dei piranha voraci di risorse pubbliche. I temi del precariato così come della retribuzione vanno affrontati al più presto per tutta la PA; ci sono infatti troppe disparità di trattamento tra il personale. Pochi sanno, per esempio, che proprio all’interno dell’ISS abbiamo lavoratori precari da 7/8 anni, che hanno diritto ad un solo giorno di ferie al mese. Questi temi, compreso il rinnovo contrattuale della PA (scaduto da oltre 3 anni), vanno affrontati con la massima urgenza; aggiungo poi che negli accordi firmati nel 2012 il sindacato ha già espresso la volontà di premiare efficienza ed efficacia, attraverso una nuova formulazione della busta paga. È ovvio che tali strumenti sono principalmente pensati per quelle figure a più alta responsabilità e a più alto impatto sociale come i medici, ai quali quindi per primi devono essere indirizzati.
di Alessio Muccioli - Segretario FUPI/CSdL
Il fatto che una categoria storicamente forte come quella dei medici avanzi delle richieste relative alla propria categoria, non deve stupire; del resto lo spirito con le quali queste vengono espresse mi pare sia sempre quello di garantire un servizio elevato da offrire alla cittadinanza. Mi interessa sottolineare che chi ha l'onere e l'onore di gestire la cosa pubblica, ovvero la politica, a monte deve avere la capacità di ricondurre tutto ad una visione complessiva di sistema. Un paese non è un insieme di sottosistemi (tanto più una micro realtà come la nostra), e il suo livello di civiltà si misura anche dalla capacità di ricondurre ad unità le tante realtà che lo compongono.
La stessa politica deve avere da una parte capacità di gestione della cosa pubblica, e dall'altra deve saper progettare nuovi scenari; se invece si limita a rincorrere volta per volta le varie tendenze presenti, allora non si avrà mai un progetto complessivo, e non si avrà mai non solo una società coesa, ma nemmeno una società. Prevarrà, invece, l’interesse particolare del momento, e la politica sarà sempre considerata l'ambito sul quale esercitare la propria influenza e forza intrinseca.
Auspichiamo che i problemi legati alla sanità pubblica vengano affrontati nel modo più organico possibile per dare servizi sempre migliori. Questo è il fine vero dei medici estensori del documento; è un peccato, in tal senso, che essi vengano invece presentati come dei piranha voraci di risorse pubbliche. I temi del precariato così come della retribuzione vanno affrontati al più presto per tutta la PA; ci sono infatti troppe disparità di trattamento tra il personale. Pochi sanno, per esempio, che proprio all’interno dell’ISS abbiamo lavoratori precari da 7/8 anni, che hanno diritto ad un solo giorno di ferie al mese. Questi temi, compreso il rinnovo contrattuale della PA (scaduto da oltre 3 anni), vanno affrontati con la massima urgenza; aggiungo poi che negli accordi firmati nel 2012 il sindacato ha già espresso la volontà di premiare efficienza ed efficacia, attraverso una nuova formulazione della busta paga. È ovvio che tali strumenti sono principalmente pensati per quelle figure a più alta responsabilità e a più alto impatto sociale come i medici, ai quali quindi per primi devono essere indirizzati.
di Alessio Muccioli - Segretario FUPI/CSdL
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