Presentato al pubblico il 15° annuario identità sammarinese

Alla presenza degli autori e di numeroso pubblico Corrado Carattoni ha presentato il nuovo volume

Presentato al pubblico il 15° annuario identità sammarinese.

Alla presenza degli autori e di un pubblico numeroso e particolarmente attento si è tenuto, venerdì scorso presso la sede dell’ANIS, il tradizionale e atteso appuntamento per la presentazione dell’Annuario “IDENTITÀ SAMMARINESE – Riflessioni sulla libertà e la democrazia fra politica, storia, cultura”, giunto quest’anno alla 15 a edizione. Frutto del lavoro della Commissione che segue il Progetto Annuario, presieduta da Luigi Lonfernini, e grazie al grande e impegnativo lavoro di coordinamento editoriale di Paola Masi, la pubblicazione conta anche quest’anno numerosi e significativi contributi, confermandosi un crocevia di saperi ed esperienze di grande rilevanza per la Repubblica. Con la grafica di Nadia Gualtieri – 3Studio, pubblicato per i tipi delle Arti Grafiche Sammarinesi, anche con il contributo della Società Unione Mutuo Soccorso e del Sacchificio Industriale Sammarinese, l’Annuario, grazie alla prospettiva transdisciplinare, unita all’attualità degli argomenti affrontati - anche e soprattutto quando storici o memorialistici -, è ormai un punto di riferimento per la riflessione culturale e democratica sammarinese. All’inizio dell’incontro, dopo aver ringraziato i quasi duecento autori che, nel corso degli ultimi 15 anni, hanno reso possibile la pubblicazione dell’Annuario, il presidente dell’Associazione Sammarinese Dante Alighieri, Franco Capicchioni, ha mostrato come sul sito web https://www.dantealighierirsm.org/ , in fase di continuo aggiornamento, siano disponibili, per la consultazione online, tutte le edizioni dal 2009 al 2022 di IDENTITÀ SAMMARINESE. Ha anche indicato come sia anche possibile rivedere tutte le registrazioni audio-video degli incontri del MESE DANTESCO, a partire dalla storica lezione del 4 ottobre 2006, in cui il prof. Giuseppe Rossi commentava alcuni passi della Divina Commedia letti dall’attore Fabrizio Raggi. Il presidente ha quindi passato la parola a Corrado Carattoni, che ha provveduto ad effettuare una straordinaria presentazione, ricca di considerazioni e di riferimenti legati anche alla propria sfera personale, suscitati da una lettura intensa dei brani ed espressi con un taglio molto sensibile, attento alla realtà, ma anche dotato di una visione proiettata verso ampi orizzonti culturali. Carattoni nel commentare il contenuto dei vari testi ha saputo cogliere con raffinata intelligenza e trasmettere con capacità interpretativa accurata l’essenza più profonda dell’identità sammarinese, entusiasmando il pubblico con una affascinante presentazione. Carattoni ha esordito dicendo “mi scuso con i numerosi autori perché dovrò necessariamente citarli, come si suole dire, a volo d’uccello, senza contare il fatto che non sarebbe corretto né tentare di riassumerli né tanto meno dare troppe interpretazioni personali, che lascio a voi che avrete il piacere di leggere questo libro”. “Ciò che posso dirvi è che sono rimasto piacevolmente impressionato nel riscontrare che ogni argomento trattato rientra, seppure in modi o per motivi diversi, nella sfera dell’identità sammarinese”. Qui di seguito si riporta il commento di Corrado Carattoni a ciascun brano, nell’ordine in cui compare nel volume. Come tradizione, ogni volume si apre con un “documento”; Il Direttore degli Istituti Culturali, della Repubblica, Paolo Rondelli, ci racconta il prezioso lavoro dell’Archivio di Stato per la creazione di un sito web per la consultazione on line del “Fondo Balducci”. I documenti contenuti in questo Fondo, testimoniano la vita travagliata del medico sammarinese Ezio Balducci, che ha attraversato la prima metà del 1900, quale protagonista importante della politica italiana e sammarinese, arrivando a ricoprire anche il ruolo di Capitano Reggente. Il figlio Alessandro, anche lui medico insigne, ha donato alla Repubblica questo prezioso carteggio, di cui Paolo Rondelli riporta alcuni esempi già on line che riguardano il periodo fascista dei rapporti italo-sammarinesi. Un prezioso contributo alla conoscenza della nostra storia recente che, nell’intenzione del loro Direttore, pone gli Istituti Culturali della Repubblica, quale vero e proprio hub culturale del territorio. Segue poi la “presentazione” curata dal prof. Paolo Mancini, che ha sinteticamente trattato con dovizia di particolari tutti i saggi contenuti nel volume. Si passa quindi alla sezione “memoria”, con Patrizia Busignani ed il suo pezzo dedicato ad “Emma Rossi, ritratto di una donna libera”. “Passione, tanta passione, senso dello Stato, responsabilità, studio e competenza, attenzione ai particolari, capacità di visione e di progettazione, umanità, attitudine all’ascolto e all’analisi, coinvolgimento e condivisione delle scelte e dei progetti, impegno instancabile, empatia”. Con queste parole Patrizia definisce sia la carriera professionale che quella politica di Emma, oltre a pubblicare un inedito e toccante discorso da lei pronunciato, dal titolo: ”Prima di dire addio”, in una delle tante “svolte” della sua vita. Emma è stata una leader fin da ragazzina, quando ho avuto il privilegio di averla compagna di scuola. Lei, poi, ci abbandonò in seconda Liceo per dare l’esame da privatista e correre, un anno prima, all’Università. L’ho conosciuta bene, Emma, prima a scuola, poi al lavoro, poi nella sua vita pubblica, ma il racconto di Patrizia mi ha indotto a nuove riflessioni sull’importanza del ruolo che Emma Rossi ha avuto nella vita del nostro Paese. Quindi i “testi” a cominciare da un “non sammarinese” che, il 6 marzo di quest’anno, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/2023 della nostra Università, ha tenuto una lectio magistralis alla quale, peraltro, ho avuto la fortuna di assistere: mi riferisco al prof. Alessandro Barbero, che ci ha spiegato come l’Europa è uscita dalla crisi del 1300, riflettendo sulla capacità di reazione, di ripresa, di ripartenza della società europea in un’epoca di sfide e disastri. La lezione, riportata integralmente su IDENTITÀ SAMMARINESE, ci fa scoprire un’epoca, sulla quale i non storici come me hanno molte lacune: il Medio Evo, che Barbero descrive come un periodo di eccezionale crescita economica, politica e culturale e ci spiega come e perché la società europea di allora sia caduta in una crisi profonda e con quali modi ne sia poi uscita. Leggendo questo appassionante racconto, viene spontaneo un parallelismo con l’Europa di oggi, anch’essa alle prese con una crisi profonda, ma Barbero, da conoscitore della Storia e da bravo “provocatore” lascia come sempre a noi le conclusioni, facendo forse trasparire un pensiero che credo appartenga a molti, ovvero che dal passato vengono spunti e lezioni che l’uomo dimentica troppo presto. “Le vene del Borgo” è la ricerca presentata dall’Architetto Renzo Broccoli, sulla complessa rete idrica e sui numerosi pozzi presenti nel sottosuolo del Castello anticamente detto Mercatale. Non solo una ricerca, ricca di riferimenti tecnici, ma un vero e proprio spaccato della vita del Borgo agli inizi del secolo scorso, con le antiche famiglie, le importantissime fiere del bestiame, i luoghi iconici, alcuni dei quali restano solo nella memoria degli anziani. Da Borghigiano d’origine, ringrazio l’Architetto Broccoli per avermi riportato indietro nel tempo, quando si scorrazzava per gli orti e le cantine del Borgo e quando, bambini, ci divertivamo a cimentarci con la grande manovella di ferro del Fontanone, allora funzionante, fino a vedere l’acqua sgorgare. Restiamo in tema storico per parlare del prof. Werter Casali, noto ricercatore e studioso di storia sammarinese che, il 31 agosto di quest’anno, ha tenuto nella Sala del Consiglio Grande e Generale di Palazzo Pubblico una Conferenza dal titolo: “Marino da Arbe mito, storia e cultura”, conferenza che IDENTITÀ SAMMARINESE riporta integralmente. Che dire dell’amico prof. Werter Casali? Innanzitutto che è un vero assertore dell’identità sammarinese. Da storico intellettualmente onesto esamina la nota leggenda del Santo Fondatore e la smonta e la rimonta, sulla base delle poche certezze, degli scarsi documenti storici e delle contraddizioni più o meno evidenti. Ci accompagna poi attraverso i secoli, per seguire l’evolversi e l’affermazione dell’identità sammarinese. E, se siamo tristi per non poter affermare con certezza la veridicità della leggenda che ci riguarda, ci consola con il monito di Don Eligio Gosti: ”quando si affronta la Leggenda di Marino da Arbe, occorre evitare due pericoli: ritenerla pura storia, ritenerla pura favola”. Ma è da questo mito, conclude Werter, che deriva il nome e la cultura della libertà, due capisaldi ben radicati nell’animo di ogni sammarinese fiero di essere tale e che rendono il Santo vivo e reale, ieri come oggi. Ancora sul tema della storia, accenniamo ora al saggio della Prof.ssa Itala Cenci Malpeli dal titolo: “IX Gualdaria de Cailungis et Bauti” studi storici sulla presenza dei Longobardi a San Marino. Una ricerca appassionata e appassionante che parte dalla data tradizionale di fondazione della Repubblica ed esamina in modo approfondito quei secoli che portano all’anno 885, data del Placito Feretrano, da molti considerato il primo documento manoscritto che attesta la presenza di una comunità attorno al monte Titano. Ostrogoti, Visigoti e infine i Longobardi, fulcro di questa ricerca storica, dei quali l’autrice ci racconta, evidenziando l’influenza della loro cultura e dei loro costumi e l’integrazione avvenuta con quelli sammarinesi, anche a livello linguistico, come il nome dell’attuale Cailungo, che deriva da un termine che significava “dimora dei Longobardi”. La ricerca prosegue fino al XIII secolo, quello della redazione dei primi Statuti e ci offre anche una descrizione dei cippi alto medioevali, ritrovati in alcune località della Repubblica e dintorni. Un altro amico, è proprio vero che a San Marino ci conosciamo più o meno tutti, è il dott. Daniele Cesaretti, con il quale, da ragazzini, facevamo i “bombaroli” assieme, soprattutto in preparazione dei fuochi di San Giuseppe, ma con questo, Daniele perdonami la battuta, non intendevo giustificare la passione per gli eventi bellici che poi ti ha caratterizzato in età adulta! Daniele, infatti, è divenuto un vero esperto della campagna d’Italia del secondo conflitto mondiale, un prezioso consulente storico e topografico per i militari del Regno unito, del Canada e dell’India e un attivo divulgatore della Fondazione “Liberation Route Europe” nata dal Consiglio d’Europa per segnalare, quali itinerari culturali, i complessi percorsi degli eserciti, in modo da conservarne una memoria storica e da diffondere anche un nuovo tipo di turismo della memoria. Daniele auspica che della LRE, che vede l’adesione di undici Paesi europei, possa nascere anche una sezione sammarinese e, a supporto di questa sua idea, ci illustra con dovizia di particolari l’impatto della seconda guerra mondiale sul territorio della piccola, neutrale Repubblica del Titano, parlandoci anche dei numerosi segni, monumenti ed eventi che ancora oggi, di questo impatto, costituiscono testimonianza. Il Prof. Renato di Nubila ci parla invece della delicata attenzione dei Papi per San Marino e ci illustra la storia, l’identità, i valori che accomunano i due piccoli Stati e le diversità che li distinguono. Molte sono state nei decenni le occasioni di incontro fra i Pontefici e la Repubblica e molte le storie che Renato ci racconta, riflettendo sui discorsi pronunciati dai Papi in visita a San Marino, come Giovanni Paolo II, che ha sottolineato la comunanza di valori, o Benedetto XVI, che nel suo discorso in occasione della visita compiuta sul Titano il 19 giugno 2011, invitava i sammarinesi a preservare questi valori di democrazia e solidarietà, perché sono alla base proprio della loro identità. Tornando un attimo all’incarico che la dante Alighieri mi ha affidato, vi devo confessare che, mano a mano che leggevo i testi, mi appassionavo sempre più, perché, da vecchio sammarinese, purtroppo intendo “vecchio” in senso anagrafico, riscoprivo continui pezzi anche del mio passato: vi prego allora di perdonare l’immodestia se, scorrendo il libro, mi ritrovo in molte situazioni abbastanza direttamente coinvolto, come, ad esempio, nella vicinanza ad Emma, di cui ho detto prima, o nel racconto di Renato Di Nubila, visto che le visite di alcuni Pontefici le ho direttamente curate quale funzionario della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri. Restiamo immersi nella nostra storia che, come è noto, affonda le sue origini nella leggenda: l’Ambasciatrice Maria Giovanna Fadiga e la Professoressa Meris Monti ci propongono un saggio dal titolo “Ex universis Europe partibus” - Viaggio alle origini di San Marino attraverso un antico manoscritto. Il Codice manoscritto del X secolo F III 16, conservato nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e candidato al Programma “Memory of the World” dell’UNESCO, contiene la più antica versione della “Vita Sanctorum Marini et Leonis”. Le autrici sintetizzano, nel loro saggio, il lavoro di ricerca che ha portato alla redazione del documento di presentazione della candidatura al prestigioso programma dell’UNESCO, effettuando un’analisi testuale e geografica che ci fa ripercorrere i luoghi e le vicende della vita di Marino e Leone, proiettandoci alle origini di quella storia a noi così cara, dalla quale deriva la nostra libertà. Devo infine ricordare che, questo prezioso documento è stato prestato al nostro Paese dalla Biblioteca torinese ed esposto nel nostro Palazzo Pubblico in occasione della recentissima Visita di Stato del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Tutto questo è stato possibile grazie all’opera dell’Ambasciatrice Fadiga e del suo consorte, Sergio Mercuri, Ambasciatore d’Italia a San Marino, ai quali desidero esprimere la gratitudine di tutti noi. Ho avuto anche la sorte di essere, per otto anni, Presidente dell’allora Azienda Autonoma di Stato Filatelica e Numismatica e quindi ho letto e condiviso con grande interesse il racconto di Roberto Ganganelli. L’autore, numismatico, giornalista e saggista, nonché consulente del nuovo Museo del Francobollo e della Moneta, inizia il suo racconto dal Museo Postale e Filatelico, inaugurato a Borgo Maggiore nel 1972 e chiuso dopo poco più di un decennio, soprattutto per colpa del suo essere decentrato rispetto ai flussi di visitatori della Repubblica. Nel raccontarci poi come si è giunti all’inaugurazione del Museo del Francobollo e della Moneta, nel 2021, in Piazza Garibaldi a San Marino, come esso è stato concepito, con l’intento di recuperare e valorizzare questo importante patrimonio della Repubblica, ci spiega come le monete e i francobolli siano una vera e propria narrazione dell’identità sammarinese. Il prof. Maurizio Gobbi, già Docente della Scuola Superiore sammarinese e noto quale divulgatore e interprete dei Canti della Divina Commedia, ci parla della vita di Dante tracciando e concludendo un percorso autobiografico attraverso le sue opere, la cui prima parte è stata pubblicata nell’Annuario del 2021, dedicato al 700° anniversario della morte del Poeta. Un excursus appassionante sulla travagliata vita del Sommo Poeta, attraverso stralci autobiografici delle sue opere, che ci proietta nella storia italiana di quel periodo, che va dagli ultimi decenni del 1200 fino alla morte del Poeta, avvenuta a Ravenna nel 1321, all’età di 56 anni. Possiamo rivivere, attraverso il racconto di Maurizio Gobbi ed i versi danteschi, la vita delle città toccate dal Poeta, la loro storia, attraverso la sua storia personale, i costumi, la politica, la scienza e la cultura. Da un sammarinese vero ad un sammarinese nell’animo: Nevio Matteini, docente, storico, giornalista riminese ma, come è stato definito nel titolo di un Convegno in occasione del centenario della sua nascita, “sammarinese nell’animo, romagnolo in tutto.” E, credo che, fra i sammarinesi d’adozione, pochi siano stati e siano ancora così amati, così apprezzati dagli abitanti di questa terra come lo è stato Lui, anche perché molti dei suoi studi, dei suoi articoli e alcuni dei suoi libri sono stati dedicati a questa piccola Repubblica, verso la quale egli ha sempre nutrito un amore sincero e profondo. Ce lo racconta il figlio, Annio Maria Matteini, descrivendo con grande affetto la vita di suo padre e la sua vita accanto all’amato genitore, offrendoci un’ampia panoramica del carteggio conservato nel Fondo Matteini, presso la nostra Biblioteca di Stato. Nevio Matteini è stata una figura di primissimo piano nel panorama culturale italiano della sua epoca, uno storico e un giornalista prestigioso che ha raccontato, attraverso studi approfonditi e rigorosi la Romagna, Rimini e San Marino, dove aveva trovato l’amore della sua vita. Veramente interessante attraversare i suoi articoli, le sue lettere, i suoi appunti, ma altrettanto toccante l’aspetto umano che emerge dal racconto di suo figlio, che consegna alla nostra memoria Nevio Matteini, come patrimonio prezioso di tutta la comunità sammarinese. “La medicina cinese sul Titano” è raccontata invece dal Dottor Massimo Muccioli, medico specialista in medicina cinese, fondatore e Direttore della Scuola Tao, co-fondatore della Società Shendao. Manco a dirlo, un altro caro amico: con Massimo ho condiviso molte avventure, non di lavoro ma di immersioni in mare e di scalate in montagna, durante le nostre” ferie di gioventù”. Oltre che essere un grande professionista, infatti, Massimo è anche un uomo che ama le sfide e, su IDENTITÀ SAMMARINESE ci racconta, con giusto orgoglio, la sfida forse più impegnativa della sua vita: quella di aver portato la medicina cinese a San Marino. Massimo si racconta ai lettori: ci dice come si è avvicinato ad un’altra medicina, ad un’altra cultura, ad una farmacologia naturale. Ci spiega i principi che ispirano la medicina cinese, dove tutto ruota attorno all’energia, ci parla di ciò che ha realizzato e anche di ciò che non è riuscito a realizzare. Si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe: “I miei tentativi di collaborazione con le istituzioni sammarinesi non hanno mai avuto successo…” Leggendo il suo saggio impariamo cose nuove e, forse, riflettiamo anche su alcuni treni, che i reggitori della Cosa Pubblica hanno perso ma, consolati, caro Massimo: questo non è accaduto soltanto per la medicina cinese! “La sottile linea verde” è lo studio effettuato dall’Architetto Enrico Muscioni, che ci aiuta a compiere scelte consapevoli ed a riconoscere i confini della sostenibilità dei materiali da costruzione. Vi confesso che, leggendo questo interessantissimo studio, mi sono un po’ demoralizzato nell’apprendere che anche quei materiali che sono pubblicizzati come bio, eco sostenibili, green e via dicendo, determinano un impatto drammatico sull’emissione mondiale di CO 2 e sul conseguente cambiamento climatico. Lo stesso Architetto Muscioni esprime dubbi sulla reale presenza nel mercato globale di materiali che possano veramente definirsi tali e ci avverte che se non si cambia il modo di progettare, tenendo conto di una infinità di fattori che oggi sono ancora troppo scarsamente considerati, le emissioni di CO 2 aumenteranno in modo esponenziale. Esistono tuttavia molti progressi nel trovare nuove tecniche produttive per materiali essenziali all’edilizia, quali acciaio, cemento o legno lamellare, che fanno ben sperare, con l’aumento della nostra sensibilità ambientale, nell’arrivo di soluzioni costruttive che possano veramente e finalmente essere eco sostenibili. “Giosuè Carducci e la “Libertà” di San Marino” è il titolo del saggio del Prof. Salvatore Ritrovato, Docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Nel racconto del Prof. Ritrovato si delinea la lunga relazione del Carducci con la piccola Repubblica, della quale Egli deve essere stato sincero ammiratore. Ce lo testimonia un’ode incompiuta che il Poeta scrisse nel 1871, oltre vent’anni prima del Discorso tenuto per l’inaugurazione del nuovo Palazzo Pubblico, il 30 settembre 1894. “Non ho più voglia di tornare in Monarchia, dove c’è tanta retorica e tanti ladri. Viva la Repubblica!” scriveva il Carducci da San Marino, all’indomani della sua orazione. Molto, molto interessante ripercorrere la storia travagliata del Regno d’Italia in rapida e tumultuosa trasformazione, attraverso il rapporto del Poeta con le cime del Titano: noi che amiamo l’identità sammarinese, leggendo queste pagine che esaminano approfonditamente l’orazione “Per la libertà perpetua di San Marino”, ricorderemo anche il nostro passato scolastico, quando il Professor Giuseppe Rossi ci faceva studiare a memoria alcuni brani di quel mitico discorso. Questa cavalcata attraverso l’identità sammarinese si conclude con la descrizione di Suor Maria Gloria Riva, del monachesimo femminile a San Marino, di quelle presenze religiose che hanno, come recita il sottotitolo, arricchito la storia del nostro Paese. Le Clarisse, a San Marino dal 1600, le Maestre Pie, presenti in passato nelle scuole d’infanzia della Repubblica, le suore di Sant’Anna, attive nel nostro Ospedale della Misericordia fino agli anni 70 e le Monache Adoratrici, delle quali Maria Gloria Riva è Madre Superiora. Qui ci ritroviamo in pieno nella nostra identità, nella nostra storia. Consentitemi di parlare per l’ultima volta da anziano: nella mia vecchia casa del Borgo troneggiava in una cornice di legno dorato uno stemma ricamato della nostra Repubblica, eseguito da mia nonna, Iride Marcucci, quando era educanda nel convento delle Clarisse. All’asilo, sempre a Borgo Maggiore, sono andato dalle Maestre Pie. La Bandiera di San Marino che, nel 1998 ha volato nello spazio, a bordo dello Shuttle Discovery, è stata ricamata a mano dalle suore Clarisse. Non meno importante credo sia il ruolo delle Monache Adoratrici, che con il loro apostolato e la loro ascetica meditazione ci aiutano, in questa epoca arida di valori, a ricordarci di quella bellezza la cui sorgente, come scrive Maria Gloria, sta nel Bellissimo: cioè Dio stesso. Vi chiedo perdono per essermi dilungato e ringrazio sinceramente il Presidente, Franco Capicchioni, per avermi dato l’opportunità di leggere, in anteprima, IDENTITÀ SAMMARINESE. Un grazie a tutti gli Autori che ci dimostrano, ogni anno, l’unicità della nostra cultura, di una cultura che non è provinciale, data l’esiguità del nostro territorio, di una cultura che è al contempo paesana e nazionale, perché è la cultura dei sammarinesi, la cultura di un popolo, quella che determina la nostra identità e della quale tutti dobbiamo essere fieri. Il 15° volume, che contiene numerosi saggi di storia e di memoria, di argomenti sociali, di beni culturali e di bellezza del patrimonio artistico e monumentale, di filatelia, di numismatica e di letteratura, è disponibile nelle edicole e librerie della Repubblica.

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