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Osla: riforme, investimenti, sviluppo, non c’è più tempo!

30 apr 2021
Osla: riforme, investimenti, sviluppo, non c’è più tempo!

Il tempo scorre inesorabile. Ormai siamo giunti alla metà di questo 2021 ed ancora San Marino non ha messo in campo il programma di interventi indispensabili per mettere in sicurezza i conti pubblici, risollevare l’economia e garantire il pagamento dei debiti. Non c’è più tempo! Di questo passo, infatti, nel 2021 ci aspettiamo la chiusura di non poche aziende perché se nel 2020 si è potuto contare sulla liquidità prodotta nel 2019, quest’anno abbiamo alle spalle perdite importanti, di fatturato e non solo. Solo il settore turistico commerciale ha perso dal 35% al 90%. Da parte delle Istituzioni serve al più presto un piano concreto e scadenzato di interventi a sostegno della ripresa economica. Necessario l’aiuto alle imprese, con interventi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e un mercato del lavoro meno costoso e più flessibile. Investire nella ripresa economica rappresenta un investimento nell’interesse esclusivo del paese, visto che in mancanza delle imprese ed in generale dell’iniziativa privata non si creano posti di lavoro e conseguentemente entrate erariali per sostenere la macchina pubblica ivi compresa la struttura sanitaria. L’altro nodo fondamentale è quello delle riforme. Il nostro impianto normativo era obsoleto e non più competitivo prima del Covid; oggi possiamo affermare che è cambiato il mondo e San Marino deve necessariamente stare al passo con i tempi. È una necessità assolutamente impellente. Necessarie quindi la riforma del sistema pensionistico, l’eliminazione di una burocrazia estremamente pesante e costosa per le imprese, la parificazione delle condizioni normative ed economiche del pubblico al privato a partire dall’orario di lavoro. Infine, serve un piano globale di investimenti pubblici, sull’onda di quello che sta facendo l’Europa. E qui San Marino deve impiegare bene le disponibilità finanziarie reperite tramite il debito internazionale. È il famoso “debito buono”, per usare un’espressione che Mario Draghi ha usato a pochi chilometri da qui la scorsa estate, ovvero quello che viene usato per fare investimenti e creare reddito. Altrimenti al debito pregresso si somma altro debito. E prima o dopo i debiti vanno pagati. Occorre remare tutti dalla stessa parte perché al di là delle posizioni e sensibilità diverse, il tema dell’interesse dello Stato vale per tutti. Se non favoriamo l’investimento di nuovi imprenditori e non difendiamo le aziende esistenti, rischiamo concretamente la desertificazione economica con imprese che si trasferiscono all’estero, in primis in Italia.

Osla


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