I responsabili del canile comunale “Stefano Cerni”, scossi per l’episodio del lupo ucciso

I responsabili del canile comunale “Stefano Cerni”, scossi per l’episodio del lupo ucciso.
“Siamo tutti profondamente scossi da quando le cronache riportano sull’uccisione brutale di un giovane lupo a Coriano – dicono dal canile “Stefano Cerni” di San Salvatore la cui gestione per il benessere degli animali ricoverati, per il controllo, il censimento e la gestione delle colonie feline che si trovano sul territorio comunale di Rimini sono affidate all’associazione E l'uomo incontrò il cane K. Lorenz –. Riteniamo che non solo si sia voluto infierire con crudeltà su un essere vivente ancorché indifeso ma nel contempo, per le modalità manifestate, si sia voluto sfregiare la sensibilità di un intera collettività a cui simili macabri atti non appartengono. Una manifestazione su cui, proprio per questo, bisogna riflettere comunemente, tutti, dalle istituzioni alle associazioni degli allevatori e cacciatori, a quelle ambientaliste e animaliste, se vogliamo veramente uscire e far sì che non si ripetano fatti così brutali.



Come operatori e volontari quotidianamente sul campo siamo abituati a registrare la violenza sugli animali d’affezione. Non c’è differenza sul dolore che si infligge per insensibilità o anche, purtroppo, per ignoranza legata a culture ataviche, ma mai in questa maniera efferata. Se noi come associazione ci siamo e sentiamo d’avere un ruolo è anche per questo, per stare dalla parte degli animali e occuparci con le istituzioni del loro benessere fisico ma non solo.

Accanto a una tutela anche legale, che ci vede ogni anno presentare all’autorità giudiziaria una decina tra denunce ed esposti per abbandono o crudeltà nei confronti degli animali, siamo impegnati come operatori del canile in un’opera di recupero degli animali che a causa di proprietari inadatti e incapaci soffrono di disturbi comportamentali. Per questo tutti i cani che entrano in canile vengono sottoposti dagli operatori nel momento dell’ingresso ad una valutazione comportamentale da cui emerge come tra il 30 e 40% di essi siano sociopatici, ovvero risultino per la propria storia affetti da disturbi nella relazione con l’uomo. Affetti da problemi comportamentali diventerebbero ben presto inadottabili se non venissero sottoposti a un vero e proprio progetto pedagogico capace di superare l’empasse e riequilibrare il carattere di questi dolcissimi animali. Ed è per questo che come associazione abbiamo previsto nel nostro piano di gestione della struttura l’introduzione della presenza di un educatore che guida questo percorso di recupero. Pratiche recenti – si parla degli ultimi 5 – 6 anni – che richiedono tanto lavoro di formazione anche per dotare gli operatori e volontari delle competenze necessarie ad affrontare il problema ma che stanno dando risultati che noi giudichiamo ottimi. Non ci riusciamo sempre ma la soddisfazione è straordinaria nel momento in cui lo si riaffida.”


“Un’attività – ha detto l’assessore Jamil Sadegholvaad – che conferma il ruolo propositivo e attivo di una struttura come il nostro canile comunale “Stefano Cerni” nell’opera per tutela degli animali, non solo legata a compiti canonici ma capace d’interpretare, con competenza e professionalità nonché passione, quello di presidio anche culturale sul tema.”

Sono 12 i verbali elevati dalla Polizia municipale nel 2016, dieci dei quali per violazione del regolamento comunale per la tutela degli animali d’affezione (9 da 50 euro, 1 da 200) e due per la legge quadro n. 281 del 1991 (77 euro).

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