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Orietta Ceccoli: "Il fascismo eterno, il decalogo di Umberto Eco"

12 mar 2021
Orietta Ceccoli: "Il fascismo eterno, il decalogo di Umberto Eco"

La democrazia può essere paragonata ad un corpo vivente che ha una sua storia: la nascita, il suo sviluppo e in taluni casi, la morte o la sua cessazione. La stessa configurazione può essere usata in riferimento allo Stato di diritto, il fondamento giuridico-istituzionale delle teorie liberaldemocratiche. Molto spesso leggiamo dalla stampa o ci giungono notizie di eventi o decisioni che violano i principi democratici e contravvengono ai criteri dello stato di diritto. Orientarsi in questa giungla di contraddizioni non è facile. Si sente il bisogno di chiavi interpretative che ci permettano con facilità di capire ed esprimere delle valutazioni sensate.

Umberto Eco: il fascismo eterno
Uno dei più brillanti pensatori e scrittori del XX secolo, per celebrare la liberazione dell’Europa, al Dipartimento d’Italiano e Francese della Columbia University, il 25 aprile 1995, ha pronunciato l’intervento “Il Fascismo eterno”. Eco ha anche spiegato le motivazioni del suo scritto , dicendo;” Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare, il Fascismo Eterno. Il Fascismo eterno è ancora tra noi, talvolta in abiti civili ………. Il Fascismo eterno può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna di queste nuove forme- ogni giorno, in ogni parte del mondo.”

Decalogo interpretativo
La lettura del piccolo opuscolo, divulgato recentemente, come allegato di Repubblica, è stata coinvolgente. Al termine dello scritto, nel momento della riflessione, ho pensato ad una condivisione più ampia del contenuto. Cioè a proporre in un articolo la semplice trascrizione dei punti del decalogo, in modo da socializzare i concetti interpretativi e di usarli per capire quanto accade e quale sia la differenza nelle decisioni, nei comportamenti, nelle azioni e nei risultati rispetto ad un sistema giusto e democratico di funzionamento. L’azione pedagogica di Eco può risultare preziosa in questi tempi problematici e caotici. I suoi scritti sono il segno di continuità nel tempo della sua incidenza nella cultura internazionale.

Punto 1. La prima caratteristica del Fascismo eterno è il culto della tradizione, di una tradizione che si oppone al progresso del sapere, perché la “verità è stata già annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare ad interpretare il suo oscuro messaggio.”
Punto 2. L’Illuminismo, l’età della ragione vengono visti come l’inizio della depravazione moderna. Il Fascismo eterno diventa irrazionalismo.
Punto 3. Si esalta il valore dell’azione senza riflessione. Pensare è una forma di evirazione. La cultura diventa sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici.
Punto 4. La critica non è accettata. Deve prevalere il pensiero unico. Il pensiero divergente, che opera distinzioni, è un ostacolo. Il disaccordo è un tradimento.
Punto 5. Il disaccordo è un segno di diversità, il Fascismo eterno punta al consenso ed esaspera i sentimenti naturali della paura della differenza.
Punto 6. Il Fascismo eterno si nutre della frustrazione individuale e collettiva. I fascismi storici si caratterizzano come movimenti di massa. Si incide sulle frustrazioni del ceto medio e sulle presunte minacce di gruppi sociali subalterni.
Punto 7. Il nazionalismo è il valore forte e l’identità di una nazione si gioca nella differenziazione dalle altre identità.
Punto 8. La strategia dominante è la ricerca del nemico e il dominio degli stati di necessità con l’uso della legge. Emergono in questo puntualizzazione sia i fondamenti della filosofia di Carl Schmitt, il teorico dell’autoritarismo, che di Thomas Hobbes, che inquadra le relazioni umane in uno scenario di guerra perpetua, perché si vuol far prevalere la convinzione che l’uomo sia un lupo per l’altro uomo (Homo homini lupus).
Punto 9. Nel fascismo eterno prevale il culto dell’elitismo popolare. Il potere del leader si conquista e si mantiene con la forza, i subordinati sono deboli, l’organizzazione è piramidale e militare.
Punto 10. Il processo educativo chiede alla persona di esprimere l’eccezionalità, di assumere la figura dell’eroe.
Punto 11. La volontà di potenza si trasferisce nella sessualità: domina il machismo e il disdegno per le donne.

Nel 1995 Eco chiede ai giovani studenti americani la difesa della libertà, perché solide tradizioni di libertà possono essere travolte e devono costantemente essere difese. Egli termina con il motto; “Non dimenticate.” Anche noi, nel nostro tempo, non dobbiamo dimenticare!

c.s. Orietta Ceccoli




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