Partito Socialisti e Democratici: il dopo Brexit

Partito Socialisti e Democratici: il dopo Brexit.

Dal 2016, anno della Brexit, un ciclo di populismo e antieuropeismo sanciva il potere di personaggi come Trump, Bolsonaro e Putin. I loro emissari erano celebrati e accolti da molti, anche a San Marino. Secondo le scalcinate e interessate previsioni di costoro, la strada era segnata verso un destino irreversibile che avrebbe consegnato il mondo a un incubo reazionario ostile al progresso, portando la disgregazione dell’Unione Europea, la fine dell’Euro, il blocco della transizione ecologica e l’eclisse delle democrazie occidentali. Sembrava un ciclo destinato a durare nel segno del fallimento del progetto europeo. La realtà oggi è invece tutt’altra. Dall’uscita del Regno Unito dall’Unione, non solo nessun altro Stato ne è uscito, ma la Croazia, nostro paese amico, è entrata nello spazio Schengen e ha adottato la moneta unica europea. Se la Croazia ha abilmente capito che la piena integrazione europea porta vantaggi, il Regno Unito subisce invece i danni della sua scellerata scelta «sovrana» di isolarsi e piange sul latte versato del mito di «fare da sé» tornando a un passato irripetibile. Pandemia e guerra hanno ormai insegnato anche agli illusi «sovranisti» e ai miseri opportunisti che l’avanzamento del progetto europeo significa estendere contestualmente anche le prospettive nazionali e personali, che trovano più opportunità in un sistema politico ed economico condiviso come quello dell’Unione Europea. Nel frattempo decadono Trump e Bolsonaro, apparentemente popolarissimi e inaffondabili, maestri di una destra reazionaria e sovversiva delle istituzioni sociali e democratiche. Una destra del tutto slegata dalle emergenze globali attuali e anzi artefice di politiche contro l’uguaglianza tra le persone, contro i diritti e i doveri della cittadinanza e del lavoro, contro la scienza che ci protegge e contro l’ambiente che ci ospita. Per questo il Partito dei Socialisti e dei Democratici si congratula col compagno Luiz Inácio Lula da Silva per la sua rielezione alla presidenza del grande Brasile. Fulgido esempio di attaccamento ai propri ideali e di tenace resistenza a tutti gli attacchi, compreso quello giudiziario manipolato da interessi politici, Lula guiderà il suo governo verso politiche di solidarietà, lavoro ed ecologia necessarie tanto al Brasile quanto al mondo intero. Oggi che il ciclo populista e reazionario è arrestato, se non battuto, ribadiamo le nostre idee, mai abiurate, rispetto alla visione europeista. Affermiamo perciò, con determinazione, l’avanzamento della Repubblica nel contesto dell’Unione Europea e il rafforzamento della nostra integrazione nelle aree più importanti di condivisione continentale tra cui, anzitutto, il mercato unico con le sue libertà. Il 2023 sarà l’anno in cui la Repubblica potrà concludere il negoziato europeo e sancire l’inizio di una nuova era attraverso il raggiungimento dello status, che il PSD non ritiene definitivo, di paese associato con l’Unione Europea.

Cs - PSD

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