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Psd: "Il metodo e la questione morale, ovvero c'è chi può e chi non può"

14 nov 2018
Psd: "Il metodo e la questione morale, ovvero c'è chi può e chi non può"
È un curioso concetto di democrazia quello che prevede l’inopportunità selettiva e la morale a doppia velocità.
Alleanza Popolare, la grande moralizzatrice che fu, cosa avrebbe detto di un ex Segretario di Stato che incontra un imprenditore, Restis, già all’attenzione delle nostre cronache per affari poco chiari?
Se state pensando a Claudio Podeschi siete rimasti indietro, stiamo parlando di Antonella Mularoni. Fosse stato un altro politico a contrattare con l’armatore greco, RF (alias AP) avrebbe attivato la clausola morale: dimissioni e abiura e richieste al protagonista e gogna mediatica al suo partito.
Possiamo aggiungere la vicenda SOPAF gestita da Gabriele Gatti ma con la partecipazione da protagonista “neutra e passiva” della Mularoni, non proprio un titolo di merito, sarà ora ella più attenta ed attiva?
Oppure l’accumulo degli incarichi, soprattutto se potenzialmente conflittuali, come per esempio fare parte di un organismo che cerca investitori all’estero e fare parte di un organismo che deve dare un parere sulla bontà di quell’investimento e, ad abundantiam, essere anche Ambasciatore a disposizione.
A proposito, qualche tempo fa un noto esponente di AP rifletteva: “ ho evidenziato in più occasioni ed in più sedi che la figura del Console a disposizione, inventata vari anni fa a San Marino probabilmente per accontentare qualcuno alla ricerca di un incarico, non è riconosciuta dal diritto internazionale e che era dunque opportuno anche per San Marino eliminare tale figura“ e aggiungeva “auspico che…sia possibile approfondire seriamente il tema della inopportunità di concedere o mantenere incarichi diplomatici o consolari a chi esercita contemporaneamente attività bancaria e finanziaria, giungendo alle decisioni conseguenti. “
Era firmato Antonella Mularoni.
Non ci sarebbe da aggiungere nulla per descrivere l’incoerenza e la spocchia di AP.
È necessario però aggiungere un commento politico: non sfugge a nessuno né la portata della nomina, che equivale a giocare un asso, né la posta in palio, avere una Banca Centrale allineata al volere dell’oligarchia al comando. Non sfugge a nessuno che proprio quando in Banca Centrale, finalmente, si torna a ragionare con atteggiamento di condivisione e un’ottica di paese, RF attacca quell’organo e inserisce una persona del cerchio ristretto di comando di quel partito.
Tutto questo proprio mentre in Repubblica c’è una delegazione del Fondo Monetario Internazionale e si decide il futuro dei prossimi decenni. È tutto connesso: c’è un piano che in pochi hanno messo a punto in maggioranza e che deve trovare compimento da qui alla legge di bilancio, il paese deve cambiare faccia senza curarsi del metodo, della condivisione, dei tempi.
Ed è RF che ha bisogno di sovvertire l’ordine costituito e esercitare il suo potere di interdizione, alla faccia di chi, con credibilità perché mai impegnato al governo, come C10, aveva annunciato cambi di metodo e ricerca di allargamento della gestione del potere e di chi, come SSD, abbagliato dal faro di scena puntato da AP contro la DC, continua a non accorgersi del ruolo subalterno che gli ha lasciato. Prima o poi il sonno in cui entrambe sono piombati terminerà e si accorgeranno di tutto ciò, che sotto ipnosi, gli hanno combinato.

Ufficio stampa PSD

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