Repubblica Futura: "Chi ha interesse che il Tribunale non funzioni?"

Repubblica Futura: "Chi ha interesse che il Tribunale non funzioni?".

Ancora una volta la presa d’atto dei due Giudici d’appello non approda in Consiglio Grande e Generale. Nell’ultima seduta, infatti, apertasi venerdì 8 novembre, tale argomento è stato addirittura tolto dall’ordine del giorno. Questa che potrebbe sembrare solamente una mera questione burocratica o formale ha invece profonde ripercussioni sul Tribunale e sulla indipendenza della Giustizia nel nostro Paese. Per prima cosa perché ha implicazioni importantissime su procedimenti della massima rilevanza, come il cosiddetto Conto Mazzini. Tutti ricorderanno infatti come il Giudice Caprioli, titolare di tale processo di secondo grado, abbia scritto tempo fa per dichiarare la propria impossibilità a celebrarlo se oberato di altri carichi di lavoro. Egli infatti aveva calendarizzato tale processo vari mesi orsono, quando l’iter di arruolamento dei nuovi giudici di appello era ormai prossimo alla sua conclusione. In tal modo il Tribunale avrebbe potuto contare su quattro giudici di appello (oggi sono solo due) ed i nuovi innesti avrebbero potuto sollevare il Prof. Caprioli da ulteriori impegni rispetto alla celebrazione del Processo Mazzini. Insomma la volontà di aprire tempestivamente il secondo grado cozza inevitabilmente con i continui ritardi nell’arruolamento dei nuovi due Giudici di Appello. Di fronte a tutto ciò abbiamo dovuto assistere alle ingiuriose minacce che un movimento politico (RETE) ha rivolto in un suo recente comunicato proprio al Prof. Caprioli, reo, secondo RETE, di non voler celebrare il Processo Mazzini. Perché queste accuse? Perché invece tutte le forze politiche non lavorano insieme per dare al Tribunale l’organico ed i mezzi per farli i processi? Se si volesse dare credito a quello che ha scritto poche settimane fa un giornale, cioè che i Giudici di Appello devono essere nominati dal prossimo Governo (sic!!!), ci sarebbe veramente da essere terrorizzati, perché ci troveremmo davanti al più marchiano tentativo di minare alle fondamenta l’indipendenza della Magistratura. Di mettere le mani sulla Giustizia. Di tornare alla vera restaurazione. I giudici infatti non devono e non possono essere scelti dai governi, ma da regolari concorsi! Ancora di più stupisce dunque il mancato inserimento della presa d’atto dei due giudici d’appello in quest’ultima sessione consigliare. Nessuna importanza ha avuto il fatto che il Decreto Reggenziale di scioglimento del Consiglio Grande e Generale avesse stabilito che “il Consiglio Grande e Generale, ancorché sciolto, viene convocato in via straordinaria […] per la presa d’atto della graduatoria del concorso per il reclutamento di due Giudici d’Appello […]”. RF si chiede: come è stato possibile ignorare tale Decreto? Nessuna importanza ha avuto il Regolamento Consigliare, che è una legge dello Stato, al cui rispetto tutti sono chiamati. Esso stabilisce chiaramente che laddove ci sia un comma o più commi rimasti da evadere dalle precedenti sedute, questi debbano essere inseriti in via prioritaria nell’ordine del giorno del successivo Consiglio Grande e Generale. Nonostante ciò, il comma in oggetto non solo non è stato inserito in via prioritaria come richiede il regolamento, ma addirittura è scomparso! Come è possibile tutto ciò? Quali sono state le forze politiche che si sono opposte alla sua calendarizzazione? Perché si è arrivati ad una tale decisione? In questo modo, dopo il Consiglio di luglio, dopo il Consiglio dell’11-18 settembre, dopo il Consiglio del 26-27 settembre, ancora una volta non si è voluto espletare una semplice presa d’atto. RF ritiene che ciò sia estremamente grave, che mini il principio dell’indipendenza della Magistratura, la funzionalità del Tribunale e le più basilari e semplici regole del buon senso. Ma forse la domanda è solo una: chi ha interesse che il Tribunale non funzioni? che importanti processi non vengano celebrati? Siamo certi che i cittadini conoscano molto bene le risposte. RF dal canto suo continuerà a battersi per l’indipendenza della Magistratura e perché questi ed altri processi vengano celebrati.

c.s. Repubblica Futura

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