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Pensioni: basta false rassicurazioni. Serve una riforma vera.

1 ago 2016
Civico10
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Durante l’ultima puntata di Palazzo Pubblico di mercoledì scorso ci siamo purtroppo trovati ad ascoltare le parole del Segretario alla Sanità, Francesco Mussoni, tese a rassicurare i cittadini all’ascolto sul sostanziale equilibrio del fondo pensioni.
E come il nostro rappresentante in studio, Franco Santi, siamo rimasti esterrefatti davanti a quelle parole.
La verità che tutti gli addetti ai lavori sanno, speriamo pure il Segretario, è che senza gli ennesimi interventi correttivi da introdurre prima possibile, il sistema previdenziale rischia di raggiungere un deficit difficilmente sostenibile per il Bilancio dello Stato.
Il suo collega Segretario alle Finanze, Giancarlo Capicchioni, ha ricordato pochi giorni fa che già nel 2016 si prevede un finanziamento pubblico ai fondi di 17 milioni, a cui si sommeranno, nel 2017 ulteriori 8/10 milioni.
In fondo è cosa nota che il nostro sistema pensionistico paga diversi problemi, alcuni strutturali.
Il più preoccupante è il calo vertiginoso del rapporto fra lavoratori attivi e pensionati, provocato sia dall’invecchiamento della popolazione, che dall’economia stagnante. Al momento a San Marino c’è un pensionato per ogni due lavoratori attivi (che pagano i contributi): di fatto circa 8000 pensionati e 18.000 lavoratori attivi.
Un secondo problema sono gli interventi in materia di incentivi contributivi per agevolare le assunzioni, che riducono le entrate dei fondi.
Un terzo, più volte sottolineato da Civico10, è rappresentato dalle norme sui prepensionamenti volute da questo Governo.
Il fondo del primo pilastro dispone attualmente di circa 400 milioni di Euro, che rischia di assottigliarsi in maniera preoccupante proprio per i motivi già esposti. I cittadini devono quindi sapere che il sistema previdenziale resiste, in questo momento, solo per effetto del contributo dello Stato. Il saldo previdenziale è in deficit dal 2014.
Secondo proiezioni prudenti, già nei prossimi dieci anni potrebbero esserci circa 2.000 pensionati in più, con pensioni mediamente più alte rispetto a quelle che il sistema elargisce oggi.
Per questo bisogna intervenire in maniera strutturale. Le “riformucce” che vivono un solo triennio non servono a nulla, se non ad erodere sempre più i diritti delle giovani generazioni. Occorre una riforma vera del sistema, capace di redistribuire risorse e sacrifici in un’ottica di solidarietà generazionale.
Proprio un meccanismo equo fra le generazioni è alla base della nostra proposta nota da tempo, un sistema che sappia distribuire i costi fra anziani e giovani, e fra ricchi e poveri, in maniera equa a seconda delle dinamiche sociali ed economiche in atto. Un sistema che non generi prestazioni pensionistiche troppo diverse fra loro e che riesca a garantire a tutti un tenore di vita sufficiente nella vecchiaia, dove i bisogni si livellano e le differenze di produttività e professionalità non hanno più senso di essere.
Evitando quello che sta succedendo oggi, con i giovani che versano sempre di più, prendendo stipendi sempre più bassi e andando in pensione sempre più tardi.
Il modello da cui San Marino dovrebbe prendere esempio, secondo noi, è quello svedese. Modello in cui l’equità è assicurata da una pensione universale, in parte uguale per tutti, che garantisce a qualunque cittadino anziano un tenore di vita dignitoso e in cui la sostenibilità nel tempo è garantita dall’aggiustamento automatico delle aliquote, senza necessità di altri interventi.
Di questo si dovrebbe parlare, invece di alchimie elettorali. Di una visione di futuro, di scelte politiche coraggiose e rivoluzionarie, di un patto generazionale per superare la crisi.
Rassicurare il Paese sulla sostanziale tenuta dei fondi e parlare di riforme di impatto limitato, giusto per superare lo scoglio di questa legislatura ormai agli sgoccioli, non è solo sbagliato, è irresponsabile davanti al Paese.

Comunicato Stampa di Civico10

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