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Rete: "Servizi ISS, privatizzarne uno per privatizzare tutto"

22 apr 2015
Rete: "Servizi ISS, privatizzarne uno per privatizzare tutto"
Rete: "Servizi ISS, privatizzarne uno per privatizzare tutto"
È già successo a dicembre con i tagli sull’indennità di malattia: il governo non comprese (o finse di non comprendere) le conseguenze di quell’articolo portato in aula all’ultimo minuto, fino a quando la gente non ha iniziato a vivere quei tagli sulla pelle ed avere il coraggio di denunciarli.
La stessa cosa sta avvenendo con il Servizio Prevenzione e Protezione, dove l’urgenza viene usata nell’augurio che la gente non si renda conto dell’impatto che la privatizzazione del Servizio porterà sulla nostra salute.
Ecco l’ulteriore tassello con cui Mussoni e Bene Comune vogliono cedere una parte fondamentale della nostra sanità, che, ribadiamo, non riguarda solo singole figure responsabili ma l’ intero Servizio, tramite un appalto della durata effettiva di 6 giorni lavorativi che, precisando puntualmente i requisiti richiesti, sembra già identificare chi si aggiudicherà l’affare milionario.
Appalto affatto stabilito dalle leggi ma determinato da una precisa scelta dei vertici ISS di privatizzare. È evidente il tentativo di far passare tutto sotto silenzio, confidando che quando ci si accorgerà dei danni sarà di nuovo troppo tardi. E confidando anche nella discrezionalità di una Commissione (formata da chi?) che deciderà in seduta segreta a chi appaltare una fetta della nostra sovranità.
Se non riusciremo a bloccare questa ennesima porcata dunque, vera chiave di volta per la privatizzazione dell’ISS, ci troveremo a danno fatto a pagare con le nostre tasche e con la nostra salute. Nonostante le già numerose denunce in merito al percorso di privatizzazione del Servizio Prevenzione e Protezione, il subdolo metodo (legittimo ma non opportuno) dell’appalto tramite licitazione privata scade il 27 aprile.
Non solo questo appalto privatizza ciò che è e deve restare pubblico, non solo questo appalto rischia di rappresentare il solito vestitino su misura per qualcuno, ma prevede tempi di risposta brevissimi appellandosi ad un’urgenza che, in realtà, esiste da anni. Nessuno dice infatti che non si debba riconoscere il ruolo di RSPP (Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione), diciamo solo che è urgente oggi come lo era un anno o due fa, e che è dannoso per il nostro paese strumentalizzare questa urgenza per privatizzare l’intero servizio!
Una scelta irresponsabile presa dai vertici ISS ed applicata in tutta fretta nella speranza che nessuno si accorga del delitto che si sta portando avanti, in barba ai principi comunque ben espressi anche nelle nostre leggi. L’articolo 1 della legge di riferimento citata dalla direzione Generale ISS in premessa al proprio comunicato stampa (Legge n. 31 del 1998), si richiama alla nostra Dichiarazione dei Diritti e anche ai principi fissati dalle direttive europee e recepiti da San Marino. E proprio la normativa europea citata dalle nostre leggi stabilisce che per la delicatezza e l’importanza di questo servizio, esso debba prioritariamente rimanere pubblico, per cui il datore di lavoro (il Congresso di Stato e la Segreteria alla Sanità) fa ricorso a competenze (persone o servizi) esterne solo nel caso in cui non esistano le condizioni interne.
Basti pensare che proprio per l’applicazione di questo principio teso al mantenimento interno del servizio, l’Italia è sottoposta a procedura di infrazione (n.2013/4117) da parte dell’Europa proprio per l’ affidamento dell’incarico di RSPP a persone esterne, e rischia di pagare salate sanzioni.
E allora cosa dicono i partiti di governo tradizionalmente europeisti come il PSD, i cui elettori hanno sempre dimostrato una certa sensibilità verso la sanità pubblica e universale? Ma non ci sarebbe bisogno di guardare all’Europa per comprendere l’inopportunità e soprattutto la pericolosità della scelta di esternalizzare il Servizio di Prevenzione e Protezione.
D’altronde questo appalto si incastona in un più ampio disegno strisciante di attacco all’ISS come ente pubblico di servizi, a favore della sua privatizzazione e messa sul mercato. Disegno che vede, assieme all’annessione del Casale la Fiorina, alla mancata applicazione dei Referendum, alla riorganizzazione della medicina di base, e alla privatizzazione del Servizio Prevenzione, anche la rivendicazione da parte della Segreteria alla Sanità di una presunta autonomia per la gestione del personale medico in deroga alle leggi esistenti.
Tanti tasselli per un unico mosaico: la privatizzazione.
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità

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