Protocolli Covid, Salute Attiva: "Restiamo (Dis)umani"
Ieri è deceduto il padre di un componente il nostro direttivo, una persona anziana che aveva diverse patologie e, tra le quali, il Covid. Abbiamo assistito negli ultimi anni a scene strazianti e disumane, cadaveri trasportati con camion militari e cremati, abbiamo sopportato protocolli inutili, trattamenti in terapia intensiva sospettati di aver velocizzato la morte anziché scongiurarla. Ci è stato fatto digerire tutto con la scusa dell’emergenza mondiale, della pandemia venuta dal mercato di Wuhan da quel maledetto pangolino, abbiamo mangiato prima seduti e poi in piedi per poi finire di fuori come i cani, ci hanno chiuso in casa, fatto inseguire con i droni, sospesi dal lavoro e dalla vita sociale, “obbligati” a vaccinarci con un non ben definito preparato genico che sta facendo vedere molto più i suoi “effetti” ora che non durante la pandemia. Abbiamo affrontato una malattia virale, curabilissima con i farmaci già conosciuti nella prima SARS, con paracetamolo e vigile attesa riempiendo gli ospedali quando la malattia aveva preso il sopravvento a seguito di tempesta citochinica e iperinfiammazione. Ora, scrive l’Ufficio Stampa ISS in relazione ai protocolli in essere, “considerata l’attuale evoluzione del quadro clinico dei casi di infezione a San Marino e nel circondario, nonché della corrente situazione epidemiologica, le nuove disposizioni prevedono che “le persone risultate positive ad un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-COV-2 non sono più sottoposte alla misura dell’isolamento”. Quindi per stessa affermazione delle autorità sanitaria si riconosce che la malattia, se mai lo sia stata, è molto meno severa, forse anche perché la gente ha iniziato a curarsi autonomamente con farmaci riconosciuti come efficaci. Tornando congiunto del membro del nostro Direttivo, senza entrare nel merito delle reali cause della morte, vogliamo fermamente denunciare il fatto che ancora nel 2023, nonostante i tanti proclami di aver sconfitto la malattia, nonostante siano stati enormemente “addolciti” i protocolli relativi alla malattia ed alla quarantena, nonostante un deceduto non sia più in grado di infettare nessuno se è vero che il veicolo del contagio era stato riconosciuto nelle droplets, ai famigliari del defunto ricoverato in terapia intensiva non è mai stato possibile visitare il congiunto, ora non gli viene neppure permesso di vestirlo e gli verrà consegnato in una bara, sigillata ermeticamente avvolto in un lenzuolo. Denunciamo questo atteggiamento disumano nei confronti di persone già toccate duramente dal lutto, denunciamo l’assoluta mancanza di umanità delle nostre autorità sanitarie anche nel momento del passaggio, dichiariamo che condurremo una battaglia di giustizia e di umanità contro questi protocolli assurdi anacronisticamente ancora in vigore.
C.s. Il Direttivo di Salute Attiva
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