Negoziati UE: San Marino succube o sovrano?
Quanto scritto dalla Segreteria agli Esteri è molto preoccupante per diverse motivazioni:?1- si capisce che l’accordo quadro con l’Europa è legato ad una riforma costituzionale a quanto pare, imposta a sua volta dall’esterno.?2- una volta mediato questo aspetto, si dovrà passare per la votazione in Consiglio.
Noi ci auguriamo che quanto meno vi sia anche un terzo punto non scritto nel documento: che il Governo, del tutto similarmente a quello inglese, proponga un referendum confermativo alla cittadinanza, sia per quanto riguarda eventuali riforme costituzionali, sia per per la sottoscrizione dell’accordo di associazione finale. Sarebbe il minimo sindacale.?Inoltre sempre dal documento originale, emergono posizioni esclusivamente vantaggiose che avrebbe San Marino nella possibile adesione attraverso l’accordo quadro. Ma non sono minimamente trattati gli aspetti critici, come ad esempio: la verificabilità della trasparenza nell’operato delle istituzioni politiche e pubbliche; la garanzia nel non turbare la concorrenza per qualsiasi ambito attraverso pratiche border line; l’adeguamento agli standard europei per le merci ed i servizi in fase di esportazione, con l’eliminazione del fantomatico T2 (ad esempio); se sul piatto delle richieste portate alla Commissione valutatrice, San Marino sia andata illustrando il regime di monofase o quello della contrastata nuova IGC.
?Queste sono solo alcune cose che non sappiamo. Quello di cui siamo certi è che per andare a trattare in certi contesti, sia necessario salvaguardare alcuni punti ben precisi, che garantiscano l’esistenza della stessa sovranità sammarinese: accesso alle quattro libertà di circolazione, con necessaria limitazione della circolazione delle persone in ingresso. Tutela della produzione agroalimentare locale, con libertà di poter negare l’accesso a prodotti OGM (a proposito: non si capisce ancora bene come e se la delegazione sammarinese abbia preso posizione sulla questione TTIP); possibilità di rivedere in ambito europeo l’accordo bilaterale con l’Italia, risalente al 1939, per la capacità di emettere moneta propria (è evidente che senza possibilità di emettere moneta propria, la sovranità risulta incompleta); la non accettazione di trattati che limitino in maniera sostanziale l’autonomia del nostro organo Legislativo, alle direttive della Commissione Europea.?Insomma se si vuol accettare di acquisire lo status europeo, in primo luogo è fondamentale salvaguardare ciò che ci ha contraddistinto da sempre: la sovranità e tutti gli ambiti che le sono propri. L’impressione è quella che si stia andando a questi incontri con il cappello in mano in chiara posizione di sottomissione, pur di entrarci a tutti i costi. Facendolo senza avere un confronto ampio, con la politica e con la cittadinanza. E che per farlo, si accetti di tutto.?
Dulcis in fundo le parole dello stesso Segretario Valentini in Commissione, visto che San Marino si approccia ad una possibile adesione unitamente ad Andorra e Monaco: “Qual è l’alternativa? Monaco si tira indietro perché pensa che la Francia le consenta di mantenere certe condizioni, ma la Francia lo potrà fare solo se, a sua volta, l’Europa continuerà a permetterlo“.
E allora se la Francia garantisce per Monaco, se per Andorra garantirà qualche altra nazione, a San Marino chi ci dovrà pensare, visto ciò che sta accadendo con la questione Torre d’Avorio?
Movimento R.E.T.E.