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Prodotti biologici, le precisazioni della Segreteria al Territorio allo sportello dei Consumatori

11 nov 2015
Prodotti biologici, le precisazioni dell'Ufficio Risorse Ambientali in replica all'Ass. sportello dei Consumatori
Prodotti biologici, le precisazioni dell'Ufficio Risorse Ambientali in replica all'Ass. sportello dei Consumatori
In merito agli articoli apparsi sulla stampa lunedì 9 novembre a cura dell’Associazione sportello dei consumatori e relativi al controllo contro gli abusi di informazioni ingannevoli nell’ambito della produzione e commercializzazione di prodotti biologici, si esprimono alcune precisazioni fornite dall’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole.
La normativa della Repubblica di San Marino in materia di prodotti biologici è circoscritta a due soli atti normativi: la legge 13 marzo 1991 n. 39, che fa riferimento alla produzione agricola biologica ed alle relative tecniche di coltivazione, ed il Decreto 27 luglio 2012 n. 94, che recepisce le disposizioni dell’Unione Europea in materia di produzione ed etichettatura dei prodotti biologici.
La prima legge si occupa dunque solamente delle aziende agricole che, autorizzate dal Comitato di Assistenza Tecnica che ha sede presso l’UGRAA, dapprima si assoggettano ad un periodo di conversione sotto il controllo di enti riconosciuti dalla UE per poi ottenere, a tutti gli effetti, la qualifica di azienda agricola biologica. Dal 1991 ad oggi sono state riconosciute a San Marino due aziende agricole, che producono l’una uva e l’altra olive biologiche, ed i controlli sono eseguiti - nel rispetto delle normative comunitarie - da enti di controllo italiani che relazionano ogni anno al Comitato di Assistenza Tecnica di cui sopra. Tale normativa non può essere dunque applicata ed estesa – contrariamente a ciò che gli articoli riportati sulla stampa sembrano indicare - ad attività artigianali o industriali che trasformano o commercializzano prodotti biologici, essendo stata applicata, dal 1991 ad oggi, alla sola coltivazione e produzione agricola.
Il Decreto 27 luglio 2012 n. 94 è nato invece proprio per regolamentare la produzione, la trasformazione, il commercio e l’etichettatura di prodotti biologici e si tratta del primo passo affinché San Marino, che è un Paese terzo rispetto all’Unione Europea, possa essere riconosciuto da quest’ultima come Paese equivalente (ai sensi degli articoli 10 e 11 del Regolamento CE 1235/2008), onde permettere alle aziende sammarinesi che producono biologico di commercializzare liberamente all’interno della UE i loro prodotti. E’ vero che tale Decreto all’art. 4 prevede un apposito Regolamento di attuazione che deve disciplinare le modalità di autorizzazione degli enti preposti al controllo e la vigilanza sugli organismi medesimi. Ma è altresì vero che fino ad oggi tale Regolamento non è stato emanato soprattutto in quanto l’UE sta revisionando il Regolamento 834/2007 e fino alla conclusione dei relativi lavori non è possibile richiedere di essere riconosciuti come Paese equivalente. Quando tale modifica sarà avvenuta, l’eventuale Regolamento di San Marino dovrà allinearsi a quello europeo almeno nelle direttive principali, in modo da procedere alla richiesta di riconoscimento come Paese equivalente con possibilità di esito positivo della richiesta stessa.
Si vuole tuttavia rassicurare l’Associazione Sportello dei Consumatori che questa Segreteria di Stato, ben consapevole della necessità di stringere i tempi per dotare la Repubblica di San Marino di tutti gli strumenti normativi necessari alla regolamentazione di un settore dell’agroalimentare in crescita come la produzione e commercializzazione di prodotti biologici – che potrebbe rappresentare altresì un fattore strategico per la promozione dell’agricoltura sammarinese - si sta occupando della problematica d’intesa con l’Ufficio Risorse Ambientali e Agricole ed ha in previsione di promuovere a breve un’apposita borsa di studio per arrivare alla stesura di una nuova normativa che consenta fra l’altro di prestare tutta la necessaria assistenza tecnica a chi volesse intraprendere una così qualificante attività.

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