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Rete sulla ratifica della convenzione con Alutitan

26 lug 2019
Rete sulla ratifica della convenzione con Alutitan

Incentivi agli investimenti, occupazione, competitività: sono le parole ripetute all’infinito durante la discussione della ratifica della convenzione con Alutitan. Su questi tre concetti nulla da eccepire: siamo convinti che nel nostro paese solo un folle non vorrebbe il rilancio dell’economia tramite l’apertura di nuove attività ed il potenziamento di quelle esistenti. Ed è per questi motivi che il Movimento RETE si è espresso favorevolmente, all’interno della Commissione Politiche Territoriali, alle varianti di PRG che prevedevano l’ampliamento di alcune zone industriali per diverse aziende, tra cui la stessa Alutitan. Ci siamo espressi in senso contrario invece sulla ratifica della convenzione tra Congresso di Stato e Alutitan. Il problema è, ancora una volta, nel metodo. È inqualificabile che sia un Congresso di Stato a stabilire chi e come debba beneficiare di provvedimenti stilati ad hoc. Come sempre accade la maggioranza e il governo hanno sottolineato che “tutto si è svolto a norma di legge”, come se questo giustificasse un tale sconfinamento rispetto alle prerogative del potere esecutivo. Tra l'altro le leggi modificate o approvate, come quella sulle infrastrutture strategiche, non fanno altro che amplificare a dismisura il potere concessorio del Congresso di Stato! Potere che, all’interno del programma di governo dell’attuale maggioranza, era stato promesso di ridurre drasticamente. Dal nostro punto di vista il problema non è tanto nell’impresa che ha richiesto ulteriori benefici oltre a quelli già previsti per legge, ma nel fatto che un singolo Segretario di Stato si sia prestato ad accogliere le richieste derogando qualsiasi tipo di norma in contrasto con tale richiesta, arrivando a fare un pastrocchio normativo mai visto prima e che crea un pericoloso precedente per il futuro. È inutile parlare di attrazione degli investimenti dall’estero quando non ci sono regole chiare e uguali per tutti, e quelle poche che ci sono vengono modificate e derogate ad personam: la certezza del diritto, fondamentale per un’economia sana ed attrattiva, viene così annichilita e ridotta ad un mero slogan. Occorre rilanciare gli investimenti, creare occupazione e aumentare la competitività? Siamo perfettamente d’accordo, ma per farlo occorrono leggi e regolamenti uguali per tutti, testi unici chiari e non interpretabili, ed un Congresso di Stato che torni ad essere potere esecutivo senza sostituirsi al potere legislativo oramai, de facto, svuotato dalle proprie funzioni perché chiamato solo a ratificare impotente le leggi dal Congresso di Stato stesso. La posizione di RETE è sempre stata chiara e coerente in questi anni: sì a regole certe e valide per tutti, no alla discrezionalità di un Congresso di Stato trasformato in Comitato d'affari.

Comunicato stampa
Movimento RETE


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