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PSD, San Marino vicina al D-Day

18 mag 2017
PSD, San Marino vicina al D-Day
Tutto lascia presupporre che nel breve volgere di qualche settimana il futuro economico e finanziario sarà scritto definitivamente.
È altresì evidente che il progetto è chiaro a poche persone e che non può essere divulgato se non a fatti avvenuti. A poco conta la litania del governo e della maggioranza rispetto alla condivisione del percorso e alla pubblicazione degli intenti. Le decisioni cruciali sono già state prese: l’AQR ha già determinato quanto è l’ammanco delle banche su cui intervenire, la maggior parte del finanziamento dovrà essere chiesto fuori dai nostri confini, Asset dovrà essere assorbita da Carisp (a cui quindi si aggiunge un altro carico negativo proprio nel momento in cui questa diviene “Banca di Stato”), si creerà un polo pubblico e uno privato a
livello bancario, il rapporto con Banca Italia non interessa più e pare nemmeno quello con la BCE, i crediti non performanti saranno gestiti da una fantomatica bad-bank di sistema.
Vorremmo essere smentiti, ne saremmo rassicurati, ma la verità è che le carte sono già state distribuite e non sembrano a vantaggio della collettività. Infatti su tutti i temi elencati non c’è stata nessuna possibilità di confronto e non ci sarà nemmeno ora.
La ponderata e seria posizione dell’attivo unitario dei delegati CSU, dimostra che la mancanza di condivisione è un tratto proprio di questo governo e siamo d’accordo sul fatto che in un momento problematico come questo sarebbe invece da ricercare la massima coesione, a cominciare dalla gestione di
Carisp data dal CdA che dovrà essere completato includendo l’opposizione ma anche il mondo socio-economico dato il ruolo di banca di sistema.
Il PSD non intende difendere coloro i quali hanno agito al di fuori delle regole o con leggerezza e concordiamo sul proseguimento delle azioni di trasparenza, ma non siamo d’accordo sull’agire solo in termini punitivi e di accusa come si sta facendo, il sistema deve essere accompagnato nel suo complesso e serve riconoscere la complessità della realtà, ma anche agire dando fiducia al settore e producendo normative utili alla ripresa. Come si vede infatti questo atteggiamento ha provocato nel caso Asset un’azione di accelerazione dell’emorragia già in corso, invece che un suo contenimento, e ora ne pagano le conseguenze i risparmiatori.
Visto che già un mese fa chiedemmo tramite un Ordine del Giorno di “attivare un tavolo permanente di consultazione governo-forze politiche consiliari-forze sociali sullo stato di salute del sistema bancario e finanziario nel suo complesso e sulle scelte rispetto alla Cassa di Risparmio “, siamo nuovamente a esortare il governo a fornire ragione delle scelte sopra descritte già fatte e di quelle che si stanno per prendere.
In particolare, per poter raggiungere un grado minimo di interazione con l’esecutivo, il PSD intende avere risposta almeno su quanto non deve accadere. È in grado il governo di rassicurare, attraverso atti e documenti ufficiali, che:
? non si farà ricorso a finanziamenti di soggetti diversi da quelli “istituzionali”;

? saranno prese le più opportune e veloci decisioni al fine di porre un freno efficace alla emorragia di risorse dalle banche sammarinesi;

? la gestione dei crediti non performanti non produrrà vantaggi esterni al sistema sammarinese o ulteriori problemi ai bilanci delle banche;

? il debito pubblico che si va a creare non strozzerà la già debole economia;

? esiste un piano di rilancio che parte dagli istituti già esistenti e non solo da investitori che si dice essere pronti ad entrare (non si sa a quali condizioni);

? il nuovo Presidente di Cassa di Risparmio, a seguito del colossale errore già commesso, non avrà nulla a che fare con la cerchia nella quale è stato individuato quello dimissionario;

? che il taglio dei posti di lavoro in Carisp (compresa acquisizione di Asset) sarà considerata quale Extrema ratio e che sono false le voci di gestione del personale di Asset fatte da componenti della maggioranza;

? il raggiungimento di accordi con altre istituzioni finanziarie internazionali è una priorità da perseguire da subito al fine di dare un minimo di concretezza alla tanto declamata internazionalizzazione.

Il PSD attende (poco) fiducioso le risposte concrete che diano il senso di un D-DAY vicino, ma che ci veda dalla parte giusta degli schieramenti.

Comunicato Stampa

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