Rete: "Cassa di Risparmio venga liberata dalla spartizione partitica di nomine e ruoli"
Le motivazioni del licenziamento dell’allora vice-direttore Vladimiro Renzi non sono mai state chiarite e anzi hanno lasciato molte domande in sospeso: si è parlato del venir meno di un rapporto di fiducia ma anche di perplessità rispetto a “concessione di finanziamenti, in particolare all’estero, per cifre cospicue. Perplessità legate, in generale, all’operatività di Cassa.” Oggi si parla di Simoni.
Dopo l’indagine italiana denominata "Varano" che ha coinvolto i vertici Cassa-Delta tra cui anche il Direttore di Cassa Luca Simoni, arriva una nuova doccia fredda con l’indagine sammarinese che ha portato recentemente, il 28 dicembre 2015, al rinvio a giudizio di Simoni per il riciclaggio di oltre 15 milioni di euro.
Simoni, secondo l'accusa, avrebbe abusato del suo ruolo di Direttore di Cassa, usando l’istituto per movimentare i fondi (già riciclati) di 2 società riferibili al gruppo Acqua Marcia di Caltagirone. Dopo l’arresto di Caltagirone in Italia, a San Marino l'AIF (Agenzia di Informazione Finanziaria, incaricata di indagare su operazioni sospette di riciclaggio) ha segnalato alla magistratura un’operazione sospetta in Cassa ricostruendo le manovre che sarebbero servite per coprire un'esposizione di Cassa a favore delle società del gruppo Acqua Marcia. Cassa di Risparmio (lo ricordiamo per i meno attenti) è un istituto sistemico per San Marino, e lo Stato è intervenuto in suo favore con centinaia di milioni di euro.
A ottobre scorso il Governo, alle 2 di notte, ha indebitato il paese con ulteriori 40 milioni di patrimonializzazione di Cassa. RETE aveva chiesto che a fronte di questo nuovo sostegno per Cassa, quantomeno il Consiglio pretendesse le dimissioni di Clelio Galassi, ancora presidente di SUMS. La maggioranza ha voltato gli occhi dall'altra parte, e ora ci troviamo al vertice di Cassa e di uno dei suoi soci, assieme all'Ecc.ma Camera, un rinviato a giudizio e uno indicato dalla magistratura come tangentaro nell'ordinanza di arresto di Gabriele Gatti. Al di là delle ricette proposte dall’FMI, ampiamente utilizzate per le rivendicazioni di parte della maggioranza su Cassa, a noi interessa che questo istituto sistemico venga finalmente liberato dalla spartizione partitica di nomine e ruoli, che ha determinato gravi danni e le conseguenze che oggi stiamo vivendo. Solo quando i partiti smetteranno di volere i propri uomini all'interno di Cassa, questo istituto avrà speranze di vedere finalmente approvato il suo piano di rilancio (ad oggi ancora non approvato da BCSM) e di riprendere a camminare sulle proprie gambe, evitando anche che Cassa diventi una banca da comprare con pochi spiccioli magari da banche dirette dai soliti noti, sempre quelli che si leccano i baffi per il polo del lusso.
Comunicato Stampa
Movimento RETE