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I Presidenti ed i Rappresentanti delle Comunità dei cittadini residenti all’estero incontrano gli studenti della Scuola Superiore

4 apr 2016
I Presidenti ed i Rappresentanti delle Comunità dei cittadini residenti all’estero incontrano gli studenti della Scuola Superiore
“Sono cresciuto con il sapore della piadina”, così racconta Juan agli studenti che, con grandissima attenzione e sensibilità, ascoltano le esperienze di emigrazione che hanno segnato l’esistenza di tante famiglie sammarinesi. Organizzato dal Centro Studi sull’emigrazione – Museo dell’Emigrante, in collaborazione con la Scuola secondaria superiore e con la Consulta dei cittadini residenti all’estero, questa mattina si è tenuto l’incontro dei Presidenti e dei Rappresentanti delle Comunità dei cittadini residenti all’estero con i ragazzi e le ragazze delle classi Prime. Mariel, Elisabetta, Francesco, Josè, Adriana, Diego, Cecilia e Giovanni vivono in Argentina e in Belgio, sono diversi per età e provenienza e raccontano le storie delle proprie famiglie, partite da San Marino per mancanza di lavoro all’inizio del Novecento o nel secondo dopoguerra, quando alle difficili condizioni economiche si univano i pericoli delle mine inesplose che rendevano particolarmente rischiose le attività agricole in alcune zone della Repubblica. I ragazzi ascoltano in silenzio i particolari dei viaggi, le difficoltà incontrate all’arrivo, la nostalgia per il Paese d’origine e per gli affetti lasciati. I cittadini residenti all’estero raccontano anche il senso di appartenenza alla Repubblica di San Marino che è stato loro trasmesso attraverso i ricordi tramandati di generazione in generazione. Giovanni è partito per il Belgio nel 1952, aveva tre anni, il padre lavorava in miniera per mantenere la famiglia: “Ho aperto gli occhi al mondo in un Paese in cui era tutto grigio per la polvere del carbone, quando sono tornato per la prima volta a San Marino non potevo credere che il cielo fosse così azzurro!”; racconta anche alcuni episodi della dura vita da minatore del padre. Francesco descrive la vita dei contadini sammarinesi nella tenuta argentina di San Patricio, così grande che aveva una propria moneta interna; Adriana ricorda la suocera che risparmiava per poter assicurare ai figli un’istruzione, Mariel riassume le condizioni di vita di chi arrivava in un Paese lontano e sconosciuto come era l’Argentina. Diego e i rappresentanti più giovani illustrano le attività delle Comunità che continuano a mantenere un intenso legame con la Repubblica. Un legame che questa mattina è diventato più forte.

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