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RETE-MDSI su fondi pensione: i sogni (di Confuorti) son desideri?

10 lug 2018
RETE-MDSI su fondi pensione: i sogni (di Confuorti) son desideri?
In data 29 luglio 2017 è "A." ad illustrare un vero e proprio piano strategico per la gestione delle poste di bilancio di Cassa di Risparmio e la gestione dei c.d. "crediti Delta ": “...Perdita Cassa… + deroga per spalmare le perdite da svalutazione npl delta… perdita totale... Il fondo pensione trasforma i depositi attuali che in cassa in obbligazioni dello stato... La Banca Centrale sottoscrive obbligazioni... Dopo assemblea nomina del nuovo CDA... Il fondo viene acquisito... In questo modo nel bilancio 2016 c'è stato solo un impatto relativo delle perdite Delta ... ".

Questo è ciò che il Tribunale riporta nell’ordinanza sul cosiddetto “caso Titoli” dove la sigla “A.” rimanda alla società lussemburghese Advantage Financial di Francesco Confuorti che dialoga con i vertici e la vigilanza di Banca Centrale e alcuni membri del cda di Carisp. Abbiamo già evidenziato le nostre preoccupazioni rispetto alla linea di continuità con il disegno criminoso ipotizzato dalla Magistratura, rispetto all’esistenza di persone cerniera e politiche che ci paiono coerenti con quel disegno. Perciò non possiamo non scorgere nuove allarmanti analogie con ciò che in questi giorni sta trapelando riguardo la gestione dei fondi pensione del primo pilastro.

Leggiamo infatti sulla stampa la proposta che Banca Centrale dovrebbe verosimilmente formalizzare al Consiglio per la Previdenza nelle prossime settimane, ovvero quella di trasformare completamente i fondi pensione del primo pilastro (che ad oggi ammontano ad oltre 420 milioni di euro) da investimenti presso i nostri istituti di credito a veri e propri finanziamenti alle banche, facendoli diventare obbligazioni bancarie garantite dallo Stato.

Tralasciando il fatto che è estremamente difficile appurare il reale stato di salute dei nostri istituti bancari (visto che AQR non è terminata), occorre ricordare che quei milioni altro non sono che decenni di versamenti contributivi dei lavoratori di questo paese, e che tali fondi appartengono unicamente ai pensionati ed ai lavoratori. E occorre anche rammentare che all’interno della legge di bilancio approvata dal Consiglio Grande e Generale nel dicembre scorso, l’articolo 66 impegna il Congresso di Stato, entro il 30 giugno 2018, a predisporre un regolamento “che richieda all’istituto bancario depositario dei fondi pensione delle forme di garanzia adeguate sugli investimenti effettuati e sulle sue modalità”.
Ad oggi, nonostante tale termine sia scaduto, non c’è traccia di quel regolamento che invece sarebbe fondamentale per una buona e prudente gestione dei fondi pensione.

Di certo non vorremmo assistere ad un altro blitz come quello dello scorso anno con il decreto-legge 79, che di fatto ha permesso di mettere le mani sui denari del secondo pilastro, quelli del Fondiss.

E se anche stavolta si “avverassero” le previsioni dell’Advantage di Confuorti, se i fondi pensioni venissero trasformati in obbligazioni…cosa dovremmo pensare?

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