Che il pallino di questo governo fosse arrivare a chiedere un prestito milionario lo denunciamo da febbraio 2017 e tra gli sfottò della maggioranza e le denigrazioni dei Segretari, le mille firme contro l’indebitamento sono arrivate sul tavolo della Reggenza nel mese di maggio.
Quello che doveva essere l’extrema ratio, l’ultima spiaggia dopo aver cercato con tutte le forze alternative che non lasciassero i sammarinesi col cappio al collo, si sta rivelando per quello che è sempre stato: l’unica strada sempre realmente promossa e perseguita dal governo. Nessuna alternativa di sviluppo, nessun taglio agli sprechi, nessun progetto economico se non la ferma volontà di spolpare il paese affinché si presentasse in braghe di tela a chiedere l’elemosina a qualche organismo sovranazionale o peggio.
Il debito estero non è un inciampo nel percorso ma una conseguenza preconfezionata, il risultato di un cammino creato ad arte per indebitare la Repubblica. Perché? Perché un paese indebitato è un paese in stato di shock, un paese che gioca al ribasso, rassegnato, in cui la popolazione può essere facilmente piegata ai voleri del creditore di turno. Perché i debiti contratti devono essere saldati con gli interessi. E con questa prospettiva ogni mannaia sarà giustificata: le privatizzazioni, le tasse, i tagli alla sanità, alle pensioni, all’educazione e alla cultura. Interventi che se portati avanti da un governo in prima persona sono capaci di far insorgere i cittadini, ma se ce lo chiede un nostro creditore allora la percezione è diversa…
Gli atti più recenti con cui il governo continua ad alimentare il suo personale percorso, sono il piano di stabilità – un mix di slogan da campagna elettorale realizzato grazie alla “preziosa” consulenza della Oliver Wyman (preziosa perché ci è costata 140mila euro e una nomina ad Ambasciatore) – e le linee di riforma di Banca Centrale che non solo non abbatteranno i costi per lo Stato, ma avranno la conseguenza ben più grave di smembrare definitivamente il nucleo di vigilanza, con sovrapposizioni di incarichi e obiettivi che produrranno il totale azzeramento della Vigilanza. Una volta chi faceva i controlli nelle banche “sbagliate” veniva cacciato. Ora si previene a monte la possibilità che i controlli vengano svolti.
Anche questo è cambiamento.
D’altronde, quando le linee di riforma sono redatte da un Presidente (Moretti) che prima di entrare in Banca Centrale a fare il controllore era membro del cda di Cassa di Risparmio, quindi del controllato, e da un Capo della Vigilanza (Mazzeo) che, sanzionato da Banca di Italia per carenza di controlli, che fino a pochi mesi fa era consulente di Cassa di Risparmio per la costosissima Grant Thornthon, non ci si può aspettare nulla di diverso.
Piano di stabilità e linee riforma di Banca Centrale oggetto di tavolini di “sconforto” con il Segretario Celli, noto per cambiare le carte in tavola in base all’interlocutore che ha di fronte, sono il nuovo compitino da presentare agli Spring Meetings del FMI. Nel frattempo Celli si propone quale paladino della lotta all’evasione quando dopo mesi e mesi di segnalazioni circostanziate, non è stato capace insieme ai suoi colleghi di governo di evitare la gravissima “operazione titoli” che ha fatto sì che Banca Centrale chiudesse, con i soldi dei cittadini sammarinesi, i debiti milionari di un grande debitore della Banca Cis (parliamo di Confuorti).
Non vediamo l’ora di vederlo, con il cappello e la lente di ingrandimento pronto a stanare gli evasori.
Così come non vediamo l’ora di vedere le azioni di responsabilità verso gli amministratori di Cassa di Risparmio. Chi parla di responsabilità e di garanzia dello Stato sui debiti di Cassa poi quegli stessi debiti non li inserisce neppure nel bilancio dello Stato. Tu chiamalo, se vuoi, falso in bilancio.
Insomma abbiamo un governo che vuole stanare gli evasori, ma chi stanerà il governo?
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme
Quello che doveva essere l’extrema ratio, l’ultima spiaggia dopo aver cercato con tutte le forze alternative che non lasciassero i sammarinesi col cappio al collo, si sta rivelando per quello che è sempre stato: l’unica strada sempre realmente promossa e perseguita dal governo. Nessuna alternativa di sviluppo, nessun taglio agli sprechi, nessun progetto economico se non la ferma volontà di spolpare il paese affinché si presentasse in braghe di tela a chiedere l’elemosina a qualche organismo sovranazionale o peggio.
Il debito estero non è un inciampo nel percorso ma una conseguenza preconfezionata, il risultato di un cammino creato ad arte per indebitare la Repubblica. Perché? Perché un paese indebitato è un paese in stato di shock, un paese che gioca al ribasso, rassegnato, in cui la popolazione può essere facilmente piegata ai voleri del creditore di turno. Perché i debiti contratti devono essere saldati con gli interessi. E con questa prospettiva ogni mannaia sarà giustificata: le privatizzazioni, le tasse, i tagli alla sanità, alle pensioni, all’educazione e alla cultura. Interventi che se portati avanti da un governo in prima persona sono capaci di far insorgere i cittadini, ma se ce lo chiede un nostro creditore allora la percezione è diversa…
Gli atti più recenti con cui il governo continua ad alimentare il suo personale percorso, sono il piano di stabilità – un mix di slogan da campagna elettorale realizzato grazie alla “preziosa” consulenza della Oliver Wyman (preziosa perché ci è costata 140mila euro e una nomina ad Ambasciatore) – e le linee di riforma di Banca Centrale che non solo non abbatteranno i costi per lo Stato, ma avranno la conseguenza ben più grave di smembrare definitivamente il nucleo di vigilanza, con sovrapposizioni di incarichi e obiettivi che produrranno il totale azzeramento della Vigilanza. Una volta chi faceva i controlli nelle banche “sbagliate” veniva cacciato. Ora si previene a monte la possibilità che i controlli vengano svolti.
Anche questo è cambiamento.
D’altronde, quando le linee di riforma sono redatte da un Presidente (Moretti) che prima di entrare in Banca Centrale a fare il controllore era membro del cda di Cassa di Risparmio, quindi del controllato, e da un Capo della Vigilanza (Mazzeo) che, sanzionato da Banca di Italia per carenza di controlli, che fino a pochi mesi fa era consulente di Cassa di Risparmio per la costosissima Grant Thornthon, non ci si può aspettare nulla di diverso.
Piano di stabilità e linee riforma di Banca Centrale oggetto di tavolini di “sconforto” con il Segretario Celli, noto per cambiare le carte in tavola in base all’interlocutore che ha di fronte, sono il nuovo compitino da presentare agli Spring Meetings del FMI. Nel frattempo Celli si propone quale paladino della lotta all’evasione quando dopo mesi e mesi di segnalazioni circostanziate, non è stato capace insieme ai suoi colleghi di governo di evitare la gravissima “operazione titoli” che ha fatto sì che Banca Centrale chiudesse, con i soldi dei cittadini sammarinesi, i debiti milionari di un grande debitore della Banca Cis (parliamo di Confuorti).
Non vediamo l’ora di vederlo, con il cappello e la lente di ingrandimento pronto a stanare gli evasori.
Così come non vediamo l’ora di vedere le azioni di responsabilità verso gli amministratori di Cassa di Risparmio. Chi parla di responsabilità e di garanzia dello Stato sui debiti di Cassa poi quegli stessi debiti non li inserisce neppure nel bilancio dello Stato. Tu chiamalo, se vuoi, falso in bilancio.
Insomma abbiamo un governo che vuole stanare gli evasori, ma chi stanerà il governo?
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme
Riproduzione riservata ©