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Rete: l’alta tensione mediatica che ogni giorno si cerca ancora di alzare, non è più accettabile e non incanta più nessuno

9 dic 2020
Rete: l’alta tensione mediatica che ogni giorno si cerca ancora di alzare, non è più accettabile e non incanta più nessuno

La strategia dell’alta tensione condotta da mesi a questa parte sul tema della Giustizia e sui personaggi che hanno fatto parte della “cricca” – o che l’hanno protetta – mira a indebolire la verità lampante che si profila a chi abbia il coraggio di guardare alla realtà delle cose. L’8 settembre scorso, la Commissione Giustizia ha avviato un’azione di sindacato contro il giudice Alberto Buriani in base alle denunce circostanziate di Banca Centrale. La necessità di verificare i comportamenti di un magistrato si è scontrata con la volontà di insabbiamento di Repubblica Futura, che appare legata a doppio filo con i personaggi facenti parte dei poteri dello Stato che hanno giocato un ruolo da protagonisti nei disastri che sono oggi sotto gli occhi di tutti, tanto da usare ogni proprio potere per coinvolgere le testate italiane con titoli destabilizzanti. I fatti reali e dimostrati, come pure il sodalizio criminale emerso dalla relazione della Commissione d’inchiesta su Banca CIS, non sono considerati degni di nota per gli ex appini, come si evince da ogni loro comunicato. Dagli atti della commissione d’inchiesta appare evidente che l'’imprenditore Marino Grandoni e il direttore e amministratore delegato Daniele Guidi avevano messo in piedi un progetto di occupazione dei punti nevralgici delle Istituzioni della Repubblica, con il Tribunale – a quanto pare anche grazie al giudice Buriani – quale braccio armato e la connivenza degli allora vertici di Banca centrale come strumento di controllo finanziario. Il Paese è stato disastrato con il progressivo svuotamento delle casse dello Stato e il logorio dell’intero sistema finanziario, dopo aver occupato parte del Tribunale che calava implacabile la mannaia su tutti coloro che in qualche maniera si opponevano al progetto. Solo ora siamo in grado di ricostruire il puzzle criminale assemblato con cinica lungimiranza nell’arco di una quindicina di anni – con l’apogeo raggiunto durante il governo di Adesso.sm – e individuare quelle responsabilità che devono assolutamente essere perseguite, senza farsi irretire da chi sia abituato a sguazzare nel fango. Non basta stracciarsi le vesti sul processo Mazzini, sarebbe davvero troppo far credere alla popolazione che solo da lì venga il male del paese, sperando così di poter distogliere l’attenzione su ciò che sta accadendo ora, proprio sotto i nostri occhi. Bisogna scandalizzarsi e ribellarsi con la stessa veemenza contro tutti i crimini portati avanti dalla “cricca” e contro le relative azioni di copertura. I comportamenti ed i fatti che hanno quali protagonisti Grandoni, Buriani, Guidi, ma anche tutti i loro accoliti e simpatizzanti, devono essere sopposti al vaglio della magistratura, perché vanno accertati anche giudizialmente tutti i danni enormi arrecati al Paese, alla democrazia, al sistema finanziario, che appaiano così gravi e devastanti da essere inemendabili. L’alta tensione mediatica che ogni giorno si cerca ancora di alzare per creare confusione e incertezza, non è più accettabile e non incanta più nessuno. RETE è sempre stata in prima linea per affermare la supremazia della democrazia e della legalità. Non arretrerà neanche di un centimetro per difendere gli interessi del Paese.

Cs Movimento RETE


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