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Il polo della moda e i nuovi della politica

12 mag 2016
alleanza popolare
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I gruppi che fanno capo al noto imprenditore Borletti e alla DEA erano alla ricerca di un’ampia area per la realizzazione di una grande attività commerciale nel nostro Paese. Dopo aver preso in considerazione il Centro Storico e tentato di acquisire, senza successo, gli immobili di Ponte Mellini, hanno ritenuto idonea un’area non lontana dal casello autostradale di Rimini, facilmente accessibile dalla superstrada, in località Rovereta. Il Consiglio Grande e Generale ha approvato la variante di PRG e ha reso edificabile un terreno di 50.000 metri – di basso pregio e adiacente ad una zona industriale e ad una centrale elettrica – per realizzare una costruzione di qualità, e non uno scatolone di cemento, che dovrà accogliere un outlet della moda. Il terreno era privato e non è stato venduto dai proprietari con il valore di terreno edificabile. La convenzione sottoscritta con gli investitori prevede, fra altri impegni, la possibilità per lo Stato di entrare in possesso dell’intera area al prezzo di un euro qualora l’immobile non venga realizzato mentre rimarranno precisi vincoli sull’uso e la destinazione di quella zona.
RETE, insieme ad alcuni Soci, ha raccolto le firme per un Referendum allo scopo di impedire un investimento che creerà occupazione per i disoccupati e lavoro per le imprese sammarinesi. Racconta di non essere contro una iniziativa di altissima qualità ma non ha mancato di denigrare i promotori fin dall’inizio; racconta che lo Stato ci rimette quando invece la Convenzione vincola lo Stato a non indebitarsi; racconta che si vuole cementificare un parco che non esiste né ci sarà mai perché i proprietari sono privati; racconta che le forze politiche che appoggiano il progetto sono cementificatori legati ai poteri forti; racconta che Ap è in combutta con imprenditori locali e nasconde chissà quale truffa che si guarda bene dal descrivere perché non esiste. Invece di limitarsi a spiegare perché sono contrari all’iniziativa, i nuovi della politica mettono in campo bugie e calunnie che sollecitiamo a dimostrare, indicando i casi in cui Ap ha dispensato favori ai poteri forti.
Propongono infine allucinanti espropri di aree private da concedere ad altri privati per realizzare iniziative private, senza porsi il problema della credibilità di un Paese che con questi comportamenti si qualificherebbe come uno Stato da socialismo reale da operetta.
Ma allora chi vuole favorire RETE?
Gli amici di Ponte Mellini?
Qualche banca con qualche immobile da smaltire?
Qualche proprietario di capannoni vuoti?
Qualche potere forte invece di un consorzio che riunisce decine di piccole e medie aziende sammarinesi del settore edile (idraulici, elettricisti, muratori, ruspisti, ecc.), consorzio che Rete&Co chiama “i soliti palazzinari”?
Oppure RETE vuole semplicemente il “tanto peggio, tanto meglio e alla malora il Paese” per perseguire a tutti i costi la propria affermazione politica, avvelenata da demagogia e irresponsabilità? In tutti i casi è più che evidente che non promuove gli interessi del Paese e dei Sammarinesi.
Chi non vuole essere complice di tutto questo è invitato a votare “NO” al referendum sulla variante di Piano Regolatore.

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