Prima di esprimere un parere sul Report del Fondo Monetario Internazionale - FMI - va fatta un’analisi, per evitare un tranello che parte della politica tenta di architettare, al quale la popolazione e le future generazioni sono soggette. Le valutazioni sul tema sono utili se sono oggettive e non di parte, l’autoreferenzialità invece non serve a nulla e non giova a nessuno, neppure in termini politici.
Prima riflessione: si finisce solo per discutere ed analizzare la “diagnosi” del FMI (i.e. report) senza confrontarci con il Governo ed occuparci della “cura”. Il confronto in questo senso è fondamentale, serve per comprendere le difficoltà in cui versa la nostra Patria malata. Il Governo ha il dovere ora più che mai di fornirci informazioni e dati che non abbiamo, che ci sono ancora tenuti nascosti.
La nostra disponibilità al dialogo verrà meno se non ci sarà confronto sull’attuazione degli interventi. Se ci sarà questa disponibilità, il Psd farà la sua parte, altrimenti, all’inutile gara per dimostrare chi è più o meno in linea con il FMI non parteciperemo, e men che meno sentiamo l’esigenza di fornire un alibi al Governo sul suo operato, di modo che possa continuare solo e indisturbato a prendere decisioni su questioni vitali che riguarderanno tutti per i prossimi decenni.
Il resoconto sul sistema bancario che il FMI ci consegna non è tanto originale: gli investimenti restano deboli senza il sostegno da parte di un settore bancario la cui leva finanzia si sta riducendo e rischia un ulteriore ribasso, l’aumento dei costi per le finanze pubbliche dovuti al risanamento del settore stesso per il concretizzarsi di sopravvenienze passive, la conversione dei crediti d'imposta in titoli di Stato che eserciterebbe un’ulteriore pressione sui conti pubblici. Si fa riferimento ad errori sulle strategie messe in campo, critiche in sostanza all’operato del Governo, di Banca Centrale, nella gestione in primis della crisi della Cassa di Risparmio.
Non è vero che il FMI si è complimentato per il lavoro svolto! Le critiche che emergono scritte nero su bianco sono tante. Sull’inadeguatezza della “cura” intrapresa finora il Report è stato impietoso, dato che fa riferimento a situazioni che non riguardano solo il passato. I rischi a cui siamo esposti trovano conferma con quello che ripetiamo da mesi e mal si conciliano con le posizioni trionfalistiche della propaganda governativa.
Gli appelli della maggioranza verso l’opposizione almeno a questo punto dovrebbero presumere un cambio di metodo: non servono più – ammesso siano mai servite – le grandi manovre subacquee messe in campo sistematicamente da mesi. Dovremmo fare a gara piuttosto per gestire assieme la questione FMI, e farlo giudiziosamente.
Noi come Psd abbiamo un linea invalicabile, un perimetro che non volgiamo e non possiamo oltrepassare: non dobbiamo compromettere il nostro Stato Sociale e l’occupazione, la parte nobile del modello paese. Su questi aspetti la dura legge dei numeri non sarà sufficiente per farci sacrificare tutto, i danni di un liberismo applicato solo su “ricette numeriche” sono già storia in altri paesi, e da noi il loro effetto devastante ricadrebbe sulle persone.
L’auspicio del FMI che la sicurezza sociale si possa reggere in maniera autonoma per liberare risorse in altri dipartimenti prioritari non è condivisibile. Questo potrebbe significare la necessità di introdurre costi a carico dei cittadini sui servizi; prima di intraprendere questo genere di scelta dobbiamo attuare politiche di risparmio in altri settori. La proposta di riforma delle pensioni è complessa e confusa anche secondo il FMI, anche di questa discuteremo con il Governo affinché non siano i lavoratori ed i cittadini in età pensionabile a pagare il conto più gravoso dei fabbisogni finanziari che si profilano essere necessari. Tutte queste riforme richiedono il forte impegno di tutte le parti interessate, questo assunto del FMI lo condividiamo.
In conclusione: per sostenere, serve prima conoscere e per condividere si deve comprendere come chi guida il Paese ora pensi di muoversi. In questo ultimo anno si sono succedute convocazioni e confronti di rito tra Governo ed opposizione, manca un confronto vero che parta da un foglio bianco e dati reali. Non si possono avallare progetti come la maggioranza auspica; nell’ultimo anno siamo stati testimoni di tante, troppe, azioni messe in campo senza avere una visione complessiva e di medio periodo.
San Marino, 29 gennaio 2018
Nicola Ciavatta
PSD
Prima riflessione: si finisce solo per discutere ed analizzare la “diagnosi” del FMI (i.e. report) senza confrontarci con il Governo ed occuparci della “cura”. Il confronto in questo senso è fondamentale, serve per comprendere le difficoltà in cui versa la nostra Patria malata. Il Governo ha il dovere ora più che mai di fornirci informazioni e dati che non abbiamo, che ci sono ancora tenuti nascosti.
La nostra disponibilità al dialogo verrà meno se non ci sarà confronto sull’attuazione degli interventi. Se ci sarà questa disponibilità, il Psd farà la sua parte, altrimenti, all’inutile gara per dimostrare chi è più o meno in linea con il FMI non parteciperemo, e men che meno sentiamo l’esigenza di fornire un alibi al Governo sul suo operato, di modo che possa continuare solo e indisturbato a prendere decisioni su questioni vitali che riguarderanno tutti per i prossimi decenni.
Il resoconto sul sistema bancario che il FMI ci consegna non è tanto originale: gli investimenti restano deboli senza il sostegno da parte di un settore bancario la cui leva finanzia si sta riducendo e rischia un ulteriore ribasso, l’aumento dei costi per le finanze pubbliche dovuti al risanamento del settore stesso per il concretizzarsi di sopravvenienze passive, la conversione dei crediti d'imposta in titoli di Stato che eserciterebbe un’ulteriore pressione sui conti pubblici. Si fa riferimento ad errori sulle strategie messe in campo, critiche in sostanza all’operato del Governo, di Banca Centrale, nella gestione in primis della crisi della Cassa di Risparmio.
Non è vero che il FMI si è complimentato per il lavoro svolto! Le critiche che emergono scritte nero su bianco sono tante. Sull’inadeguatezza della “cura” intrapresa finora il Report è stato impietoso, dato che fa riferimento a situazioni che non riguardano solo il passato. I rischi a cui siamo esposti trovano conferma con quello che ripetiamo da mesi e mal si conciliano con le posizioni trionfalistiche della propaganda governativa.
Gli appelli della maggioranza verso l’opposizione almeno a questo punto dovrebbero presumere un cambio di metodo: non servono più – ammesso siano mai servite – le grandi manovre subacquee messe in campo sistematicamente da mesi. Dovremmo fare a gara piuttosto per gestire assieme la questione FMI, e farlo giudiziosamente.
Noi come Psd abbiamo un linea invalicabile, un perimetro che non volgiamo e non possiamo oltrepassare: non dobbiamo compromettere il nostro Stato Sociale e l’occupazione, la parte nobile del modello paese. Su questi aspetti la dura legge dei numeri non sarà sufficiente per farci sacrificare tutto, i danni di un liberismo applicato solo su “ricette numeriche” sono già storia in altri paesi, e da noi il loro effetto devastante ricadrebbe sulle persone.
L’auspicio del FMI che la sicurezza sociale si possa reggere in maniera autonoma per liberare risorse in altri dipartimenti prioritari non è condivisibile. Questo potrebbe significare la necessità di introdurre costi a carico dei cittadini sui servizi; prima di intraprendere questo genere di scelta dobbiamo attuare politiche di risparmio in altri settori. La proposta di riforma delle pensioni è complessa e confusa anche secondo il FMI, anche di questa discuteremo con il Governo affinché non siano i lavoratori ed i cittadini in età pensionabile a pagare il conto più gravoso dei fabbisogni finanziari che si profilano essere necessari. Tutte queste riforme richiedono il forte impegno di tutte le parti interessate, questo assunto del FMI lo condividiamo.
In conclusione: per sostenere, serve prima conoscere e per condividere si deve comprendere come chi guida il Paese ora pensi di muoversi. In questo ultimo anno si sono succedute convocazioni e confronti di rito tra Governo ed opposizione, manca un confronto vero che parta da un foglio bianco e dati reali. Non si possono avallare progetti come la maggioranza auspica; nell’ultimo anno siamo stati testimoni di tante, troppe, azioni messe in campo senza avere una visione complessiva e di medio periodo.
San Marino, 29 gennaio 2018
Nicola Ciavatta
PSD
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