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Rete: "La magistratura lavora, il consiglio fa spallucce"

30 ott 2015
Rete: "La magistratura lavora, il consiglio fa spallucce"
Rete: "La magistratura lavora, il consiglio fa spallucce"
Nonostante la votazione all’unanimità di un ordine del giorno che sostiene il lavoro della magistratura (viene da chiedersi quanto convintamente), il Consiglio a grande maggioranza (31 consiglieri su 44 presenti) stabilisce e non ci vede nulla di male che Clelio Galassi, che secondo la magistratura ha incassato tangenti per qualche centinaio di migliaia di euro, rimanga presidente della SUMS.
Ovvio, la SUMS è un soggetto privato. Infatti l’OdG presentato da RETE chiedeva che lo Stato non provvedesse a finanziare il sostegno di 40 milioni di euro a Cassa di Risparmio fintanto ché la SUMS, socio di minoranza, non avesse provveduto a sostituire lo stesso Galassi.
In pratica, siccome lo Stato (con i nostri soldi) è azionista di maggioranza in Cassa di Risparmio, avrebbe preteso che gli altri azionisti non fossero diretti o presieduti da gente accusata di aver preso tangenti.
Il Consiglio invece non ci vede nulla di male: un tangentaro rimane sempre simpatico a certi soggetti.
Ma non è finita… insomma, esce un'ordinanza della magistratura, che porta all'arresto del principale politico degli ultimi anni. Ne parla per due giorni il consiglio, per settimane la popolazione.
In quella ordinanza la magistratura scrive che il gruppo criminale di Gatti, Podeschi, Roberti ecc. sta cercando qualche membro delle istituzioni che proponga una commissione d'inchiesta contro la magistratura.
A giugno 2015 Pasquale Valentini, Segretario agli Esteri, referente di Gendarmeria e Milizia, chiede in Consiglio una commissione d'inchiesta sulla magistratura.
RETE si ritiene dunque in dovere di fare un ordine del giorno in cui chiede al Congresso di Stato di verificare se quella richiesta di un suo membro sia solo una casualità, oppure no.
Questo affinché il Governo possa ufficialmente rassicurare il Consiglio e la cittadinanza sulla casualità delle affermazioni di Valentini.
Esito? Ci dicono che chiedere un ordine del giorno è una proposta sproporzionata.
E pensare che noi la vedevamo come una possibilità per il Congresso di fare chiarezza su sé stesso.
Invece il consiglio si fa scivolare addosso un'ordinanza di quelle dimensioni come niente fosse.
Come al solito a tutte le belle parole spese in aula non seguono atti concreti, questi episodi sono parte del “passato” (hanno detto) ma evidentemente il passato non insegna loro niente. Si è persa un’occasione, l’occasione di dare un seguito alle tante parole spese. RETE con questi Ordini del giorno ritiene che si poteva davvero liberare il paese dai sospetti di voler mantenere il “vecchio” metodo, ma evidentemente le cose in fondo non sono poi così cambiate e forse non c’è neanche la volontà di farlo.
Per finire ci rivolgiamo alla magistratura, anche perché in consiglio l’aria è sempre più irrespirabile: RETE sostiene davvero il vostro lavoro, e cerca di dar seguito alle vostre ordinanze.
La politica continua a frenare il cambiamento. Siamo certi che il treno, però, sia a fine corsa.

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