Operazione "Torre d' Avorio": il Comites chiede si faccia chiarezza
L’operazione “Torre d’Avorio”, che nasce da un procedimento penale per riciclaggio ed evasione fiscale radicato in Italia, mette sotto la lente di ingrandimento i rapporti finanziari tra Italia e San Marino di un elevato numero di italiani residenti sul Titano che pare nulla abbiano a che fare con il procedimento penale in questione ed a carico dei quali pare non vi sia alcun sospetto di reato e di qualsiasi altro illecito. Queste richieste di informazioni generalizzate su intere categorie di contribuenti prive di un nesso chiaro con un’indagine o con un accertamento sono vietate dall’Ocse e violano le regole internazionali che disciplinano le relazioni e la collaborazione tra Stati. Non meno grave è il fatto che l’operazione “Torre d’Avorio” pare sia in aperto contrasto con le disposizioni del D.P.R. 600/1973, del D.P.R. 633/1972 e dello Statuto dei Diritti del contribuente italiano che stabiliscono che l’avvio delle indagini bancarie nei confronti dei contribuenti italiani deve essere debitamente notificato agli stessi, procedura questa che non è stata assolutamente eseguita.
Per il vicepresidente del Comites San Marino Alessandro Amadei è necessaria da parte del Governo una presa di posizione netta nei confronti dell’Italia che vada al di là dei flebili tentativi avanzati dalle Segreterie di Stato degli Affari Esteri e delle Finanze di ottenere chiarimenti dal paese confinante.
Alessandro Amadei