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CL: la politica non basta a se stessa, da che cosa è possibile ripartire?

11 nov 2016
CL: la politica non basta a se stessa, da che cosa è possibile ripartire?
L’imminente consultazione elettorale offre a tutti noi l'occasione per prendere coscienza di un dato fondamentale che sta all'origine dei problemi in cui ci dibattiamo. La paura che ci pervade di fronte alle difficoltà economiche e all’incerto futuro dei nostri figli, lo sgretolamento dei rapporti sociali, la fatica del vivere sono il segno di una profonda insicurezza esistenziale che si traduce in un crollo della stima, della fiducia in noi stessi e negli altri e nell’affievolirsi della speranza per il domani.
Questa insicurezza esistenziale si riflette anche nel rapporto con la politica in quanto genera crescente disaffezione al voto ed uno scetticismo diffuso verso qualunque formazione o partito.
D'altra parte anche il tentativo operato dalla politica stessa per vincere la sfiducia, per riavvicinare la gente, per ricostruire un tessuto sociale, rimane sovente relegato alla promessa di un futuro che non trova nell'esperienza e nei fatti di oggi un'ipotesi credibile.
Forse inconsapevolmente, si finisce con l’alimentare ancora più divisioni e per costruire muri addossando le colpe dei problemi che ci affliggono quotidianamente all'avversario politico, ai politici in generale, ai colleghi, alla società. E così, arrivando a negare il desiderio profondamente umano di essere attori responsabili, di sentirci parte di qualcosa di grande, di implicarci con la realtà sociale, veniamo meno al fondamento della vita democratica.
Ma che cosa permette che ognuno di noi possa contribuire al bene comune, sia in questo particolare momento politico sia all'inizio di ogni giornata come in ogni circostanza?
Perché tutti, in fondo, desideriamo proprio questo: essere protagonisti di un bene per noi, per le nostre famiglie e per il nostro paese.
Nell'omelia per la festa di San Marino il Vescovo ci ha detto che “da sempre la nostra tradizione ha promosso, più o meno consapevolmente e più o meno felicemente, il valore della laicità, facendo vivere insieme persone di sensibilità e orientamenti diversi: [...] la laicità è anzitutto accoglienza dell'altro col suo patrimonio ideale e la sua storia, i suoi diritti ad avere spazi e mezzi, insieme ai doveri. La vera laicità è molto più della tolleranza, perché è simpatia verso il dono che ognuno può portare all'insieme. [...] Stiamo vivendo una stagione caratterizzata da rivalse, litigiosità, forse anche vendette. Questa è la nostra più grande povertà. [...] Scambiamoci un regalo: il regalo della reciproca stima accompagnata dalla messa a disposizione del meglio di noi stessi”.
È necessaria allora “la consapevolezza dell'impossibilità di eliminare l'avversario [...] e, coscienti del proprio bisogno, cominciare a dare spazio alla possibilità di percepire l'altro, nella sua diversità, come una risorsa, un bene. Riconoscere l'altro come un bene è la vera vittoria per ciascuno e per tutti”. (J. Carron - La Bellezza Disarmata - pag. 313).
L’esperienza cristiana a cui apparteniamo alimenta in ciascuno di noi la certezza che questa vittoria sia possibile e ci lancia in un interesse per tutta la realtà, a cominciare dai rapporti più intimi e familiari, fino alle vicende del mondo.
Senza una reale esperienza di positività, in grado di abbracciare tutto e tutti, non è possibile ripartire.
Questa è la strada per poter essere protagonisti di fronte alle sfide che ci attendono: innanzitutto l’emergenza educativa che necessita di confronto, collaborazione e dialogo fra scuola, istituzioni, enti privati, famiglie, genitori, per porre al centro il bisogno dei giovani di vedere adulti alla ricerca del bene. E da questa sfida primaria si può partire per affrontare tutte le altre: giustizia, lavoro, economia, stato sociale, internazionalizzazione.
Ringraziamo perciò coloro che, in questa tornata elettorale, hanno deciso, candidandosi, di raccogliere queste sfide e di mettersi in gioco; auguriamo loro di cercare davvero il bene comune al di sopra di qualsiasi interesse di parte e, chiamati domani a rappresentarci e a governare, di saper operare con prudenza e realismo.

Comunicato stampa
Comunione e Liberazione San Marino

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